Autore: Visitatore Topic: Video da diretta conferenza sostenitori parco iblei e scontro con i contrari  (Letto 83667 volte)

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Offline luciano ferla

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Riscontro con piacere il richiamo del dr Guzzardi ad un confronto pacato e sereno.
Sono d’accordo.
Non mi piace fare discussioni su temi così importanti e con toni che aizzano gli animi. Poi ciascuno faccia ciò che gli pare.

Riscontro con piacere, che finalmente si parla con la legge fra le mani, con oggettività.
Il dr. Guzzardi dice:   “E' pur vero che il loro parere è solamente obbligatorio e non vincolante  ma si può ritenere possibile un Piano ed  un  Regolamento adottato contro il parere della popolazione così come istituzionalmente rappresentata?”

Guardate che non è una semplice paura: se fossimo in Trentino, in Veneto o giù di lì, non mi porrei nessun tipo di pensieri. Purtroppo abitiamo in una delle più maltrattate Regioni d’Italia dove ogni occasione è buona per dare adito ai politici di fare i propri porci comodi. E per nulla conforta che il ministero dell’ambiente si trova a Roma e non a Palermo. E non è una paura da poco. Qui si rischia di bloccare tutto per anni prima che un minimo di meccanismo cominci a funzionare. Il sistema gattopardesco dei veti incrociati qui da noi è un’arte. Di esempi se ne possono fare tantissimi: dai piani di recupero dei centri storici ai consorzi ASI, dai consorzi di bonifica alle aziende sanitarie (che un minimo di funzionamento lo devono avere altrimenti moriremmo tutti) e via discorrendo. Carrozzoni uno sopra l’altro. E il parco rischia di essere uno di questi. Chi ci assicura che una volta insediatosi non saremo costretti a doverci difendere dall’Ente parco? Qui siamo stati tutti costretti a salire su un mezzo con biglietto di sola andata per una destinazione la cui conoscenza è basata solo su bei discorsi scritti sul depliant, ma dove in realtà nessuno è stato.     


Io credo che stia nella importante domanda che fa il dr Guzzardi tutto il senso del contendere fra si e no: "E' veramente utile per il nostro territorio il Parco egli Iblei?”.
Si tratta di una cosa molto importante che, comunque vada, cambierà per sempre (non si torna indietro) il destino del nostro territorio, ed è bene che questa domanda ce la facciamo spesso quando trattiamo questo argomento. Ma è altrettanto importante che si diano risposte sensate in merito ai risvolti economici del “primum vivere”.

Citazione tratta dall’ articolo dell’avv. Nuccio Nigro pubblicato su Meridiano 14: si può dire sì a qualcosa che si conosce.. .
Sottoscrivo.

Luciano Ferla

Offline cherumubeddi

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chisemubeddi, la confusione, il video  esprime la confusione. Quella nella sua testa non è neanche confusione (che in genere ha la grazie dell'innocenza). E' simbolico di un approccio al progetto, le firme sono un'adesione al principio, la dinamica delle ragazze nasce dallo stesso principio. Tu melilli/Priolo te la meriti, le famiglie che la stanno subendo no! E' esattamente quello che succede quando si mette al primo posto il lato economico. In un primo momento benessere diffuso, dopo pesci con tre teste, leucemie ecc. Gela, Priolo, mettiamoci anche ragusa con la cementificazione. E' quello il tuo malato senso dello sviluppo no?
A proposito Tu cosa produci?
 Comunque ti aspetto giorno 4 luglio a Sortino, rivelati cosi' ci faccciamo due chiacchere in forma civile, e magari avrai modo di esprimere davanti alla tua città le tue posizioni (prima o poi bisogna uscire ed avere il coraggio di esprimersi da individui). Li ci sarà il doc proiettato, evitiamo invii di dvd e file, con l'amico Carmelo Salemi. Un occasione per un confronto... spargi la voce! w il parco degli Iblei!     


Sà signor Vincenzo, meglio stare nelle grazie dell'innocenza che nella sapienza distolta di un dottorato...
Io Melilli e priolo me la tengo poichè mi ha dato cibo, vestiti, scuola, casa, dignità, conoscenza e quello che sono ora per i miei figli...         
Riguardo all'ambiente dico questo: se io metto il lato economico al primo posto non è detto che metta al secondo posto il lato salvaguardia dell'ambiente...  Si ricordi però che il mio lato economico riguarda anche i 700 operai che sono in cassaintegrazione e/o mobilità per l'imminente fallimento di una ditta metalmeccanica...   

Io non ho nessun malato senso di sviluppo anche perchè non spetta a me averlo ma potrei esprimere i miei punti di vista come ho fatto poco fa nel post post Suo video...
Le faccio sapere che produco in proporzione di quanto produce Lei...

Per giorno 4 luglio mi terrò libero dagli impegni che ha un comune cittadino e verrò alla madonnina aspettandola (poichè non sò dove proietterete il docum.)...

Però le chiedo una gentilezza: durante il Convegno chieda con il microfono che il signor "chi semu beddi" del forum di paraparlando intervenga al dibattito, e le prometto che uscirò fuori dall'anonimato!!!

a proposito: ma Lei si è preparato per la fatidica domanda:" E questo che centra col Parco?"...

Adesso son convinto che un confronto pacato e sereno sia la giusta soluzione poichè non ancora definito la mia posizione riguardo al parco degli iblei.... 

chi semu beddi!
« Ultima modifica: 23:45:50 pm, 18 Giugno 2010 da chisemubeddi »
Az

Offline Vincenzo Cascone

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saro' lieto csb di invitarla ma non per metterla in berlina o per sviare alla risposta, ma per dialogare come ci invitano gli amici di questo forum a fare.
 La risposta e' semplice, del documentario il territorio è protagonista, in maniera se vogliamo un po' didascalica, ma emotiva e sono sicuro pulita. Nessuna ideologia, men che meno partitica, solo senso di appartenenza a questa terra. Non mi vanto dell'università ma delle vaccche che mungevamo a mano con mio padre, ro frummiere ca nisciumu, balli  ri frieno e carrue e aulivi e miennuli e tutto un bagaglio che mi porto dietro...quello si, un master della vita vissuta. Anche del parco il territorio è protagonista, il rammarico è stato il tempo. Mi sarei soffermato sul massaro che mi diceva che lui sapeva si perché qualcosa non andava, se ne accorgeva dal diradarsi degli uccelli che in primavera non erano abbondanti come prima O il buon Vincenzo Pulvirenti, massima espressione degli iblei, fasciddaru di sortino con le arnie in pantalica. In un ora inserire queste somme figure, quintessenza deli iblei, mi è sembrato riduttivo, sono troppo avanzate, troppo interessanti per essere discorsivizzate fra le altre storie. Vorrei farci un documentario a parte, lo meritano. Davvero chisemubeddi, ho troppa stima di questa civiltà iblea e penso se ne possa fare tesoro comunicandola agli altri. Mi accusi pure di filantropia romantica ma difenderò questo parco, come ultima forma di resistenza al dilagare dell'omologazione occidentale. comu veni si cunta.
"e' bello al minatore saltare della propria mina"
 

Offline SC

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Non mi vanto dell'università ma delle vaccche che mungevamo a mano con mio padre, ro frummiere ca nisciumu, balli  ri frieno e carrue e aulivi e miennuli e tutto un bagaglio che mi porto dietro...quello si, un master della vita vissuta.

Dottor Cascone se amava e ama quella vita perchè l'ha cambiata? perchè non c'è tornato? perchè non ha pensato di camparci la famiglia?

non pensa che sia un atteggiamento quantomeno ipocrita esaltare la bucolica campagna e vivere con gli strumenti della città?
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Offline Vincenzo Cascone

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e per fortuna che sei l'amministratore e che bisognava smorzare i toni. Salute a te. nessuna ipocrisia anzi, grande principio di identità.

Offline SC

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Dott. Cascone smorzare i toni non significa darle ragione, e le faccio notare che non mi è sembrato che lei fin'ora l'abbia fatto, nonostante anche un uomo intellettualmente onesto come il dr. Guzzardi (e distantissimo dalle mie posizioni)  gliela abbia fatto notare pure lui

se permette "grande principio di identità" non significa nulla , non è una risposta

lei evidentemente si chiede come mai le faccio una domande personali visto che parliamo del parco

ma Dott. Cascone lei mi insegna che quelle di cui ha parlato si chiamano in italiano EMOZIONI e le emozioni sono fondamentalmente personali dunque
se lei usa le SUE EMOZIONI PERSONALI come argomento per il parco, deve essere capace di accettarne le domande sulla ragione.

Le porta fastidio la parola ipocrita?  come definisce l'atteggiamento di chi parla di una cosa ma ne fa un altra?lo trova forse coerente? mi dia lei un termine.
io odiavo quella vita e infatti l'ho cambiata

e onestamente non  penso che i cambiamenti siano provocati dall'amore per di quello che si lascia

tornando al parco, alla luce del'INCHIESTA dell'ESPRESSO perchè il Parco degli Iblei dovrebbe funzionare meglio degli altri? qual'è il quid che dovrebbe renderlo + efficiente e funzionale?  forse il tradizionale e siciliano rispetto delle regole?


P.S.: mi scuserà se dopo quattro anni di esperienza di gestione di forum non prenderò in considerazione la sua ragguardevole opinione a riguardo, sono certo che lei conoscerà e parteciperà a tantissimi forum di successo su internet che si attengono ai suoi "consigli" , ma noi qui, con le nostre 300 visite giornaliere ,ci limitiamo ad educare le coscienze alla ricerca della verità, non a crearle.

« Ultima modifica: 19:06:43 pm, 19 Giugno 2010 da SC »
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enrico tomasi

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complimenti per il video vincenzo, ma per evitare che qualcuno scambiasse il tuo abile montaggio sulla "confusione" dei politici "contro" per
"pura propaganda", inserisco la definizione di wikipedia riguardo alle tecniche della stessa:



Tecniche di produzione della propaganda:



Numerose tecniche vengono usate per creare messaggi falsi ma persuasivi. In molte di queste tecniche si possono trovare anche falle logiche, in quanto i propagandisti usano argomenti che, anche se a volte convincenti, non sono necessariamente validi.

Del tempo è stato speso per analizzare i mezzi con cui vengono trasmessi i messaggi propagandistici, e questo lavoro è importante, ma è chiaro che le strategie di disseminazione dell'informazione diventano strategie di diffusione della propaganda solo quando sono accoppiate a
messaggi propagandistici. Identificare questi messaggi è un prerequisito necessario per studiare i metodi con cui questi vengono diffusi. Ecco perché è essenziale avere qualche conoscenza delle seguenti tecniche di produzione della propaganda:

Ricorso alla paura: Il ricorso alla paura cerca di costruire il supporto instillando paura nella popolazione. Per esempio Joseph Goebbels sfruttò la frase «I tedeschi devono morire!», di Theodore Kaufman, per sostenere che gli alleati cercavano la distruzione del popolo tedesco.

Ricorso all'autorità: Il ricorso all'autorità cita prominenti figure per supportare una posizione, idea, argomento o corso d'azione.

Effetto gregge: L'effetto gregge o l'appello alla "vittoria inevitabile" cercano di persuadere il pubblico a prendere una certa strada perché "tutti gli altri lo stanno facendo", "unisciti alla massa". Questa tecnica rafforza il naturale desiderio della gente di essere dalla parte dei vincitori. Viene usata per convincere il pubblico che un programma è espressione di un irresistibile movimento di massa e che è nel loro interesse unirsi. La "vittoria inevitabile" invita quelli non ancora nel gregge ad unirsi a quelli che sono già sulla strada di una vittoria certa. Coloro che sono già (o lo sono parzialmente) nel gregge sono rassicurati che restarci è la cosa migliore da farsi.

Ottenere disapprovazione: Questa tecnica viene usata per portare il pubblico a disapprovare un'azione o un'idea suggerendo che questa sia popolare in gruppi odiati, temuti o tenuti in scarsa considerazione dal pubblico di riferimento. Quindi, se un gruppo che sostiene una certa politica viene indotto a pensare che anche persone indesiderabili o sovversive lo appoggiano, i membri di tale gruppo possono decidere di cambiare la loro posizione.

Banalità scintillanti: Le "banalità scintillanti" sono parole con un'intensa carica emotiva, così strettamente associate a concetti o credenze di alto valore, che portano convinzione senza supportare informazione o ragionamento. Esse richiamano emozioni come l'amore per la patria, la casa, il desiderio di pace, la libertà, la gloria, l'onore, ecc. Chiedono approvazione senza esaminare la ragione. Anche se le parole o le frasi sono vaghe e suggeriscono cose differenti a persone differenti, la loro connotazione è sempre favorevole: "I concetti e i programmi dei propagandisti sono sempre, buoni, auspicabili e virtuosi".

Razionalizzazione: Individui o gruppi possono usare generalizzazioni favorevoli per razionalizzare atti o credenze. Frasi vaghe e piacevoli sono spesso usate per giustificare tali atti o credenze.

Vaghezza intenzionale: le generalizzazioni sono sempre vaghe, in modo che il pubblico possa fornire la propria interpretazione. L'intenzione è quella di muovere il pubblico tramite l'uso di frasi indefinite, senza analizzare la loro validità o tentare di determinare la loro ragionevolezza o applicabilità.

Transfer: Questa è una tecnica di proiezione di qualità positive o negative (lodare o condannare) di una persona, entità oggetto o valore (un individuo, gruppo, organizzazione, nazione, il patriottismo, ecc.) ad un altro soggetto per rendere quest'ultimo più accettabile o per screditarlo. Questa tecnica viene generalmente usata per trasferire il biasimo da un attore del conflitto all'altro. Evoca una risposta emozionale che stimola il pubblico ad identificarsi con l'autorità riconosciuta.

Ipersemplificazione: generalizzazioni favorevoli sono utilizzate per fornire risposte semplici a problemi sociali complessi, politici, economici o militari.

Uomo comune: L'approccio dell'"uomo comune" tenta di convincere il pubblico che le posizioni del propagandista riflettano il senso comune della gente. Viene designato per vincere la confidenza del pubblico comunicando nel suo stesso stile. I propagandisti usano un linguaggio e un modo di fare ordinari (e anche gli abiti nelle comunicazioni faccia a faccia o audiovisive) nel tentativo di identificare il loro punto di vista con quello della persona media.

La Testimonianza: Le testimonianze sono citazioni, dentro o fuori contesto, dette specificamente per supportare o rigettare una data politica, azione, programma o personalità. reputazione e il ruolo (esperto, figura pubblica rispettata, ecc.) dell'individuo che rilascia la dichiarazione vengono sfruttati. La testimonianza pone la sanzione ufficiale di una persona rispettata o di un'autorità sul messaggio propagandistico. Questo viene fatto in un tentativo di far sì che il pubblico si identifichi con l'autorità o che accetti le opinioni e le convinzioni dell'autorità come se fossero sue.

Stereotipizzazione o Etichettatura: Questa tecnica tenta di far sorgere pregiudizi nel pubblico etichettando l'oggetto della campagna propagandistica come qualcosa che la gente teme, odia, evita o trova indesiderabile.

Individuare il Capro espiatorio: Colpevolizzare un individuo o un gruppo che non è realmente responsabile, alleviando quindi i sentimenti di colpa delle parti responsabili o distraendo l'attenzione dal bisogno di risolvere il problema per il quale la colpa è stata assegnata.

Parole virtuose: Sono parole appartenenti al sistema di valori del pubblico, che tendono a produrre un'immagine positiva quando riferite ad una persona o ad un soggetto. Pace, felicità, sicurezza, guida saggia, libertà, ecc., sono parole virtuose.

Slogan: Uno slogan è una breve frase ad effetto che può includere la stereotipizzazione o l'etichettatura.


buon parco a tutti!


e.t.
« Ultima modifica: 03:23:58 am, 24 Giugno 2010 da Enrico Tomasi »

Offline pinoguzzardi

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Egregio ing. Luciano Ferla,

sottoscrivo anch'io la frase dell'Avv. Nuccio Nigro seppure riportandola nella sua interezza:

" Si può dire sì a qualcosa che si conosce, negli effetti e nelle conseguenze ed anche a qualcosa che non è conosciuta, ad una idea ad un progetto , purchè vi sia partecipazione e confronto"

E stiamo tutti constatando come, con il dialogo, con l'approfondimento conoscitivo della relativa normativa, con il superamento di incomprensioni interpretative  (... sono vietate introduzioni, fuori dai recinti, di flora e fauna non autoctona) le posizioni si siano ravvicinate, fino al punto che il " Comitato", partito in quarta con un primo manifesto errato nei presupposti, seppure ponendosi  ancora delle domande, nel secondo afferma " che il parco può essere una scelta opportuna, stante le nobili e degne finalità......"

Personalmemente, da uomo motivato come Lei, ho iniziato questo dialogo sul tema esprimendomi in tale guisa, su un forum parallelo a questo in data 30 Aprile , in ordine alla tutela dei diritti e degli interessi legittimi dei cittadini:

" Il fulcro del problema, pertanto,  sta proprio nel modo come sarà formulato il predetto piano e sono da comprendere le preoccupazioni dei cittadini.

Quando la norma programmatoria prevede che nella cosiddetta zona B ( riserva generale orientata) è vietato costruire nuove opere edilizie o ampliare l’esistente è corretto preoccuparsi.

Allo stato, in zona cosiddetta agricola, è possibile costruire seppure con una cubatura limitata rispetto alla estensione del terreno, anche se la zona è vincolata paesaggisticamente o soggetta a vincolo idrogeologico,  come quasi tutto il territorio buscemese,  e per edificare necessita solamente  l’autorizzazione della Soprintendenza e dell’Ente forestale che esamina preventivamente il progetto presentato al Comune.

E ciò vale anche per quelle costruzioni di supporto all’attività agro-pastorale.

In caso invece di futura individuazione del medesimo del territorio quale zona B, il singolo cittadino ma anche le aziende agro-pastorali  ne avrebbero sicuramente un danno.

E questo sarebbe sicuramente inaccettabile.

Fermo restando che tutti capiamo il concetto di riserva integrale ( zona A) che dovrebbe essere quella gestita dall’Ente forestale ( Monte Contessa e dintorni) è difficile invece capire quale sarà il territorio che sarà individuato quale zona B ( riserva orientata), gravata da quegli onerosi vincoli.

Ma la formulazione di un corretto ” piano del parco” che dovrà decidere anche su questa questione  dipende esclusivamente di rappresentati locali della popolazione, Sindaci e Presidenti di Provincia  e non da soggetti estranei al territorio, ed i primi  dovranno avere la capacità di ben operare nell’interesse esclusivo dei cittadini

E dovrà essere questo lo sforzo dei nostri amministratori, proprio nella individuazione di una limitata area di territorio da interessare quale zona B, incidendo  su quel “piano del parco” e sulla sua zonizzazione , stante che i Sindaci dei Comuni, i Presidenti delle Provincia ed il Presidente della Regione, e nessun altro, faranno parte della Comunità del parco, organo che dovrà rendere relativo parere obbligatorio su quello strumento programmatorio che sulla zonizzazione deve decidere.

Ed è qui che si misurerà il valore ” politico” dei nostri Sindaci".

Ma questo è un problema che sarà affrontato successivamente, in sede di " zonizzazione" di esclusiva competenza dell'Ente Parco al momento della formulazione del Piano, su parere della Comunità di Parco, mentre ora siamo alla prese di un DPR che dovrà definire i limiti territoriali e, se del caso, le norme di salvaguardia.

A titolo esemplificativo il DPR che isituì il Parco del Gargano, nell'ambito delle norme di salvaguardia, ha previsto due zone:

La n. 1 : riserva integrale;

La n. 2: riserva orientata ove è possibile edificare nuove costruzioni su autorizzazione dell'ente Parco così come succede ora per le zone SIC, ZTL e per quelle molto più vaste con vincoli paesaggistici ed idreologici.

Con la conseguenza che, se la Regione Siciliana, proporrà al Ministero un copia-incolla" garganico" nessun vincolo aggiuntivo sarà istituito nel nostro territorio.

E ciò in sintonia con la proposta del Comitato promotore che vuole la individuazione, in atto, di sole due  zone: la n. 1 e la numero 2 , individuandole nel demanio forestale nelle zone SIC e ZTL, " sensa vincoli aggiuntivi alcuno rispetto a quelli già esistenti" e ferma restando l'attuale normativa.




                                                                                                            pinoguzzardi
« Ultima modifica: 19:24:04 pm, 21 Giugno 2010 da pinoguzzardi »

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Dott. Guzzardi riporto alcune parole che lei stesso a ha portato in un precedente intervento.

Citazione
L'errore nei presupposti sta nel fatto che qualcuno ha considerato tutto il territorio del parco gravato dai vincoli contenuti nelle limitate zone da individuare quali zone A e B, sottacendo l'esistenza delle zone C e D che mi permetto di ricordare citando la legge:

-aree di protezione( C) nelle quali, in armonia con le finalità istitutive ed in conformità ai criteri generali fissati dall'Ente parco, possono continuare, secondo gli usi tradizionali ovvero secondo metodi di agricoltura biologica, le attività agro-silvo-pastorali nonché di pesca e raccolta di prodotti naturali, ed è incoraggiata anche la produzione artigianale di qualità. Sono ammessi gli interventi autorizzati ai sensi delle lettere a), b) e c) del primo comma dell'articolo 31 della citata legge n.457 del 1978, salvo l'osservanza delle norme di piano sulle destinazioni d'uso;

fin dall'inizio dr. guzzardi ho detto che personalmente ritenevo dannose + le aree C, perchè se A e le B possiamo ammettere che siano confinate in aree già vincolate, le zone C sono limiti e vincoli per altre aree che questi vincoli non hanno.

altrimenti mi spieghi che significa possono continuare secondo gli usi tradizionali ovvero secondo metodi di agricoltura biologica

cosa significa tradizionale e biologico?

io all'ing. Turibio e al suo vice del comitato pro parco, ho chiesto se si potessero fare delle serre nel nostro territorio, la risposta è stata NO a causa di queste parole succitate.

fin'ora il biologico era una scelta ora diventerà un obbligo, persone come me dunque hanno un motivo in + per stare lontane dalla campagna atteso che non si possono fare investimenti tecnologici perchè la si vuole "tradizionale"

qui non è il problema dei soli vincoli edilizi, ma anche dei vincoli di carattere economico che fin'ora non ci sono stati, chi decide se il tradizionale e perchè?

 e soprattutto perchè mi dovete obbligare a pensare in maniera tradizionale sia pure nella conduzione di un'azienda agricola?

forse lei non avrebbe problemi per un allevamento di struzzi recintato ma Ducoli ha  detto anche se in forma dubitativa "che avrebbe qualche problema".

ma qui il problema non sono gli struzzi ma la possibilità  di innovazione tecnologica o di prodotto che con quella frase chiude.

l'italia è il primo produttore di kiwi che è un frutto non italiano

20 anni fa  forse lei non immaginava che avrebbe potuto parlare a migliaia di persone con un computer da casa sua, eppure pure ora è possibile.

noi ,compreso io  , non sappiamo che cosa porterà lo sviluppo tecnologico  tra vent'anni  per l'agricoltura  per l'allevamento, o per il territorio legarci  a metodi tradizionali significa autocastrarci in partenza.
« Ultima modifica: 20:35:09 pm, 21 Giugno 2010 da SC »
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Offline pinoguzzardi

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Gentile salvo caligiore,

non ho riscontrato in alcun piano del parco consultato un obbligo tassativo di coltivazione con il metodo biologico, intendendo per tale la concimazione con stallatico ed escludendo l'utilizzo di prodotti di sintesi (salvo quelli specificatamente ammessi dal regolamento comunitario) ed organismi geneticamente modificati

Il biologico può essere una risorsa, seppura in forma facoltativa e previa incentivazione agli agricoltori, stante che i consumatori non fanno altro che richiedere questi prodotti.

Mia moglie, quando mi incarica di fare la spesa al supermercato, con riferimento alle uova da acquistare, mi ricorda, sull'uscio,: "mi raccomando che nelle uova ci sia scritto " metodo biologico", anche se costano di più". 

Le riporto un articolo tratto da " Bioeccellenze", le filiere virtuose nei parchi nazionali:

"Le aziende agricole inserite all'interno dei parchi sono particolarmente vocate per l'agricoltura biologica ed ecosostenibile, giacchè non sono soggette ad inquinamento proveniente da fonti esterne e possono contare, tra l'altro, su habitat naturali che sono rifugio di uccelli e insetti predatori, fondamentali nella difesa delle piante.

Spesso all'interno delle aree protette esistono esperienze importanti di agricoltura biologica che, di fatto, danno un contributo concreto ed rilevante dal punto di vista della tutela e valorizzazione del territorio e della biodiversità, ma non sempre questo contributo è correttamente riconosciuto e valorizzato.

L'obiettivo generale del progetto "Bioeccellenze nei Parchi Nazionali Italiani" è di promuovere l'agricoltura biologica nelle aree protette, e qualificare la produzione di beni agro-alimentari utilizzando metodi compatibili con le esigenze delle Aree Naturali Protette di contribuire alla conservazione della biodiversità attraverso la commercializzazione e il consumo dei prodotti biologici locali.

In sintesi il progetto intende rilevare lo stato di fatto dell'agricoltura biologica nei parchi nazionali italiani, la presenza di filire biologiche virtuose (definite "Bioeccellenze") e di fornire delle linee guida, destinate agli Enti Parco, per promuovere lo sviluppo dell'agricoltura biologica nei propri territori."

E come vede il termine utilizzato è " promuovere", non già " obbligare".

Rispetto alle " serre", con buona pace dell'Ing. Turibio, non esiste una normativa che ne impedisce la installazione mei parchi.

Anche gli ingegneri si sbagliano, così come tutti noi.



                                                                                                                    pinoguzzardi
« Ultima modifica: 20:45:45 pm, 21 Giugno 2010 da pinoguzzardi »

Offline SC

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L'errore nei presupposti sta nel fatto che qualcuno ha considerato tutto il territorio del parco gravato dai vincoli contenuti nelle limitate zone da individuare quali zone A e B, sottacendo l'esistenza delle zone C e D che mi permetto di ricordare citando la legge:

-aree di protezione( C) nelle quali, in armonia con le finalità istitutive ed in conformità ai criteri generali fissati dall'Ente parco, possono continuare, secondo gli usi tradizionali ovvero secondo metodi di agricoltura biologica, le attività agro-silvo-pastorali nonché di pesca e raccolta di prodotti naturali, ed è incoraggiata anche la produzione artigianale di qualità. Sono ammessi gli interventi autorizzati ai sensi delle lettere a), b) e c) del primo comma dell'articolo 31 della citata legge n.457 del 1978, salvo l'osservanza delle norme di piano sulle destinazioni d'uso;                         i
                                                                                          pinoguzzardi

dottor guzzardi guardi che io citato lei , che asserisce di aver citato la legge

e non c'è scritto promuovere  c'è scritto:

possono continuare, secondo gli usi tradizionali ovvero secondo metodi di agricoltura biologica

e questo mi insegna è un obbligo



P.S. se a dirigere il parco viene messo uno che la pensa come l'ing. Turibio che facciamo?
« Ultima modifica: 20:51:52 pm, 21 Giugno 2010 da SC »
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Offline pinoguzzardi

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Egregio sign. caligiore,

una norma programmatoria è, di norma, una norma astratta, che deve essere poi applicata nel caso concreto e se non fosse così, nella  fattispecie in riferimento, non si capirebbe il sottostante protocollo d'intesa:

 P R O T O C O L L O D’ I N T E S A
tra
Ministero delle Politiche Agricole e Forestali
e la
Federazione Italiana dei Parchi e delle Riserve Naturali
per
“LA TUTELA, LA VALORIZZAZIONE E LO SVILUPPO DELLE ATTIVITA’
AGRICOLE SOSTENIBILI NELLE AREE PROTETTE”

Premesso:
- che il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e la Federazione Italiana dei Parchi concordano
nel ritenere l’agricoltura, oltre che fattore essenziale dello sviluppo economico del Paese, elemento
di primaria importanza - se condotto in forme sostenibili - per la tutela ambientale, la conservazione
delle risorse naturali ed il mantenimento della ricchissima biodiversità italiana;
- che in tanti territori italiani, che sono oggi Parchi Nazionali,  l’agricoltura ha contribuito in modo determinante a
modellare il territorio, conferendogli eccezionali qualità estetiche e culturali; ha consentito di
preservare la presenza dell’uomo e delle sue attività e produzioni tipiche, costituenti una ricchezza
nazionale ed una grande opportunità, anche occupazionale, per il futuro;
- che i Parchi sono luoghi d’eccellenza nei quali, oltre che vietare come i rispettivi regolamenti
degli Enti hanno iniziato a fare - l’introduzione di coltivazioni di specie vegetali geneticamente
modificate, occorre sperimentare e comunque sostenere interventi agro-ambientali che consentano
di salvaguardare, insieme alla coerenza con gli obiettivi generali di gestione ambientale delle aree
protette, il reddito delle aziende agricole e la possibilità del loro ammodernamento, la
qualità dei prodotti e con particolare riguardo per le aree svantaggiate e di montagna – il tessuto
sociale delle comunità insediate;
- che l’Italia è, per le ragioni sopra esposte, fortemente interessata allo sviluppo, da parte dell’Unione
Europea – dalla quale dipende grande parte della politica agricola – delle misure, già in parte
adottate, rivolte alla promozione di una nuova attività agricola, multifunzionale, ambientalmente
sostenibile e di qualità, specie nelle aree protette;
- che il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali ha avviato programmi che hanno lo scopo di
favorire l’estendersi di coltivazioni biologiche, o comunque rispettose dell’ambiente, di qualità, in
linea con le tradizioni tipiche delle diverse zone geografiche del Paese;
- che la Federazione Italiana dei Parchi ha sviluppato iniziative per la diffusione di una moderna
concezione dell’agricoltura, di coordinamento tra le aree protette in cui l’agricoltura costituisce
elemento fondamentale, di informazione sulle esperienze d’eccellenza condotte, di promozione e
sostegno delle attività agricole tipiche, di collegamento con le Associazioni del mondo agricolo;
il
MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE E FORESTALI
e la
FEDERAZIONE ITALIANA DEI PARCHI E DELLE RISERVE NATURALI
si impegnano
a collaborare nella ideazione, elaborazione e realizzazione di programmi e attività volte
- nei Parchi e nelle altre aree protette - della promozione e del sostegno
dell’agricoltura biologica e in generale di pratiche agricole ambientalmente corrette, che
costituiscano espressione della tradizione e della cultura delle comunità locali, elemento di tipicità e
di qualità a rischio di scomparsa in seguito alla omologazione e banalizzazione delle colture, fattore
di arricchimento della naturalità e di conservazione della biodiversità dei luoghi.

In particolare:

- il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, in accordo con il Ministero dell’Ambiente e le
Regioni, sosterrà programmi e progetti, destinati ai territori dei Parchi, che rispondano agli obiettivi
ed alle caratteristiche sopra enunciati e svolgerà in sede Comunitaria le azioni opportune per porre
all’attenzione dell’Unione lo sviluppo di una politica agricola che individui le aree protette come
luoghi di eccellenza e di sperimentazione;

-la Federazione dei Parchi svilupperà, nell’ambito dei programmi e progetti rispondenti agli obiettivi
ed alle caratteristiche sopra enunciati, azioni di sensibilizzazione e coordinamento nei confronti
delle aree protette, di collegamento con le comunità e i poteri locali, di coinvolgimento degli
operatori e dell’associazionismo;

Ulteriori successivi accordi, rispondenti a questo protocollo, definiranno gli impegni riguardanti
azioni ed attività concrete da svolgersi nei territori delle aree protette, fra le quali vengono fin da ora
individuate quelle relative:
- alla diffusione delle coltivazioni biologiche,
- al sostegno delle produzioni agroalimentari tipiche, così come riconosciute dall’Atlante dei
Prodotti Tipici delle Aree Protette in corso di redazione da parte di Slow Food,
- alla realizzazione di progetti attuativi di programmi o regolamenti comunitari e in
particolare di quello relativo all’informazione sulla politica agricola comune (1390/2000),
- all’organizzazione della Giornata Europea dei Parchi del 24 maggio 2001 da dedicarsi al
tema dell’agricoltura e del mondo rurale.


Il Ministro delle Politiche Agricole e Forestali

Il Presidente della Federazione Italiana
dei Parchi e delle Riserve Naturali
I


Come vede, sign. Caligiore, se quella della coltivazione biologica fosse un obbligo perentorio non vi sarebbe stata la necessità di stipulare una intesa tendente ad " incentivare" l'agricoltura biologica nei territoti dei Parchi Nazionali.

Il tutto impregato su concetti di  " promozione" e " sostegno".
                                                                                           
                                                                                     

                                                                                                        pinoguzzardi
« Ultima modifica: 21:51:27 pm, 21 Giugno 2010 da pinoguzzardi »

Offline pinoguzzardi

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Ulteriore contributo per " capire" il problema della agricoltura biologica nei Parchi Nazionali:

PROTOCOLLO DI INTESA
tra
•Federparchi, con sede in Roma, Via Cristoforo Colombo n. 149, nella persona del suo Presidente e legale rappresentante Sig. Matteo Fusilli, di seguito per brevità denominata Federparchi,
•Legambiente, con sede in Roma, Via Salaria n. 403, nella persona del suo Direttore Francesco Ferrante, di seguito per brevità denominata Legambiente,
•AIAB, Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica, con sede legale in Roma, Via Piave n°14 , nella persona del suo Presidente e legale rappresentante Sig. Vincenzo Vizioli, di seguito per brevità denominata AIAB,
SI CONVIENE QUANTO SEGUE
1.Le parti convengono sulla necessità di favorire lo sviluppo dell'agricoltura biologica e delle attività ecosostenibili all'interno delle aree nazionali protette con l'obiettivo di garantire 'sviluppo e conservazione', conformemente a quanto le positive esperienze in essere stanno dimostrando;
2.L'obiettivo che si assume è quello di favorire la conversione all'agricoltura biologica delle singole aziende agricole, o di trasformazione, all'interno di un processo più complessivo di conversione e gestione del territorio, creando sinergie tra le diverse attività produttive in una logica di filiera e facendo risaltare le potenzialità complessive dell'area;
3.Riscontrato che una delle difficoltà al raggiungimento degli obiettivi di cui ai punti precedenti è rappresentata dalla non conoscenza delle esperienze in essere, le parti ritengono utile procedere alla costituzione di un 'Osservatorio Nazionale Parchi d'Italia - per lo sviluppo dell'agricoltura biologica e delle attività ecosostenibili nelle aree protette', che effettui un monitoraggio costante delle esperienze in essere, si organizzi come Centro di Documentazione e sia momento propositivo anche con l'elaborazione e l'attivazione di progetti specifici, nonché di servizi per i vari Enti interessati;
4.L'Osservatorio avrà sede in …
5.L'Osservatorio verrà strutturato come evidenziato nell'allegato schema sub A al presente accordo e le varie funzioni verranno attivate progressivamente ed in maniera conseguenziale al reperimento delle risorse economiche necessarie;
6.L'Osservatorio definirà uno specifico progetto per favorire la scelta del metodo di produzione biologico da parte di quelle aziende che sono impegnate in produzioni comprese nelle DOP, IGP, DOC e DOCG ed effettuerà il censimento e la catalogazione delle stesse;
7.Tra i progetti che l'Osservatorio dovrà predisporre si indicano: 1) studio di iniziative per la valorizzazione e la riconoscibilità delle produzioni biologiche dei Parchi; 2) costituzione della Rete delle aziende biologiche dei Parchi (catalogo, pagine web, etc); 3) elaborazione di un progetto per la creazione di una rete di punti vendita da aprirsi nelle principali città del centro-nord del paese e dedicati alle produzioni dei parchi ('Emporio dei parchi');
8.Il coordinamento dell'Osservatorio viene demandato ad un Comitato composto da 6 persone: 2 in rappresentanza di Federparchi, 2 in rappresentanza di Legambiente, 2 in rappresentanza di AIAB.
Letto, confermato e sottoscritto

Torino, lì 25.02.03

Come vede, sign. Caligiore, i termini utilizzati sono quelli di " favorire" il biologico non già di " obbligarlo".


                                                                                                                               pinoguzzardi

Offline SC

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dr. guzzardi cosa mi sta dicendo che un protocollo d'intesa ha + valore di una legge dello stato?

quel protocollo di intesa dimostra solo quello che stiamo dicendo che l'efficacia PRATICA dei parchi è tutta da dimostrare anche riguardo la norma che dovrebbero seguire e che li anima
del resto sono all'onore della cronaca anche casi di abusivismo edilizio all'interno dei parchi

altrimenti caro dottore posso immaginare che in questo  parco si può fare tutto, che è solo una pioggia di soldi, che uno può costruire dove e quando vuole e fare quello che vuole,magari trivellare petrolio , coltivare ogm etc etc.


oppure lei mi vuole dire che il dirigente del parco non si può opporre in virtù della norma sulle aree C a un tipo di allevamento o agricoltura da lui ritenuti non tradizionale?
se uno si mette ad allevare struzzi e Ducoli glielo proibisce ci va  lei difenderlo?
« Ultima modifica: 22:38:34 pm, 21 Giugno 2010 da SC »
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Offline pinoguzzardi

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Egregio sign. Caligiore,

si è sbagliato.

Non ho mai detto che un protocolllo d'intesa ha più valore di una legge dello Stato e ciò non fosse altro per il mio mantenuto ricordo  della " gerarchia" delle fonti legislative e regolamentari.

Ho cercato semplicemente di attenzionare il fatto di come la stipula di un protocolli d'intesa sulla problematica tendente ad incentivare l'agricoltura biologica ci deve fare capire  che è un argomento non perentorio, dal punto di vista della " negazione".

Quello dell'agricoltura biologica, che esclude fitofarmaci e pesticidi, nelle aree protette è un problema che riguarda la salute dei cittadini, la tutela dell'ambiente con particolare riferimento alle falde acquifere, la produzione di prodotti agricoli d'eccellenza con conseguente incremento di reddito per i coltivatori grazie al valore di mercato dei prodotti superiore rispetto agli altri, in conseguenza di domanda sempre più crescente da parte dei consumatori, obiettivo che si raggiunge non certo con " dictat" impositivi ma con il ragionamento, mettendo sul tappeto tutte le variabili.

Nello schema informale di DPR consegnato dalla Regione Siciliana ai Sindaci del nostro territorio, schema peraltro incompleto e non " discusso" formalmente dalle nostre Amministrazioni, nella parte relativa alle "norma di salvaguardia" che divide il terriotorio in tre "zone", si legge: 

"E' fatto divieto di utilizzare  fitofarmaci e pesticidi", ma subito dopo si aggiunge " per le colture in atto  la Regione autonoma della Sicilia, d'intesa con l'Ente Parco , entro due anni dall'istituzione dell'ente stesso, redigerà un programma di riconversione verso metodi di coltivazione biologica".

E ciò in linea con le indicazioni complessive della Comunità Europea tendenti a limitare al massimo l'uso di pesticidi e fitofarmaci.

Come vede è una materia da attenzionare e nel nostro caso limitata alla zona 2 ( con limitato grado di antropizzazione) e non già anche alla zona 3 ( con elevato grado di antropizzazione), zone peraltro ancora da " mappare", " sentite"  le Amministrazioni locali del territorio.

Personalmente ritengo la limitazione dell'uso dei pesticidi e fitofarmaci un obiettivo "nobile"  se realizzato" di concerto" con lo scopo  ulteriore di qualificare la nostra produzione agricola con conseguenti benefici economici per i produttori. 



                                                                                       pinoguzzardi
« Ultima modifica: 13:39:33 pm, 23 Giugno 2010 da pinoguzzardi »

 

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