Questo che segue è il progetto, in progres, elaborato dal gruppo e dalle associazioni aderenti. I seminari organizzati fungono anche da azione formativa, il progetto ha anche l'ambizione di attecchire in tutti i Comuni della provincia, e sarà presentato nelle sedi istituzionali. Possono aderire cittadini, associazioni, parrocchie, tutti uniti e solidali per una nuova via delle nostre comunità.
Siracusa Resiliente
Il progetto
Il gruppo, costituto da cittadini che ad esso aderiscono individualmente o in rappresentanza di associazioni, intende condurre una analisi della nostra società e dei problemi attuali per elaborare linee di azione e di tendenza verso soluzioni e possibili alternative. Per affrontare i cambiamenti necessari riteniamo che sia importante avere una buona teoria (o una chiara visione d’insieme) nonché la voglia di metterla in atto e la disponibilità a correggere gli errori di percorso.
Il benessere a cui ci siamo assuefatti è a rischio. La democrazia che siamo riusciti a realizzare si va svuotando di significato e rimane piuttosto formale: ogni livello decisionale viene schiacciato dalla prevaricazione di un potere diverso o superiore. Il nostro paradigma economico poggia su pilastri che scricchiolano: il libero mercato non crea equilibrio, ma acuisce le sperequazioni. Ed è esso stesso un problema. Infatti ci rendiamo conto che…
1)
i nostri consumi sono eccessivi;
2) il depauperamento di risorse non ricostituibili è un furto perpetrato contro i nostri discendenti;
3) uno sviluppo illimitato è inconciliabile con un mondo limitato;
4) il deterioramento della natura ha raggiunto livelli preoccupanti (effetto serra);
5) non è vero che la ricchezza di pochissimi avvantaggi tutti; le sperequazioni sono anzi eccessive;
6) la turbofinanza speculativa non alimenta l’economia reale e non dà lavoro;
7) la politica non governa l’economia ma ne è fortemente condizionata;
è in atto una pericolosa degenerazione progressiva della democrazia;
9) la società dell’informazione si rivela essere anche quella della distrazione/disinformazione;
10) effetti concreti sono la crisi economica, la crisi morale e la disperazione /sfiducia nel futuro.Consapevoli della nostra lillipuziana inadeguatezza di fronte alla dimensione planetaria dei problemi e del mercato, a
vvertiamo comunque il dovere di operare nell’ottica dell’agire localmente e del pensare globalmente, sforzandoci di collaborare con tutti gli uomini e i gruppi di buona volontà nell’elaborazione di un progetto politico complessivo, animati dalla speranza che esso possa essere divulgato, condiviso e almeno parzialmente realizzato, se non da noi, almeno dai figli, a cui lo consegneremo come testimone. Condividendo il richiamo di Roberto Mancini al mirabile insegnamento di Gandhi, ci riteniamo responsabili verso le generazioni future e
crediamo che la terra, i beni in essa contenuti e le varie forme di vita in essa presenti non ci siano pervenuti in eredità dai nostri avi ma costituiscano un affidamento dei nostri figli. Rispetto a tali beni comuni, da tutelare e da consegnare alle future generazioni, professiamo dunque il nostro esodo da una concezione proprietaria: essi non sono proprietà di tutti, ma beni affidati temporaneamente alla nostra comune responsabilità.
Non ci seducono le chimere del pensiero economico corrente (produrre, consumare, produrre) ma, in coerenza con la logica dell’affidamento, preferiamo un’economia volta a restaurare, ripristinare, aver cura…
Guidati da questa prospettiva, non possiamo che intraprendere un cammino verso un grande cambiamento culturale e spirituale: un percorso di ricerca/azione di scelte possibili e praticabili. Solo questa unione di ricerca e azione ci potrà permettere di sviluppare con coerenza ed armonia il nostro progetto nella pratica quotidiana. Altrimenti rischieremmo di essere facili prede dello scoraggiamento.
Crediamo di poter condividere i suggerimenti di Giulio Viale in merito ai 5 settori in cui esercitare la
ricerca/sperimentazione di soluzioni politiche ispirate alla logica che ci guida.
1) Energia. L’obiettivo immediato è il risparmio energetico. Ma occorre puntare con decisione verso l’abbandono dei combustibili fossili e l’utilizzo delle varie fonti energetiche rinnovabili e non inquinanti. In quest’ambito si colloca la nostra avversione per le trivellazioni del nostro mare e del nostro territorio, suggerite da un pervicace ancoraggio di imprenditori predoni ad una cultura stantìa che si ostina a rimanere condizionata da una prospettiva illusoria di sviluppo insostenibile.
2) Agricoltura. Bisogna promuovere un’agricoltura di prossimità (consumo di prodotti a KM 0, creazione di Gruppi di Acquisto Solidali, promozione di mercati del contadino) ed un sistema di coltivazione ecologico, che non vada a petrolio o non ne utilizzi i derivati chimici.
3) Cura e manutenzione del territorio sia in città come fuori dai centri urbani. L’abbandono, l’omissione di interventi di cura e, soprattutto, le manomissioni irresponsabili sono cause dei danni che siamo costretti a registrare dopo intemperie e altri fenomeni naturali, i cui effetti sono prevedibili e prevenibili. Ma, oltre alla sicurezza, occorre anche curare l’estetica e l’architettura del paesaggio, rispettandone le peculiarità.
4) Gestione responsabile delle risorse. Bisogna evitare gli sprechi e puntare ad ogni forma possibile di riutilizzo e di riciclo. Solo ciò che non è assolutamente riutilizzabile è da considerare rifiuto da accatastare in discariche adeguate o da confinare in modo sicuro, se si tratta di scarti inquinanti e pericolosi.
5) Mobilità. Bisogna passare da una mobilità individuale ad una mobilità condivisa ( trasporto pubblico; car sharing, cioè abbonamento per autonoleggio con tariffa ad ore o a km; car pooling o condivisione di un’auto personale) e bisogna esercitare ogni pressione per affrettare la nuova rivoluzione industriale (già possibile grazie alla tecnologia oggi disponibile) basata sull’uso dell’idrogeno come carburante pulito, ricavabile dall’acqua e da energia elettrica da fonti rinnovabili e non inquinanti.
In un’ottica più propriamente economica il gruppo ritiene di dover approfondire i seguenti nuclei tematici:
1) Finanza speculativa e suoi effetti perversi. Proposte di tassazione delle transazioni finanziarie. Altre iniziative possibili contro la speculazione della turbofinanza.
2) Misure da proporre per una chiusura dei paradisi fiscali ( a partire da quelli europei) o per mettere fuori gioco la copertura che essi offrono all’evasione fiscale e ai capitali criminali.
3) Ripristino della netta distinzione di ruoli tra banche commerciali e banche di investimento.
4) Proposte politiche di norme finalizzate a ridurre retribuzioni e compensi vari dei manager e per una loro correlazione ai successi conseguiti.
5) Voto con il portafoglio: acquistando beni e servizi, dobbiamo esercitare accortamente un potere di scelta che deve far sentire il suo peso sugli attori del mercato. In questa logica si collocano iniziative come i GAS (gruppi di acquisto solidali), il commercio equo e solidale, l’esperienza di Addio Pizzo, la collocazione dei risparmi in Banca Etica… Se, invece di 45.000 soci, la banca ne avesse 1 milione, incideremmo sulla politica economica del paese?
6) Analisi della legittimità del debito pubblico. Evidenziazione degli effetti perversi dell’attuale sistema di emissione monetaria a debito. Riflessione sul colossale conflitto di interessi di un sistema bancario in cui le banche sottostanti possiedono le banche centrali “nazionali” (private, anche se di diritto pubblico) e queste ultime possiedono, a loro volta, la BCE (privata, anche se di diritto pubblico). Analisi di un debito reciproco fittizio che lega la BCE alle banche del sistema che prendono in prestito banconote, il cui valore è allocato in bilancio dall’istituto di emissione come debito, destinato ad essere ripagato ed estinto solamente con la reciproca e ipotetica restituzione di esse e dei titoli di debito con cui le banche le hanno prese in prestito. Tale liquidità (immessa nel sistema bancario tramite uno scambio reciproco di titoli di debito) viene poi prestata agli Stati ed ai cittadini, costituendo per essi un debito reale gravato da interessi ben superiore al tasso di favore dovuto dalle banche del sistema alla BCE per le banconote prese in prestito con titoli cartacei di nessun costo. Sulla comprensione del meccanismo si possono innestare interessanti proposte politiche rivolte ad una necessaria modifica del sistema (concausa strutturale del debito pubblico) e ad una cancellazione parziale del debito pregresso. Tale seisàchtheia o cancellazione parziale del debito costituirebbe una alternativa indolore rispetto ai sacrifici che il fiscal compact impone agli Stati dell’Unione. Sgombrato il campo da ogni visione complottista e da ogni tentazione giustizialista, la questione merita di essere affrontata con l’intento di proporre soluzioni politiche coraggiose e innovative ma avulse da ogni contaminazione ideologica.
7) Contributo alla individuazione e proposta di alternative alle politiche di rigore e di austerity che stanno strangolando l’economia.
Contributo alla individuazione e proposta di nuovi indicatori di successo delle politiche economiche, che siano più funzionali rispetto alla misurazione del PIL e che consentano di valutare il benessere sociale.
9) Contributo alla individuazione e proposta di politiche volte al riequilibrio delle risorse, la cui eccessiva concentrazione nella disponibilità di pochi non avvantaggia tutti ma costituisce un grave problema per la società, privando molti persino del necessario; occorre mirare all’obiettivo di un benessere diffuso, non misurabile in base al volume dei consumi, ma riconoscibile nel soddisfacimento di esigenze delle persone: possibilità di curarsi, di avere una cultura, di lavorare, di potere crearsi una famiglia, di vivere serenamente, etc. A tal fine occorre puntare ad un profondo mutamento culturale che porti anche ad un recupero e ad inveramento della democrazia che attraversa oggi una fase di pericoloso degrado. Da ciò un impegno di testimoniare con atti concreti sobrietà di comportamenti quotidiani e coraggio di prospettare culturalmente scenari profondamente innovativi. Ed infine l’impegno educativo e maieutico di un coinvolgimento dei bambini e dei giovani tramite le famiglie, la scuola ed una informazione maggiormente rispettosa dei loro reali bisogni.Esiste una forza politica che voglia avviare oggi cambiamenti di così vasta portata? Pensiamo di no e riteniamo che essa vada creata dal basso, attraverso un’azione paziente di elaborazione di nuove idee e di inseminazione delle coscienze. Iniziamo quindi dal nostro piccolo la ricerca e proviamo a divulgare il nostro contributo al nuovo quadro culturale, confidando nella possibilità che le nuove idee si affermino soprattutto per la loro forza di persuasione e, in minima parte, anche grazie alla nostra partecipazione al comune impegno di elaborazione e divulgazione di esse.
“Le grandi svolte sono il risultato di mille svolte quotidiane, degli sforzi tenaci che tutti possiamo attuare facendo la nostra parte… L’efficacia dell’azione non dipende da quanto in alto siamo collocati, ma da quanta lucidità, determinazione e passione sapremo impegnare senza cedere alla rassegnazione”. ( Roberto Mancini, Trasformare l’economia, Franco Angeli pag. 297-299 ).Ma non intendiamo solo contribuire alla comprensione, elaborazione e divulgazione di possibili scelte di politica nazionale ed internazionale; vogliamo dimostrare che molto si può fare anche a partire dalle scelte che le amministrazioni regionali e locali possono compiere. Per questo ribadiremo in tutti i modi le nostre opzioni per una politica di cemento zero nelle città; una costante attenzione per la rigenerazione del tessuto urbano, per l’ efficienza energetica con una riconversione energetica del patrimonio edilizio pubblico e privato inserendo delle premialità in funzione dei miglioramenti delle performance emergetiche e per la sicurezza sismica degli edifici; un impegno per la preservazione dei beni naturalistici ed archeologici, per la promozione di un turismo culturale e di qualità. Non per niente le persone e le associazioni riunite in questo gruppo sono le stesse che cercano da anni di difendere il territorio da reiterati attacchi speculativi e che si schierano al fianco dei funzionari della sovraintendenza impegnati da tempo in questa direzione.
Intendiamo propugnare cambiamenti possibili, necessari, auspicabili e funzionali agli interessi dell’umanità. I relatori che inviteremo avranno sempre un contraddittorio locale composto da rappresentanti proveniente dalla politica, dal sindacato, dalla imprenditoria o dalla finanza. Alle nostre iniziative inviteremo la deputazione regionale e nazionale oltre che gli amministratori locali. Ai relatori chiediamo di fare proposte chiare e concrete, ad integrazione di questo documento in progress che verrà aggiornato nel tempo al fine di comporre un quadro sempre più preciso di proposte politiche attuabili e capaci di rispondere ai bisogni e agli interessi dei cittadini.