Cos’è il progresso? È possibile uno sviluppo socio-economico continuo e sostenibile? Siamo ancora in tempo a rimodulare i nostri comportamenti e ripensare il nostro futuro? Dei limiti dello sviluppo si è dibattuto per la prima volta nel 1972 al club di Roma.Giovedì 16 aprile, alle ore 18,30
presso i locali della Galleria Roma - Piazza S. Giuseppe - Siracusa
incontro con il Prof. Danilo Giulietti - del Dipartimento di Fisica dell’Università di Pisa.
Il punto centrale era la questione della sostenibilità della crescita economica. Quel rapporto nasceva da un modello di simulazione sviluppato da un gruppo di ricerca del Massachusetts Institute of Technology (MIT), una delle più importanti università di ricerca del mondo. In esso si esaminava l’andamento della crescita della popolazione mondiale, della produzione alimentare, di quella industriale, dell’inquinamento ambientale, dello sfruttamento delle risorse del pianeta. Negli ultimi 40 anni quel rapporto è stato più volte messo in discussione, ma
oggi sempre più spesso si sente parlare di sviluppo insostenibile e di crisi sistemica della crescita.È intervenuta nella cultura occidentale la consapevolezza di un approccio diverso allo sviluppo delle società; si parla di “Fare RETE”, cioè sviluppare sistemi sinergici di modelli operativi dove politici, scienziati, economisti e sociologi possano contribuire a equilibrare le ricerche delle principali fonti della crescita umana: l’acqua, l’energia e il cibo.
Di questo sono consapevoli gli amici di Siracusa Resiliente, della Spirale di Archimede e tanti altri gruppi che sono scettici nei confronti di questa continua apologia della crescita illimitata e fuori di ogni controllo. Non si specifica mai come debba avvenire questa crescita, quali produzioni debbano potenziate e soprattutto quali valori umani saranno perseguiti.In particolare il Prof. Giulietti si soffermerà, ripercorrendo la storia di alcune idee scientifiche dall’ottocento fino ai nostri giorni, sui limiti delle attività umane ineludibilmente connesse a ordine e caos.