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Bamboccioni

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a.merenda:
L'argomento genera risatine, silenzi-assensi, moti d'orgoglio e molto altro.
Il Padoa Schioppa uscì sui giornali con questa profonda analisi sociologica dei "non più giovani" italici e divise l'opiione pubblica.
Si sa, gli italiani sono dei mammoni e tra il certo delle mura domestiche e l'incerto barcamenarsi quotidiano scelgono, talvolta, la via più più comoda.
Detto questo è innegabile che è la stessa politica italiana a cristallizzare questo stato di cose. Le leve del potere, ad esempio, potrebbero garantire non "aiuti diretti alle famiglie" bensì "aiuti a quei giovani che, all'interno delle famiglie di appartenenza, cercano disperatamente un canone d'affitto che sia sostenibile con i loro salari precarizzati".

Insomma, in medio stat virtus oppure c'è qualcosa di più "strutturale"?

a voi

cherumubeddi:
...per chi ha un salario precarizzato;  e per chi non ce l'ha???

e poi, i cosiddetti bamboccioni sono dei perfetti consumatori della famiglia, in termini fiscali s'intende, poiche sono invisibili e alle detrazioni e agli assegni familiari.  Giusto intervenire direttamente su di loro!!!

Mi chiedevo: non è che siamo in Grecia???      Lì si che stavano bene le bamboccione: rendita vitaliza alla zitelle d'oro; le 40mila figlie non sposate di impiegati pubblici che hanno diritto a una pensione "erederitaria" di mille euro al mese (costo 550 milioni l'anno). 
Magari fosse in italia... avrei cercato una figlia di un dipendente statale e l'avrei portata con me... a casa di mia madre e mio padre a fare il bamboccione convivente!!!!

chi semu beddi!  

enrico tomasi:
più lontano dalle mamme e piu vicini allo stato insomma, cosi' mamma/papà contribuente ti paga l'affitto invece che mantenerti in casa...ottima riflessione tito

a.merenda:
Non auspico una "maggiore vicinanza allo stato" (anche se ho capito quello che intendi) bensì un intervento che incentivi la "presa di coscienza" da parte di ragazzi che vivono la loro condizione di "intrappolati" in maniera più o meno dignitosa.

C'è da distinguera tra chi vuole andare via e non può farlo e chi a casa ci sta benissimo (spesso per colpa/merito degli stessi genitori...)

Certo è che la "riconoscibilità" di queste persone da parte dello stato permetterebbe di tracciare un quadro più "scientifico" della situazione che stiamo vivendo. Mi fa tanta rabbia ascoltare commenti rivolti verso i  ragazzi quando si generalizza e gliene si dice di ogni...

Conosco persone che sgobbano, lavorano, studiano etc. e con tutto ciò non optano per una vita "fuori di casa" semplicemente perchè in questa maniera starebbero peggio.

Ora, dato che l'uomo è dotato (ancora) di una certa razionalità ditemi voi se a fronte di una simile realtà economico-politica (clientelare-asfittica-senza ricerca) il modo più "profittevole" per sopravvivere al meglio non è affidarsi alle reti amicali/parentali.

Questo incedere, tra l'altro, viene osannato da diversi "servi" sociologi che non perdono occasione per osannare l'Italia e dire: "quanta bella solidarietà ci sia"...

ma quale solidarietà: questo è stato di natura..questa è necessità a fronte di povertà e sfruttamento...

Bisogna dire basta allo sfruttamento. Bisogna ripensare il modo di fare l'economia

A tal proposito, si dia uno sguardo all'economia informale (che spesso diventa pure illegale agli occhi del fisco)...bisogna ammettere che c'è un bacino lavorativo invisibile costituito da attività che risultano come "volontariato". Benissimo: propongo una retribuzione nella forma del rimborso spese a chiunque dimostri di lavorare "seriamente" nel mondo del "non profit".

l contributo sarebbe così composto: una parte su base universalistica (es: spese di gestione standard) un'altra sulla base delle attività da svolgere (le quali devono essere indirizzate dal comune di appartenenza di concerto con gli stessi operatori del settore in relazione alle esigenze ed ai bisogni della comunità)

Per esempio: avete presenti i cantieri comunali che la regione sta promuovendo? Bene, si potrebbero fare benissimo per mezzo di associazioni di volontariato aventi come direttore dei lavori degli esperti del ramo.

I "campi sensibili":
-raccolta differenziata
-verde pubblico
-pulizia strade
-convegni/seminari di interesse pubblico (organizzazione e logistica)
-beni culturali (musei, siti archeologici, escursioni)
-agricoltura con finalità sociali (fattorie sociali, lavoro in terreni confiscati ai boss)
-corsi d'informatica di base
-corsi d'inglese
-accompagantori anziani (turismo della terza età)


Tutto ciò si dovrebbe poi sviluppare nel libero mercato concorrenziale a fronte, (secondo me) di saltuarie regolazioni pubbliche laddove si verifichino squilibri (contributi troppo onerosi a fronte di rendicontazioni dubbie oppure assenza di relazioni/resoconti che testimonino la responsabilità sociale d'impresa attraverso la stesura di un bilancio sociale)

Uno stato regolatore/coordinatore invece di uno autoritario (oggi) ed interventista (ieri)

SC:

--- Citazione da: Tito - 10:36:36 am, 31 Maggio  2010 ---Per esempio: avete presenti i cantieri comunali che la regione sta promuovendo? Bene, si potrebbero fare benissimo per mezzo di associazioni di volontariato aventi come direttore dei lavori degli esperti del ramo.

--- Termina citazione ---

si magari attraverso le pro loco vero antonio?

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