Autore: Visitatore Topic: Video da diretta conferenza sostenitori parco iblei e scontro con i contrari  (Letto 84687 volte)

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Offline pinoguzzardi

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Sostenere che io non abbia " confutato" un bel niente senza però dimostrare la sostenuta " non confutazione"  è una affermazione alla quale bisogna crederci semplicemente " per questione di fede".

E che c'entrano gli auspici?

Che c'entrano i politici con le "regole"?

Certo i rappresentanti delle Amministrazioni locali interverranno con il loro " parere obbligatorio" reso, ritengo e come sarà normale, dopo consultazione, anche formale, con i propri amministrati. 

Sa, è difficile se non impossibile, scrivere in astratto ed a priori "codicilli" per gli "amici" ed in ogni caso ci sarà sempre l'intervento della Comunità di Parco ( Sindaci, Presidenti delle Provincia e della Regione) anche per vigilare.

Sarà che Lei è pessimista per natura ma deve invece confrontarsi anche con " l'ottimismo della volontà".

"Sono pessimista con l'intelligenza, ma ottimista per la volontà" scriveva Antonio Gramsci, mutuato successivamente da Jhon Kennedy.


                                                                                                               pinoguzzardi


 

enrico tomasi

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dottor guzzardi, ma ha letto l'articolo sull'espresso? apprezzo il suo ottimismo, ma un po di senso della realtà mi parrebbe altrettanto appropriato, non crede?
lei si auspica che la società civile dovrà vigilare ed impedire a che la Presidenza del Parco venga assegnata ad un politico trombato..le riformulo la mia domanda:  politici trombati e portaborse a fronte, non sono forse gli stessi a cui proprio la società civile ha concesso di dirigere oltre alle banche, anche i nostri ospedali, la nostra salute, la nostra vita, senza alcuna pretesa di professionalità, serietà o intelligenza? le pare coerente e realistico pensare che la stessa gente tali pretese le adotti a partire dalla tutela di poiane e platani orientali?
« Ultima modifica: 13:12:50 pm, 30 Giugno 2010 da Enrico Tomasi »

Offline pinoguzzardi

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Ed allora chiudiamo con le necessità attinenti la tutela della salute, con i servizi bancari e le Istituzioni in generale, e se è vero ( in grande parte è vero) quanto da Lei sostenuto sugli uomini in possesso delle " leve di comando" dobbiamo  addebitare la colpa a noi cittadini, nella qualità di elettori.

E' certo però che non possiamo abbandonarci all' anarchia ( senza governo), sarebbe l'inizio della fine.

Sarà che in me prevale " l'ottimismo della volontà" e la " speranza", anche se un concetto " anarchico", l'unico positivo in quella filosofia, è presente nella normativa dei parchi Nazionali: norme di attuazione e/o principi condivisi e non imposti dall'alto. 

Ridurre la " ratio" del parco nazionale degli iblei alla " tutela delle poiane e dei platani orientali" mi sembra assolutamente limitativo per non dire strumentale, come gli "animali" citati dal Consigliere Comunale sign. Gallo, non fosse altro perchè nella fattispecie la tutela è orientata soprattutto verso il nostro bel paesaggio  naturale ed architettonico, anche urbano, attraverso il quale si deve cogliere una maggiore occasione di sviluppo incentivando un turismo non solo " mordi e fuggi" ma soprattutto " stanziale" ( stagionale, nei fine settimana),  assieme al mantenimento e rafforzamento della nostra agricoltura di qualità oltre che dell'artigianato.

Ed una azione sinergica su tutto il territorio non può essere svolta se non da un unico Ente avente  personalità di diritto pubblico.

E tali azioni sinergiche sono riportate nella normativa sui parchi, quale  " iniziative per la promozione economiche e sociali" prevedendo concessioni di sovvenzioni a privari ed enti locali per:

- predisposizione di attrezzature, impianti di depurazione e per il risparmio energetico;
- servizi ed impianti di carattere turistico-naturalistico;
- agevolazione o promozione di attività tradizionali artigianali, agro silvo pastorali, culturali, servizi sociali e biblioteche;
- restauro, anche di beni naturali, ed ogni altra niziativa atta a favorire lo sviluppo del turismo e delle attività connesse ( ristorazione, servizi alberghieri, accoglienza in generale).   
   
Per non parlare dell'utilizzo del nome e dell'emblema del parco, quale importante strumento di marketing, per quei prodotti locali che presentano requisiti di qualità.

D'altronde non mi sembra che vi sia alcuna altra alternativa per i piccoli paesini delle nostre colline le cui curve demografiche sono perennemente in picchiata, ad eccezione di Palazzolo e Canicattini ( ma queste due belle cittadine hanno realtà imprenditoriali di una certa levatura) con la conseguenza che qualcosa bisogna tentare ed un parco nazionale può essere un buon tentativo se si " legge" la " storia" dei paesini di tutti gli altri parchi italiani ove l'andamento delle rispettive curve demografiche è ora in ascesa ( dati ISTAT), segno che è ripreso il piacere e la possibilità economica di viverci.   


                                                                                                                     pinoguzzardi
« Ultima modifica: 14:22:59 pm, 30 Giugno 2010 da pinoguzzardi »

Offline SC

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Che c'entrano i politici con le "regole"?

a me risulta che le scrivano loro, nella misura in cui sono sindaci, presidenti, deputati e ministri o mi sbaglio?
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Offline Luca

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a me sembra che "pinoguzzardi" abbia confutato (e bene) le sue idee,per quanto possibile; scrivo"per quanto possibile" perchè il limite c'è ed è il futuro.
E qui entra in gioco quanto detto e ripetuto da "SC: ...e poi?, ...ma se? ,

Se mi permettete un'osservazione in merito, credo che rappresentiate quasi perfettamente gli schieramenti pro e contro,con la differenza che chi vuole appiopparci il parco (e non chi è per scelta favorevole al parco) non si preoccupa minimamente di tenere in considerazione chi abita le aree interessate.

La gente comune non si fida della via tracciata dalla politica (e non mi riferisco certo a quella locale) e percepisce il parco come un pericolo,cosa che non è detto che non sia o che non potrebbe diventarlo.
La parte che mi vede più vicino al partito del no è l'assoluta incertezza sul futuro e l'indimostrata ricaduta positiva;
suppongo sia questo a cui si riferisce SC parlando di affidarsi solo agli auspici.
Di contro è pur vero che non è possibile avere la certezza assoluta sul da farsi e che bisogna sperare (e lavorare ponendo le condizioni) per il meglio.

Per farla breve mi sento di interpretare il terzo schieramento,quello che personalmente penso sia il più numeroso:
quello della gente che continua a chiedersi "a quale parco vorreste che dicessi di sì?".

Io vedo il parco come uno strumento e come tale può essere usato sia per perseguire fini diciamo così,nobili,sia l'opposto;
forse bisognerebbe cominciare a chiederci,o meglio dovrebbero farlo le istituzioni e gli enti coinvolti (primi fra tutti i promotori), come poter evitare le storture che potrebbero esserci, come sottrarre e limitare il campo d'azione di chi è al di fuori del parco stesso.
E tutto questo esclusivamente per lasciare il parco così come viene inteso,uno strumento di tutela.

Ritengo che la strada da seguire dovrebbe andare nella direzione di un parere vincolante da parte dei residenti (sempre che questo tipo di parere possa essere legalmente espresso), volendo mutuare un noto slogan della politica nazionale: "padroni a casa nostra"

Offline pinoguzzardi

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Caro Luca,
" la gente comune non si fida e percepisce i parco come un pericolo" e per certi aspetti è proprio così, stante le " bufale" che sono state poste in giro anche da certi amministratori locali, anche "capipopolo", i quali hanno sbandierato ai quattro venti  ( a parte gli asparagi e la cicoria) " non vogliamo altri vincoli, ne abbiamo già abbastanza", seppure sapendo, spero, che il parco non imporrà vincoli aggiuntivi in termini " negazionisti "bensì  regole condivise sul " fare ", al fine di tutelare il nostro bel territorio che, purtroppo, dal dopo guerra e fino agli anni 60, è stato orrendemente deturpato, soprattutto quello urbano.   

Voglio documentare quanto rilevato sul parco nazionale  delle dolomiti bellunesi, istituito nel1990, facilmente riscontrabile su Internet :

Le Finalità del Parco:
- Tutela di un complesso di valori naturalistici, storici, paesaggistici e ambientali e conservazione dei valori biogenetici della flora e della fauna nonchè degli attuali aspetti geomorfologici.
- Creazione di migliori condizioni di vita per le genti delle zone montane interessate.
- Promozione della ricerca scientifica e dell'educazione ambientale (divulgazione della cultura naturalistica).
- Favorire il ripristino delle attività agrosilvopastorali, compatibili con le finalità di tutela, nelle aree a più spiccata vocazione primaria.

L'obiettivo fondamentale è la creazione di opportunità di sviluppo attraverso una seria politica di tutela dei valori naturalistici che rappresentano la vera risorsa del territorio.

Sono state condotte indagini sul grado di conoscenza, gradimento e sulla percezione del

 Nel 2005 il 77% dei residenti dichiarava che il Parco ha portato vantaggi al territorio, nel
2007 la percentuale è salita al 79%.

 Nel 2005 abitare in un Comune del Parco era: un’opportunità per il 53% dei residenti,
un limite per il 6% e indifferente per il 41%.

 Nel 2007 abitare in un Comune del Parco era: un’opportunità per il 66% dei residenti,
un limite per l’8% e indifferente per il 26%.

UN ENTE PUBBICO AD ELEVATA CAPACITÁ D’IMPRESA
 Con una struttura formata dal Direttore e da soli 13 dipendenti il Parco ha
realizzato investimenti, nell’arco di 16 anni (1993-2009) per oltre 30,5 milioni di euro.

 La maggior parte degli investimenti è stata grazie a risorse finanziarie che il Parco è riuscito
a reperire presso l’Unione Europea, la Regione Veneto, Fondazioni bancarie e sponsor
privati.

 Nel quinquennio 2005-2009, a fronte di un trasferimento ordinario dallo Stato di 6 milioni
di euro sono stati realizzati investimenti per 8 milioni di euro: metà per realizzare
infrastrutture e opere immobiliari, metà per progetti di promozione socio-economica,
ricerche, studi, pubblicazioni, eventi culturali.

 Gli investimenti in conto capitale del quinquennio 2005-2009 sono stati realizzati per il 24%
con fondi statali, per il 56% con risorse derivanti da progetti europei o a finanziamento
regionale, per il 20% con fondi reperiti presso altri Enti, con una capacità di
autofinanziamento del 76%.

Carta Qualità” è un progetto di marketing territoriale, nato nel 2000 per promuovere le
aziende turistiche, agroalimentari e artigianali del territorio, attraverso la concessione d’uso
del logo del Parco.
 Il Parco ha elaborato dettagliati protocolli, che stabiliscono criteri tecnici di qualità e rispetto
dell’ambiente, le aziende che, volontariamente, rispettano tali protocolli possono fregiarsi
del logo dell’area protetta e beneficiare di attività di promozione in Italia e all’estero.
 “Carta Qualità” è una garanzia per il turista fruitore dell’area protetta ed uno strumento di
promozione per piccole aziende di territori marginali, che da sole non potrebbero
permettersi campagne pubblicitarie come quelle garantite dal Parco attraverso il sito
internet, la pubblicazione di opuscoli promozionali, la partecipazione a fiere,
l’organizzazione di eventi per i turisti come la “Festa d’estate al Parco”, che attira migliaia di
visitatori ogni anno.
 Negli ultimi cinque anni il circuito si è rafforzato notevolmente, superando le 250 aziende
aderenti e facendo di “Carta Qualità” la più grande “community” italiana di imprenditori che
collabora con un’area protetta.
 Nel 2006 i protocolli per la concessione del marchio sono stati completamente rivisti,
inserendo il “menù del Parco” e prevedendo la categoria “amici del Parco” per strutture
commerciali o fornitori di servizi che promuovano il Parco anche all’esterno dei 15 Comuni.


E non mi pare che questi siano dati preoccupanti, tutt'altro.

 Questa è solamente o una esemplificazione, ma su dati reali, che vanno però sulla scia delle finalità che la legge si prefigge per i territori e le popolazioni dei parchi nazionali.
« Ultima modifica: 16:30:50 pm, 30 Giugno 2010 da pinoguzzardi »

Offline SC

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dottore mi sembra che la finalità di tutela sia oltremodo ribadito, ma poi non penso che nel sito del parco troverà mai scritto "qui tutti si lamentano" diciamo che la fonte mi sembra di parte.

comunque  ho guardato il sito del parco delle dolomiti , parco di 32 mila mq  e sopra i 2000 m di altitudine quindi molto inferiore a quello che è stato proposto per qui

e ho trovato questo mappa
http://www.dolomitipark.it/doc_pdf/masterplan/MP_T05_analisi_proprieta_fondiaria.pdf

dove si può notare che in pratica quasi tutto il territorio è proprietà demaniale o pubblica.

di cosa dovrebbero  lamentarsi se sono pochi i diretti interessati? e magari costituiscono quella percentuale che vede il parco come limite  che è arrivata all'8%  perchè direttamente interessata.

per il parco degli iblei non è così la maggior parte di territorio è di proprietà privata, di cittadini.
ora sono certo che il dottor guzzardi dirà che questa cosa non ha attinenza o è improprio o e sbagliato, perchè i documenti che valgono sono solo quelli che porta lui all'insegna dell'ottimismo.
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Offline pinoguzzardi

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Lei continua a sorprendermi con le Sue affermazioni,

a differenza di quanto sostenuto  accetto tutti i documenti e non certo solamente quelli che produco io, anche i Suoi.

Ma quando una ricerca statistica sui residenti afferma che  il parco ha apportato vantaggi a tutto il territorio e che lo stesso è stato una opportunità per i suoi  abitanti Lei ritiene che questi siano giudizi che riguardano il territorio demanale o non già, invece, il vivere civile della popolazione?

A parte le finalità elencate, che riflettono la "ratio" della norma giuridica che li regge e che sarebbe opportuno che Lei rileggesse, ritiene che quegli investimenti per 8 milioni di euro spesi metà per realizzare infrastrutture e opere immobiliari, metà per progetti di promozione socio-economica, ricerche, studi, pubblicazioni, eventi culturali riguardono il " deserto" demanio e non invece i cittadini residenti?

E quelle 250 aziende aderenti a quel progetto di di “Carta Qualità”, sulla base di una operazione di marketing a favore dei prodotti delle aziende  di quel territorio, che hanno realizzato la più grande “community” italiana di imprenditori che collabora con un’area protetta, si occupano secondo Lei di incolte terre demaniali o invece delle attività agro-silvo-pastorali degli " uomini e donne" che vi risiedono ?.

Ma come ho detto in precedenza quella è solo una esemplificazione di quello che un parco nazionale può realizzare sulla basi delle indicazioni normative generali previste dalla legge.


                                                                                                                     pinoguzzardi


                                                                                                                                 


 

Offline SC

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Ma quando una ricerca statistica sui residenti afferma che  il parco ha apportato vantaggi a tutto il territorio e che lo stesso è stato una opportunità per i suoi  abitanti Lei ritiene che questi siano giudizi che riguardano il territorio demanale o non già, invece, il vivere civile della popolazione?

stando alla mappa io penso che quelle persone danno un giudizio su una cosa che non li riguarda direttamente.
nessuno qua si sognerebbe di essere contrario al parco se fosse limitato a territorio demaniale
ma qui il parco proposto non è tutto su territorio demaniale o mi sbaglio?

la diversità rispetto quel parco è che la gente subisce il parco nell'attività lavorativa

A parte le finalità elencate, che riflettono la "ratio" della norma giuridica che li regge e che sarebbe opportuno che Lei rileggesse, ritiene che quegli investimenti per 8 milioni di euro spesi metà per realizzare infrastrutture e opere immobiliari, metà per progetti di promozione socio-economica, ricerche, studi, pubblicazioni, eventi culturali riguardono il " deserto" demanio e non invece i cittadini residenti?

la "ratio" viene definita dalla legge quadro 394 del 1991
art.1 legge quadro
1. La presente legge, in attuazione degli articoli 9 e 32 della Costituzione e nel rispetto degli accordi internazionali, detta principi fondamentali per l'istituzione e la gestione delle aree naturali protette, al fine di garantire e di promuovere, in forma coordinata, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale del paese.


art 2
1. I parchi nazionali sono costituiti da aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono uno o più ecosistemi intatti o anche parzialmente alterati da interventi antropici, una o più formazioni fisiche geologiche, geomorfologiche, biologiche, di rilievo internazionale o nazionale per valori naturalistici, scientifici, estetici, culturali, educativi e ricreativi tali da richiedere l'intervento dello Stato ai fini della loro conservazione per le generazioni presenti e future.


la conservazione è la ratio dei parchi, tutto il resto è secondario

o forse questa è una delle poche leggi in cui l'intenzione stessa della legge (ossia la ratio legis) non viene espressa all'inizio ma in qualche codicillo?


E quelle 250 aziende aderenti a quel progetto di di “Carta Qualità”, sulla base di una operazione di marketing a favore dei prodotti delle aziende  di quel territorio, che hanno realizzato la più grande “community” italiana di imprenditori che collabora con un’area protetta, si occupano secondo Lei di incolte terre demaniali o invece delle attività agro-silvo-pastorali degli " uomini e donne" che vi risiedono ?.
                                                                                                 

dottore i soldi vengono stanziati innanzitutto per gli uomini non per gli stambecchi è chiaro che anche se quel parco è quasi tutto demaniale hanno ricevuto contributi  e soldi che li hanno fatto contenti, solo che questi sono furbi non hanno mai avuto gli svantaggi dei vincoli visto che la proprietà era dello stato.

ha presente i papponi ? questi al re di francia non danno la moglie , ma solo una donna che lavora per loro e intascano i soldi.

ripeto se si vuole fare il parco nei territori demaniale per  me niente in contrario, lo stato di quello che è suo può fare quello che vuole.


P.S.: non c'entra nulla con il discorso ma lei in cosa è laureato?
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Offline pinoguzzardi

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Poichè riguardo al mio precedente post che era solamente " esemplificativo" del modo come si deve applicare la normativa sulle aree protette si è sostenuto che l'esempio non è " calzante" in quanto quello delle foreste bellunesi è un parco di piccole dimensioni e con un territorio superiore ai 2.000 metri, sostenuto peraltro quasi interamente demaniale, mi sposto a sud, nel Gargano.

Il parco nazionale del Gargano è esteso n118.144 ettari ed interessa ben 18 Comuni della Provincia di Foggia, con un territorio ricco di fattorie ove si produce olio e vino e dove è propsero l'allevamento del bestiame.

A cura dell'Ente Parco si è organizzata , la borsa dell’ecoturismo che ha rappresentato  una occasione privilegiata per sensibilizzare il grande pubblico al rispetto dell’ambiente, e un forte potenziale per sostenere attività economiche tradizionali che aiutano a migliorare la qualità della vita.

Titolari delle strutture ricettive, artigiani, agricoltori, imprenditori si sono incontrati in questi quattro giorni a Vico Del Gargano. Un evento ben accolto dagli oltre 60 espositori di vari settori merceologici presenti negli stand del Palazzo Della Bella. Contro ogni più rosea previsione tutti hanno raggiunto lo scopo principale della fiera: l’avvio e il consolidamento di proficui scambi commerciali. E’ stata una ottima occasione per promuovere e vendere, un evento per tutte le attività produttive, legate alla cultura del territorio, che contribuiscono allo sviluppo dell’ecoturismo.

Ed ecco alcuni giudizi espressi dagli operatori:

- Gli espositori in coro: “Un’ottima iniziativa che ci ha fatto conoscere il vasto panorama del settore turistico e agro-alimentare

- Matteo Cimaglia, titolare delle Aziende Agricole Cimaglia in Vieste:
“Per noi che produciamo diversi prodotti tipici come il vino, l’olio e i formaggi di pecora, è stata una esperienza del tutto positiva. Ci ha permesso di instaurare un bellissimo rapporto con i colleghi di altre realtà produttive, ma soprattutto con tantissimi operatori turistici che operano nel Parco Nazionale del Gargano i quali finalmente, grazie a questi eventi e grazie alle iniziative promozionali dello stesso Parco, stanno iniziando a capire che nelle strutture ricettive bisogna puntare ad una sana alimentazione basata sulla tipicità locale. Personalmente mi ritengo soddisfatto di questa interessante borsa dell’ecoturismo. Un po’ dispiaciuto per aver visto pochi operatori viestani” .

- Pietro Prencipe, presidente Coop. Agro-zootecnica San Salvatore in Manfredonia:
“E’ la prima volta che noi partecipiamo ad una rassegna fieristica. Il bilancio? Entusiasmante. Fino a ieri i nostri prodotti riempivano al massimo i mercati di Manfredonia, Monte Sant’Angelo e San Giovanni Rotondo. Grazie a questa bella esperienza siamo riusciti ad avviare contatti con numerose strutture alberghiere di Peschici e Rodi Garganico che ci hanno chiesto grosse quantità di prodotto. Insieme agli altri colleghi espositori non possiamo augurarci che questi eventi continuino nel segno della promozione del nostro Gargano. Con un auspicio: vedere finalmente i formaggi e le carni locali sulle mense delle strutture turistiche, molte delle quali prima di questa rassegna non conoscevano nemmeno l’esistenza” .

Ed è stata quella una iniziativa dell'Ente Parco in linea con le esplicite indicazione della norma sulle zone protette.

Per Lei, sign. Caligiore, così attento e me ne congratulo alle problematiche agricole e zootecniche del nostro territorio,  riproduco una lettera  a firma gli allevatori del gargano :

" Gli allevatori aderenti alla sezione podolica dell’apa di capitanata, presieduta da Ciccio de Majo, nei giorni scorsi hanno incontrato presso la sede di Foggia il presidente del parco nazionale del gargano, Matteo Fusilli per fare il punto sulle numerose attività promosse e finanziate dall’ente parco a favore dell’incremento della razza podolica nel territorio dell’area protetta. L’occasione è servita anche per verificare il mutamento subito dal comparto zootecnico garganico alla luce degli ultimi interventi effettuati dal parco nazionale del gargano.

Ggrazie ai contributi erogati dall’ente parco, oggi questa razza non è più una razza in estinzione. nel 1999, infatti, il parco stanziò un cospicuo contributo finanziario per l’acquisto di tori podolici, mentre nel 2001 ha finanziato un premio di mantenimento alle vacche podoliche in purezza per cinque anni.el frattempo abbiamo riscontrato l’incremento degli allevatori in selezione, passati dai soli 3 del 2000 ai 25 del 2002, mentre i capi di bovino podolico sono passati dai 300 del 2000 ai 763 dell’anno appena trascorso. numeri, questi, che hanno confermato ancora una volta l’importanza che il parco ha assunto nell’economia agro-zootecnica del gargano, garantendo a tutte quelle aziende rientranti nel perimetro del parco, un sostegno economico che ha influenzato non poco sulla cultura e sugli aspetti socio-economici degli agricoltori locali., “siamo molto soddisfatti per i risultati raggiunti in soli due anni.

Il parco, insieme agli allevatori del gargano non solo è riuscito a dare un forte stimolo alle economie locali, ma ha anche evitato l’abbandono e quindi la perdita di importanti presidi umani e una differenziazione paesistica utile per la natura e la cultura del nostro territorio”.

ciccio de majo, presidente della sezione podolica.

Ma anche quest'ultimo è semplicemente un esempio ma mi conforta il fatto che le superiori affermazioni nascono da inziative assunte proprio in relazione alle norme contenute nella legge quadro.

Ed allora: i bellunici si, i garganici si e gli ibleici no?


                                                                                                                                pinoguzzardi

P.S.: scienze economiche, sign. Caligiore

Rispetto alle Sue osservazioni contenute nel Suo ultimo post non so perchè si è scordato il termine valorizzazione del territorio espressamente riportato nella legge citata e che da' il senso alle inizative di carattere economico e sociale e che è un concetto non certamente secondario, come non lo sono tutte le norme ivi contenute, indipendentemente dal " rigo" ove sono posizionate e questo in generale.   
« Ultima modifica: 19:01:23 pm, 30 Giugno 2010 da pinoguzzardi »

Offline SC

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dottore  le ho già detto che se facciamo come i bellunesi che si fanno il parco in territorio demaniale mi sta bene, cosa c'è ora non le piace il parco in quel modo?


per quanto riguarda l'ultimo post la cui documentazione del 2002 è tratta
http://www.parcogargano.it/?12,8,49

le ricordo come è iniziato questo topic sulla base anche di un articolo di GIORNALE che riportava una notizia molto diversa (con tutti contenti e felici) a riguardo la  riunione  fortunatamente videofilmata.

non vorrei che sti articoli siano come quelli

cosa le posso rispondere beh l'articolo dell'espresso prima proposto non l'ha letto? che fa da da leggere a me e lei non legge quello che le propongono gli altri?

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Parco-nazionale-degli-sprechi/1997007&ref=hpsp
Citazione
Un caso da manuale viene dal parco del Gargano, dove i dirigenti continuano a protestare per la carenza di fondi. Il parco pugliese ogni anno viene divorato dalle fiamme. Ci vorrebbe una sorveglianza più efficiente. Cosa si aspetta a realizzarla? "Non abbiamo soldi", sostiene il presidente Giandiego Gatta. Peccato però che Gatta le risorse le trovi per allietare i turisti: ha finanziato i concerti di Nicola Piovani e Renzo Arbore e lo spettacolo di Enrico Brignano, quest'ultimo a Manfredonia dove Gatta, esponente di An, ha il suo feudo elettorale e si è appena candidato a sindaco.


l'articolo dell'espresso è del 2008

sicuramente il parco del gargano è un ottimo suggerimento contro le pratiche clientelari...
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Offline pinoguzzardi

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" Per potere operare correttamente i parchi devono dotarsi  di strumenti di programmazione come il piano, il regolamento e il progetto pluriennale di sviluppo economico", così come sostiene l'articolo del settimanale l'Espresso.

E questo è sicuramente lapalissiano con la conseguenza che non fa testo l'azione di un Ente Parco senza la prevista programmazione così come dispone la legge.

Io, invece,  parlo di un parco degli iblei governato da quei tre eccezionali strumenti programmatori, il primo dei quali  la legge prevede che si  predisponga entro sei mesi dalla istituzione del parco ed adottato dalla Regione entro i successivi quattro mesi, così come stesso tempi sono praticamente previsti per gli altri due.

Fino a quando questi strumenti programmatori non saranno predisposti ed adottati  la materia è regolamentate dalle " norme di salvaguardia" inserite nel Decreto di istituzione del parco e sulle quali le Comunità locali non si sono  espresse in quanto ancora non formalmente " sentite" e sul quale spero che le nostre Istituzioni Locali facciano la loro parte nell'interesse dei cittadini, altre alla Regione la cui funzione è paritaria rispetto al Ministero, stante che quel decreto dovrà essere emanato " d'intesa".

E dovranno essere norme di salvaguardia " leggere" che dovranno riflettere, sovrapponendola, la normativa in atto esistente in materia di tutela.   

Rispetto poi alla Sua domanda su un parco limitato al solo  territorio demaniale Le rispondo che certamente non mi piace: dove si applicheranno in quel caso le norme sulle " iniziative per la promozione sociale"?.

A favore di chi dovrà essere predisposto il piano pluriennale di sviluppo economico?




                                                                                                                                   pinoguzzardi

enrico tomasi

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Quindi dottor guzzardi, in sintesi, mi pare di capire che per i sostenitori del parco le iniziative a favore delle "promozioni sociali" passino unicamente attraverso  i finanziamenti dei piani pluriennali di sviluppo economico.
Eravamo partiti parlando di economia vera, non assistita, sbaglio?

Offline luciano ferla

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Seppure  in ritardo voglio dare un mio ultimo contributo anche perché personalmente sono tentato di arrendermi e gettare la spugna.
Non voglio dire di avere cambiato idea. Tutt’altro. E’ solo che non ce la faccio a sostenere il ritmo delle risposte e contro risposte: purtroppo non ho molto tempo a disposizione. Pur reputando il forum un incredibile mezzo di comunicazione e conoscenza , questo rimane, per me, un mezzo virtuale e poco adatto al mio personale modello di scambio  delle opinioni che è, e rimane, quello “de visu”.

Invidio al dott. Guzzardi, e ad altri,  il tempo libero che hanno per mettersi a rovistare in mezzo alle pieghe di internet per scovare argomenti a sostegno delle loro tesi, e bisogna riconoscere, che mettono a disposizione quanto riescono  a trovare, per supportare ciò in cui credono: e questo va da sè che è un merito.
Purtroppo il lavoro di tutti è viziato da un problema di fondo: ci si  è apertamente schierati da una parte o dall’altra, e come un avvocato difensore, pur consapevole che l’imputato è colpevole, si espongono le proprie argomentazioni in modo da impressionare la corte a vantaggio esclusivo del proprio cliente. Ma del resto anche il pubblico ministero fa la stessa cosa: fa di tutto per far condannare l’imputato.
Ora, anche se qui, e mi si scusi la metafora, fortunatamente, non ci troviamo in un’aula di tribunale, ci ritroviamo due schieramenti opposti l’un contro l’altro armato e, forse, siamo caduti, tutti quanti, nel tranello psicologico che per difendere le nostre tesi, non ci importa più, o forse l’abbiamo dimenticato, di cosa stiamo parlando.
Io personalmente vorrei ricordarmelo di cosa stiamo parlando e l’argomento è il nostro territorio con il suo futuro, su cui pende, come una spada di Damocle, questo macigno chiamato parco. Non voglio tornare indietro a rovistare argomenti già trattati e ampiamente dibattuti. Voglio solo ribadire che il mio NO non è una presa di posizione ideologica o per partito preso, (anche perché spesso, io stesso, me la faccio la domanda: ma chi sa se il parco, alla fine, non sarebbe utile per il nostro territorio?) e la risposta sta sempre nella domanda stessa. Ma se fossimo così sicuri dei benefici che apporta il parco che bisogno ci sarebbe di discutere? Non sarebbe il caso di scendere in piazza e chiedere l’immediata istituzione e attuazione del parco stesso? E forse il dott. Guzzardi di botto dirà: facciamolo.
A questo punto credo che valga la pena anche per una maggiore consapevolezza, e persino come strumento di prevenzione contro i rischi oggettivi insiti nella realizzazione del parco, ampliare il raggio del confronto attraverso un qualche strumento in cui le opposte fazioni facciano sentire la loro voce.
Chi si oppone al parco è gente preoccupata. Preoccupata del cambiamento, delle incertezze legate alle zonizzazioni e al regolamento. Preoccupata della possibile perdita di consolidate pratiche economiche.  Preoccupata per la perdita di valore del proprio fondo o terreno. A poco valgono le rassicurazioni circa la bontà dei fini, le prospettive legate alle opportunità insite nel parco stesso. E non si tratta di preoccupazioni da ignoranti o da persone che si ostinano a volere pensare in maniera retrograda. Io, personalmente, e probabilmente sarà un limite, parto dal presupposto che se mi si propone una cosa che non ho chiesto la rifiuto, a maggior ragione se mi viene imposta e specialmente se non è del tutto chiaro lo sviluppo successivo all’accettazione.  E come me non ci sono solo agricoltori, ma ci sono artigiani, professionisti e cittadini che vedono nel parco qualcosa che non è perfettamente chiaro, dagli sviluppi imprevedibili in ogni caso lenti e lontani da venire, infine qualcosa che è stata imposta senza che nessuno ne abbia mai fatto richiesta. E mi sembra comprensibile per chiunque la riluttanza verso qualcosa che dovrà essere vissuta sulla propria pelle.
Perché veda dott. Guzzardi, un conto è fare da se stessi una qualunque cosa, sapendo cosa significa farla sotto tutti i punti di vista (economici, di impegno personale, dei rischi) un altro conto è dire a qualcuno di farla anche solo con dei semplici consigli. In questi giorni mi sono trovato in una azienda agricola che doveva fare il raccolto di quanto seminato l’autunno scorso e dove una certa partita di terreno era stata seminata con metodo biologico. L’agricoltore mi faceva vedere che non c’era quasi nulla da raccogliere: tutto il terreno invaso da piante infestanti che avevano rovinato quanto si sarebbe dovuto raccogliere, con l’ulteriore aggravio di dovere pulire adesso il terreno per prepararlo alla prossima annata. Ora, vero è, che tutte quelle porcherie che si buttano nel terreno fanno male alla salute di tutti (uomo e natura) ma è pur vero che se quell’agricoltore deve trarre qualche frutto dalla sua terra, biologicamente, raccoglie ben poco e a nulla potranno servire  le allettanti prospettive di vendere il prodotto in maniera più conveniente: i costi sono esagerati e la riuscita dell’impresa incerta (come in questo caso dove alla fine si sono solo buttati soldi).
Noto pure che gli appassionati del parco è tutta gente idealista che vive il territorio in maniera domenicale, per passatempo, da innamorati del territorio (e questa non è una pecca, anzi). Ma noto pure che gran parte di quelli che si oppongono, o che sono titubanti  è gente che vive nel territorio, da esso trae sostentamento e fa economia, insomma è gente sposata con il territorio. Tanto per essere più espliciti:  ma si vuole mettere sullo stesso livello l’ansia di un agricoltore di fronte a questi problemi con l’entusiasmo di chi il parco lo vuole?
Ecco perché l’argomento del parco è viziato alla base: perchè si pretende, che altri dovrebbero fare cose che chi li propone solitamente non fa. In tutte le discussioni, riunioni, conferenze, dibattiti cui ho partecipato, non ho mai visto agricoltori, o gente che vive anche indirettamente dell’economia del territorio,  schierati per il sì al parco, al massimo ho visto gente titubante e alquanto dubbiosa. Come mai? Incapacità di vedere oltre certi orizzonti? Semplice ignoranza? Non credo.   

Offline pinoguzzardi

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Ma le azioni di un " piano pluriennale di sviluppo" Lei, sign. Tomasi, ritiene che trattasi di economia assistita e non invece di " iniziative per la promozione economica e sociale"?

Ed è sicuramente economia " reale" la realizzazione di " attrezzature, impianti di depurazione e per il risparmio energetico, servizi ed impianti di carattere naturalistico-naturalistico da gestire in proprio o da concedere in gestione a terzi, l'agevolazione o la promozione, anche in forma cooperativa, di attività tradizioni artigianali, agro-silvo-pastorali, il restauro di beni immobili oltre che ambientale, così come ogni altra niziativa atta a favorire lo sviluppo del turismo e delle attività connesse".

Sono, infatti, tutte attività che producono reddito reale grazie al turismo, all'attività artigianale ed agricola.

Sui finanziamenti statali e regionali, oltre che europei, al territorio di un parco nazionale è " attribuita priorità nella concessione dei relativi finanziamenti" finalizzati alla realizzazione di quelle attività.

A titolo esemplificativo:

Il Piano Strategico Nazionale per lo sviluppo rurale, elaborato dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, ha l'obiettivo di " sostenere la competività del settore, valorizzare l'ambiente, migliorare la qualità della vita delle zone rurali ed allargare le potenziali fonti di reddito delle relative aziende".         

E su tutto il territorio nazionale sono disponibili, fino al 2013, ben 17,6 miliardi di reddito cofinanziati dalla Unione Europea.

E su queste somme è sicuramente meglio averne " priorità".

L'obiettivo del citato Piano, a livello nazionale, è " allargare la base produttiva agricola dei prodotti di qualità, che hanno quel forte legame con il territorio di produzione che è una delle caratteristiche più apprezzate del  Made in Italy agroalimentare, per raggiungere la massa critica necessaria ad affrontare con adeguate politiche di marketing i mercati, con importanti ricadute sui prezzi e quindi sui redditi degli agricoltori".

E gli interventi programmati nel Piano, tra l'altro,  " puntano ad incentivare  gli agricoltori per una produzione di prodotti di qualità certificati e, nell'ambito, per i prodotti biologici, incentivi per i progetti integrati di filiera, dalla produzione biologica sia vegetale che dell'allevamento  realizzando, riconvertendo e potenziando gli impianti produttivi e di commercializzazione".   

Nell'ambito delle somme disponibili in quel Piano Strategico Nazionale è sempre meglio, ripeto, averne prelazione così come previsto 6 dicembre 1991, n. 394 che ha, quali finalità, sia la " conservazione" del patrimonio naturalistico che la correlata " promozione" economica per le popolazione dei relativi territori nell'ambito di uno " sviluppo sostenibile" .   


                                                                                                                                       pinoguzzardi 
« Ultima modifica: 18:28:24 pm, 05 Luglio 2010 da pinoguzzardi »

 

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