Autore: Visitatore Topic: Video da diretta conferenza sostenitori parco iblei e scontro con i contrari  (Letto 84684 volte)

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enrico tomasi

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Attività finalizzate ad incrementare ed incentivare il turismo, l' agricoltura di eccellenza, l'artigianato di qualità, la commercializzazione dei nostri prodotti locali siano essi provenienti direttamente dallla terra o dagli allevamenti quali il latte, i latticini, i salumi, l'olio ed  il vino di qualità, possibilemente biologico,  e quant'altro e ciò con una politica unitaria di " marketing" anche utilizzando, se si verificano le condizioni qualitativa dei prodotti, il marchio del Parco.

Ma cosa vuole di più, la Luna?.

                 
no dottor guzzardi, io vivo sulla terra, mi dimostri che è lei a non vivere sulla luna e risponda semplicemente a queste domande:

ho qualche piccola somma da investire e pure un consistente appezzamento di terreno che ricade nell'area del parco, ma sopratutto tanta volontá di rimettermi in gioco professionalmente....quale attività  mi indica?
Quali mestieri annesse alle immense risorse che attribuisce alla costituzione del parco si sente di suggerire ai tanti giovani privi di lavoro e di idee?


Offline pinoguzzardi

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Egregio sign. Tomasi,

non ho mai utilizzato il termine " immense risorse".

Le risorse saranno quelle che l'attuale sistema economico italiano riuscirà a dirottare nei parchi nazionali ed in tal senso i " tempi berlusconiani" sono tristi e lo stesso Ministro per l'Ambiente, la " nostra" o per meglio dire la " vostra" Stefania Prestigiacomo ha dovuto aderire, seppure costernata, alla tesi " In questo modo è a rischio l'attuazione della Strategia nazionale per la biodiversità, di recente pubblicata dal ministero dell'Ambiente, l'adempimento agli accordi internazionali della Carta di Siracusa firmata dal nostro governo e di tutti quei progetti che i parchi in modo costante attivano per aiutare e far crescere l'economia delle realtà circostanti».

Tuttavia io sono ancora fiducioso in una inversione di rotta per quella decisione confidando nella "avvenente" determinazione della citata Stefania. 

In ogni caso, per dirla in dialetto " nostrano" ogni ficateddu di musca è sustanza.

Rispetto alla Sua richiesta di personale consulenza sui Suoi investimenti sia monetari che immobiliari sono certo che Lei non avrà alcuna necessità di suggerimento: farà da sè e con successo.

Se l'economia del territorio avrà sviluppo, come io confido e spero, basta la intelligenza e la volontà di persone come Lei per seguirne la scia così come faranno " i tanti giovani privi di lavoro e di idee" come da Lei affermato.

E nessuna "guarderà la luna", se non esclusivamente per ammirarla, restando attaccato alla propria terra.
 
                                                                                                                       pinoguzzardi   

enrico tomasi

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la prestigiacomo se la tenga lei, con tutto il rispetto, ha sposato la sua tesi, non la mia. a me interessa l'economia vera, non i dirottamenti di fondi...

per i "figateddi di mosca" ci sono i lavori socialmente utili, i cantieri di lavoro ecc. ecc; spero i giovani inizino a cambiare rotta in tal senso, l'ambizione è una cosa seria caro dottor guzzardi.

non guardi il dito, mi parli della luna piuttosto! continua a non rispondere dottore, è lei l'esperto in scienze economiche, ne ha pure i titoli se non sbaglio; interpreti le mie domande come una richesta di consulenza professionale...vuole che per la terza volta glie le riformuli?
« Ultima modifica: 13:41:34 pm, 31 Luglio 2010 da enrico tomasi »

Offline sebyali

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I si ed i no al parco si sprecano. Ognuno delle parti potrebbe avere ragione sugli effetti positivi e negativi che il parco creerebbe sul nostro territorio. Dico potrebbe perché nessuno può dire cosa succederebbe, le variabili sono talmente tante che tutto potrebbe dipendere da troppe persone e  da troppi eventi.

Però vedo che nessuno si concentra sulle reali possibilità del nostro territorio e degli IBLEI in particolare. Indicare nel caso dell'agricoltura quale agricoltura e quali prodotti valorizzare, a prescindere dal parco, come risollevare un agricoltura oramai allo sbando, come tutelare gli agricoltori in mano di grandi gruppi che stabiliscono i prezzi sul campo,(facendo i conti in tasca a chi sul territorio lavora e sputa sangue) guadagnando cento volte di più con il minimo sforzo.

Chiediamoci se il parco risolverà questi ed altri problemi.

Se un giovane vuole lavorare in campagna quali problemi troverà. Vediamo se siamo in grado di rendergli la vita meno complicata, indicandogli come fare un agricoltura più competitiva invece di proporgli contributi economici  che gli daranno a breve gli stessi problemi. Diamogli conoscenze invece di soldi.

personalmente non penso che il parco sia la panacea di tutti i problemi, specialmente se consideriamo da dove partiamo e dal livello agricolo che abbiamo negli IBLEI in generale.

Da tecnico penso ancora che il parco possa in qualche modo aumentare quelle burocrazia che tanto aborriamo,per favorire poi i grandi gruppi che hanno soldi da investire cosi che chi e ricco si arricchisce sempre più a scapito di chi non ha economia. Rimboccarsi le maniche ed indicare strade certe a chi vive sul territorio in modo da fare sistema potrebbe essere la soluzione. Un agricoltore rimane solo un agricoltore, ma cento che si muovono insieme ed in sinergia diventano un armata inarrestabile, manca una cultura collaborativa, ma da li bisogna partire a prescindere dal parco altrimenti tutti faranno delle persone quello che vogliono.

 

Offline SC

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Se un giovane vuole lavorare in campagna quali problemi troverà. Vediamo se siamo in grado di rendergli la vita meno complicata, indicandogli come fare un agricoltura più competitiva invece di proporgli contributi economici  che gli daranno a breve gli stessi problemi. Diamogli conoscenze invece di soldi.

personalmente non penso che il parco sia la panacea di tutti i problemi, specialmente se consideriamo da dove partiamo e dal livello agricolo che abbiamo negli IBLEI in generale.

Da tecnico penso ancora che il parco possa in qualche modo aumentare quelle burocrazia che tanto aborriamo,per favorire poi i grandi gruppi che hanno soldi da investire cosi che chi e ricco si arricchisce sempre più a scapito di chi non ha economia.
 

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Offline pinoguzzardi

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Sarei onorato di essere il Suo consulente, sign. Tomasi, ma non ritengo necessaria la mia opera nel Suo caso.

Lei è sicuramente capace di " gestirsi " da sè.

Ed è, questa, la terza volta che Le rispondo compiutamente, non insista, la prego.

La Sua rischia di divenire petulanza.

La Prestigiacomo non ha certo sposato la mia tesi ma quella dei " padri costituenti" che hanno scritto l'art. 9 della Carta Costituzionale.

Ed è proprio in relazione alla assoluta necessità di cambiare rotta che mi rivolgo alla " ambizione" dei giovani, ma anche alla Sua, e non certo a quella politica che ha voluto " lavori socialmenti utili" che nulla hanno apportato alla economia del nostro territorio.

Quell'altra, quella che auspico io, è " economia reale", seppure orientata ( non assistita) dallo Stato.

E non so se Lei abbia mai letto la  "Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta" di  John Maynard Keynes, seppure quella è macroeconomia, ma con riflessi anche sul micro sistema economico.

Concordo con Lei, l'ambizione è una casa seria, ed io sono un uomo ambizioso per le mie idee e consolidati comportamenti, seppure il successo lo auspico anche per l'intera mia comunità che, peraltro, è anche la Sua.

                                                                                                                              pinoguzzardi
« Ultima modifica: 14:09:15 pm, 31 Luglio 2010 da pinoguzzardi »

enrico tomasi

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Mi spiace se le sono apparso impertinente, e scusi se insisto signor guzzardi, lei ha semplicemente evaso le domande dicendomi che ero capace di gestire le mie eventuali attività in autonomia, non mi ha dato risposta alcuna ad esse, sarei onorato se lo facesse.

Offline pinoguzzardi

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Molto interessante l'intervento dell'utente " sebyali" il quale analizza l'attuale situazione " asfittica" della agricoltura iblea proponendo "quale agricoltura e quali prodotti valorizzare, a prescindere dal parco, come risollevare un agricoltura oramai allo sbando, come tutelare gli agricoltori in mano di grandi gruppi che stabiliscono i prezzi sul campo" ed auspicando per gli agricoltori una azione per "come fare un agricoltura più competitiva invece di proporgli contributi economici  che gli daranno a breve gli stessi problemi. Diamogli conoscenze invece di soldi."

Ed è proprio questo il punto non più soldi a pioggia semmai " conoscenze" e se proprio in relazione alla acquisizione delle citate conoscenze ed allo loro volontaria realizzazione sul campo, quell'agricoltore in un primo tempo ci perderà, ben vengano i contributi ma assolutamente temporanei e finalizzati all'obiettivo.

Alla fine quei contributi, tratti dai contribuenti, ritorneranno ai medesimi contribuenti sotto forma di maggiore reddito per l'intera comunità.

Giustamente afferma che bisogna " fare sistema", ma chi coordinerà quel sistema se non un Ente all'uopo preposto il quale, relativamente alla buracrazia, tenderà a snellirla e non già ad aggravarla, stante le previsione normative.

Quale esempio di azioni in tale senso riproduco, quì di seguito, un documento:

Parco nazionale Val Grande - Regolamento pluriennale per la concessione di contributi e sussidi finanziari per l'agricoltura sostenibile
(Deliberazione del Consiglio direttivo n. 88 del 3 dicembre 1999)

Art. 1 - Premessa - La Legge Quadro sulle Aree Naturali protette n. 394/91 prevede come finalità, oltre alla conservazione dell'ambiente naturale, lo sviluppo di attività economiche sostenibili.

Il Settore Agricolo ricopre un ruolo fondamentale per il mantenimento e l'insediamento dell'uomo nelle aree montane e per la salvaguardia dell'assetto idrogeologico e del patrimonio forestale e può avere un influsso diretto sul mantenimento di particolari tipologie di paesaggio naturale.

In particolare il mantenimento del pascolo è indispensabile per la conservazione e la gestione dei nardeti (pascoli a Nardus ricchi di specie su substrato siliceo, ambiente di importanza comunitaria).

Il mantenimento delle aziende agricole operanti sul territorio, e I' insediamento di nuove realtà risultano gli aspetti fondamentali da perseguire al fine di operare per la conservazione del paesaggio alpino.

Art. 2 - Finalità - Allo scopo di favorire l'insediamento controllato di nuove aziende agricole nell'area del Parco, con i limiti previsti dallo schema di Piano del Parco approvato dal Consiglio direttivo con deliberazione n. 40 del 28.6.99 e dalle norme vigenti, ed il mantenimento delle attuali sul territorio, è necessario provvedere orientativamente a:

1) - migliorare le produzioni, mediante la dotazione delle strutture basilari;

2) - far crescere professionalmente, con l'opportuna assistenza tecnica, le aziende agricole, in particolare sulle attività di agricoltura compatibile;3)

3) - perseguiti  i primi due obiettivi, favorire la commercializzazione e valorizzazione dei prodotti tipici montani, mediante l'adozione di un "Marchio del Parco"; questo aspetto sarà rilevante per l'insediamento di nuove aziende sul territorio.

La mancanza di questi elementi, è la causa principale, con la concorrenza delle aree urbane, dell'abbandono dell'agricoltura nelle aree montane. Le produzioni di cui al presente Regolamento devono essere compatibili dal punto di vista ecologico e con le norme del Parco.

Art. 3 - Beneficiari - I Soggetti, che possono beneficiare dei contributi previsti dal presente Regolamento, sono i seguenti:

Coltivatore Diretto Titolare di Azienda Agricola;
imprenditore Agricolo;
Coltivatore Diretto Pensionato Titolare di Azienda Agricola,
Cooperative Agricole o Consorzi agricolo forestali;
- Enti Pubblici, con proprietà di interesse agricolo.

Art. 4 - Requisiti - I Beneficiari individuati all'Art. 3 del presente Regolamento dovranno possedere all'atto della presentazione delle domande uno dei seguenti requisiti, in ordine di preferenza:

a) - Residenza e Domicilio nel Territorio del Parco Nazionale Val Grande;

b) - Domicilio nel Territorio del Parco Nazionale Val Grande;

c) - Residenza e Domicilio nei Comuni facenti parte del Parco Nazionale Val Grande;

d) - Domicilio nei Comuni facenti parte del Parco Nazionale Val Grande.

I contributi saranno assegnati per le sole attività esercitate nel territorio del Parco Nazionale Val Grande. A questo proposito si definisce: attività agropastorale esercitata nel territorio del Parco Nazionale Val Grande ogni attività economica di un soggetto che opera professionalmente o come attività complementare, purché regolarmente esercitata secondo le norme vigenti, in un'area interna al territorio del Parco nazionale della Val Grande, anche su terreni non di proprietà purché in accordo legale con il proprietario; e ogni attività aziendale e di trasformazione dei prodotti agricoli e lattiero-caseari connessa con la lavorazione successiva di tali prodotti, purché esercitata all'interno di un comune del Parco, anche se al di fuori del suo confine.

Art. 5- Procedure e Priorità - Per l'erogazione dei contributi previsti dal presente Regolamento verranno aperti dei bandi temporanei della durata di 120 giorni secondo disponibilità e discrezione dell'Ente; successivamente alla chiusura, saranno formate delle graduatorie tenendo conto dell'ordine di preferenza di cui all'art. 4, e al loro interno l'ordine delle seguenti priorità:

1 - Enti Pubblici;

2 - Cooperative Agricole ed altre forme associate;

3 - Coltivatori diretti;

4 - Aziende di nuovo insediamento sul territorio del Parco;

5 - Altre aziende operanti all'interno del Parco Nazionale Val Grande;

6 - Data di presentazione della Domanda.

Le Domande saranno istruite dagli uffici del Parco entro 60 Giorni dalla chiusura dei bandi, e vagliate dalla Giunta esecutiva nei 60 giorni successivi.

Art. 6 - Fonti Finanziarie - L'Ente Parco Nazionale Val Grande provvederà annualmente ad iscrivere nel proprio bilancio annuale l'importo che l'Amministrazione riterrà opportuno destinare in base alle disponibilità di bilancio per la concessione dei contributi di cui al successivo Art. 7. Sulla base di tale previsione di bilancio si provvederà all'approvazione di un bando per l'assegnazione dei contributi. L'Amministrazione del Parco si riserverà inoltre di stabilire la ripartizione dei fondi per le misure, nonché le relative sottomisure di cui all'art. 7.

Art. 7 - Interventi previsti (Misure e Sottomisure)

misura 7.1 infrastrutture rurali

Sottomisura 7.1.A - Elettrificazione Rurale

Al fine di agevolare le zone particolarmente svantaggiate e non collegate da linee di elettrificazione, si ritiene opportuno intervenire mediante l'erogazione di contributi per I' acquisto e la realizzazione di:

Generatori preferibilmente a gas;
Impianti fotovoltaici;
Microcentraline idroelettriche.
Per ogni azienda verranno concessi Contributi in conto capitale a fondo perduto, nella Misura del 50% della spesa totale, con tetto massimo di L.5.000.000= esclusa IVA Gli interventi dovranno essere compatibili con la normativa dei parchi nazionali.

Sottomisura 7.1.B - Allacciamenti idrici

Tra le infrastrutture necessarie al miglioramento delle condizioni aziendali, tra l'altro necessarie ai fini dell'adeguamento alle norme igienico sanitarie (DPR 54/97), rientrano gli allacciamenti idrici, con particolare riferimento alle aziende che trasformano i prodotti lattiero caseari.

Per ogni azienda verranno concessi Contributi in conto capitale a fondo perduto, nella Misura del 50% della spesa totale, con un tetto massimo di L. 5.000.000= IVA esclusa, per la realizzazione o manutenzione di acquedotti rurali, al servizio di una o più aziende. Gli interventi dovranno essere compatibili con la normativa dei parchi nazionali.

Sottomisura 7.1.C. - Trasporto materiali per opere straordinarie

Per le opere di sistemazione e gestione degli alpeggi all'interno del Parco, si ritiene opportuno contribuire alle spese di trasporto dei materiali con elicottero dove necessario. I contributi non sono assegnabili per le località servite da strade o piste forestali esistenti. I contributi per questa specifica misura saranno del 50% sul totale del costo di trasporto, con tetto massimo annuale di L. 10.000.000= IVA esclusa. I trasporti sono soggetti alle normali autorizzazioni rilasciate dall'Ente Parco.

misura 7.2 strutture aziendali

Sottomisura 7.2.A - Locali di Trasformazione e vendita

Al fine di favorire la lavorazione e la trasformazione dei prodotti realizzati nelle aziende particolarmente disagiate, operanti nel territorio del Parco, sono previsti contributi nella misura del 75% in caso di nuova realizzazione, e 50% nei caso di miglioramento locali esistenti, in conto capitale e a fondo perduto, con tetto massimo di L. 20.000.000= IVA esclusa.

Questa specifica misura è rivolta esclusivamente a coloro che svolgono o intendono svolgere attività agrituristica

Sottomisura 7.2.B - Locali per l'Agriturismo

Parallelamente ai contributi previsti nel punto 7.2.A. si ritiene fondamentale il riattamento dei locali in azienda, al fine di incentivare l'attività agrituristica.

Pertanto, verranno concessi contributi nella misura del 50% in conto capitale e a fondo perduto, con tetto massimo. di L. 20.000.000= IVA esclusa.

misura 7.3 zootecnia

Sottomisura 7.3.A - Bovine Iscritte al L.G. della "Razza Bruna"

La valorizzazione dei pascoli montani può essere attuata mediante l'introduzione di animali adattabili alle condizioni geomorfologiche dell'ambiente montano; l'allevamento in particolare bovino a densità adeguate può migliorare in modo efficace i suoli e le varietà vegetali del pascolo. L'introduzione di animali selezionati, in particolare modo la razza "Bruna", favorisce il razionale utilizzo dei pascoli, `grazie alla rusticità e capacità di assimilazione dei foraggi montani. Si ritiene pertanto necessario orientare l'acquisto di animali in grado di garantire buone produzioni ed in grado di valorizzare al massimo l'ambiente montano.

Contributo del 50 % a fondo perduto, con tetto massimo di L. 3.000.000= IVA esclusa, per l'acquisto di capi bovini di razza "Bruna" con età massima di 3 anni, da tenere in azienda per almeno 3 anni. Il contributo viene concesso per non più di 5 capi annui per azienda.

Sottomisura 7.3.B Ovi - Caprini

Per quanto riguarda il settore Ovi-Caprino si rende necessario attuare un Piano specifico, essendo quest'ultimo uno dei settori di maggiore importanza per la valorizzazione economica della montagna, ed in particolare modo l'agricoltura all'interno del Parco. Il settore ovicaprino dovrà essere valorizzato rivolgendo maggiore attenzione alle forme di allevamento. L'allevamento intensivo o semi-intensivo dovrà essere privilegiato, in quanto consente una migliore gestione dell'ambiente ed una migliore gestione del territorio.

Il territorio si presta all'allevamento di razze caprine rustiche, tra cui le razze "Camosciata" e "Verzaschese".

Saranno concessi contributi del 50% fino ad un massimo di L.300.000= a capo IVA esclusa a fondo perduto, per l'acquisto di capi caprini selezionati, di Razza "Camosciata" e "Verzaschese" iscritti al L.G. (per la razza Nera di Verzasca non occorre il Certificato Genealogico, non essendo ancora operativo il Libro Genealogico Nazionale ma è sufficiente autocertificazione di provenienza), con età superiore ai 4 mesi, da tenere in azienda per 2 anni (concessione per non più di 15 capi annui per azienda).

Nella concessione del contributo verrà data priorità alle forme di allevamento intensivo e semi estensivo.

Sottomisura 7.3.C Equini

Essendo l'Ente Parco Nazionale Val Grande rivolto alla divulgazione ambientale e tutela del patrimonio naturale, al fine di avvicinare il turismo montano ed ambientale al comparto agricolo, ed aumentare l'offerta turistica, esclusivamente per le aziende che si orientano verso il contesto agrituristico, si ritiene opportuno incentivare il turismo equestre, mediante l'erogazione di contributi per l'acquisto di cavalli iscritti al L.G. della Razza Haflinger Italiano, animali che si prestano molto bene per le attività equestri di montagna, e contribuiscono alla valorizzazione dell'ambiente.

A tal proposito si prevede l'erogazione di contributi a fondo perduto nella misura del 50%, fino ad un massimo di 3 capi annui, e con un contributo massimo di L. 3.000.000= a capo IVA esclusa, da tenere in azienda per almeno due anni.

Sottomisura 7.3.D Attrezzature zootecniche

La dotazione delle attrezzature zootecniche necessarie alle aziende per un razionale allevamento degli animali introdotti in azienda mediante le iniziative proposte dalle altre misure rappresenta un aspetto fondamentale.

A tal proposito, si rende necessario sostenere l'acquisto. in particolare modo per il settore ovicaprino, ed in aziende marginali, di strutture per la mungitura. Ciò al fine di attuare una conversione degli allevamenti caprini, attualmente orientati alla produzione di carne (Capretti). Parallelamente quindi alla Sottomisura 7.3.B. si dovrà attuare successivamente detto intervento orientando il settore alla riconversione degli allevamenti.

Pertanto si prevede l'erogazione di contributi in conto capitale, nella misura del 75% per I' acquisto di strutture di rnungitura meccanica per i caprini, con tetto massimo di L.8.000.000= IVA esclusa. Intervento riservato ai beneficiari della Sottomisura 7.3.B.

Si intende finanziare inoltre per il futuro interventi specifici, rivolti alla realizzazione di lattodotti, in particolare modo per gli alpeggi limitrofi ai caseifici sociali in via di realizzazione nelle zone di Premosello, Trontano, e S. Maria Maggiore. Si tratta di nuove tecnologie sperimentate nella vicina Svizzera, che consentono agli alpeggi siti in zone disagiate, ma con buona dotazione idrica, di conferire il latte in caseificio nel periodo estivo. Per tali strutture è necessaria una valutazione di inserimento ambientale effettuata direttamente dal Parco.

Sottomisura 7.3.E. Recupero e realizzazione di stalle

Per il settore ovicaprino e bovino occorre agevolare il recupero delle stalle esistenti, ed incentivare l'insediamento dì nuove strutture a basso impatto ambientale.

A tal proposito si ritiene opportuno la concessione di contributi, in conto capitale o a fondo perduto, nella misura del 25% del costo sostenuto, con tetto massimo di L.10.000.000= IVA esclusa per edificio, per il recupero e l'adeguamento di stalle esistenti, con particolare riguardo al mantenimento delle coperture in pietra (tetti in piode) e tipologie edilizie tradizionali. Tale contributo è cumulabile con quello previsto dal regolamento per le tipologie edilizie.

Sottomisura 7.3.F. Apicoltura

La valorizzazione del settore apistico costituisce uno degli aspetti fondamentali al fine di creare un mercato dei prodotti tipici del Parco. In questo settore si intende perseguire due importanti obiettivi:

migliorare le condizioni sanitarie degli apiari esistenti;
dotare le aziende delle attrezzature per il sostentamento dell'attività.
Verranno pertanto concessi contributi nella misura del 75%, con tetto massimo di L.5.000.000= IVA esclusa, a copertura delle spese di acquisto alveari ed attrezzature inerenti il settore.

misura 7.4 macchinari agro alimentari

Sottomisura 7.4.A Caseifici aziendali

Per le aziende situate in zone disagiate, ove non si rende possibile il conferimento del latte, sia caprino che bovino, ad uno dei caseifici realizzati da Enti Pubblici, e cofinanziati dall'Ente Parco, si ritiene opportuno finanziare la dotazione di piccoli caseifici aziendali, in parallelo alla sistemazione dei locali, secondo quanto previsto nella Sottomisura 7.2.A. e le finalità della Sottomisura 7.2.B.

A tal proposito vengono concessi contributi nella misura del 75%, con tetto massimo di L.15.000.000= Iva esclusa, per l'acquisto di macchinari agroalimentari per la trasformazione del latte.

Sottomisura 7.4.B. Macchinari per la trasformazione dei Piccoli frutti

Parallelamente alla sottomisura 7.2.A. e per le finalità previste dalla sottomisura 7.2.B, si ritiene opportuno finanziare le attrezzature necessarie alla trasformazione dei prodotti della frutticoltura minore. Verranno pertanto concessi contributi, nella misura del 75%, con tetto massimo di L.5.000.000= iva esclusa per l'acquisto di macchinari necessari alla trasformazione di confetture, ed altri derivati.

Sottomisura 7.4.C. Attrezzature per la smielatura

In questo settore, oltre ai contributi previsti per le finalità individuate nella sottomisura 7.3.F. verranno concessi contributi per l'acquisto di macchinari per la smielatura, con contributo nella misura del 75% con tetto massimo di L. 5.000.000= Iva esclusa.

Sottomisura 7.4.D. Attrezzature per la trasformazione delle Essenze officinali

Per le aziende che si orientano verso l'attività agrituristica e la coltivazione delle essenze officinali, verranno concessi contributi nella misura del 75% per l'acquisto dì attrezzature, per l'estrazione di oli essenziali, essiccatoi, con tetto massimo di L.3.000.000= Iva esclusa.

misura 7.5 formazione professionale

Sottomisura 7.5.A Corsi a favore delle aziende

Al fine di introdurre le nuove tecnologie e soprattutto quelle ecocompatibili, ed orientare l'attività delle aziende zootecniche verranno organizzati periodicamente, (prevalentemente nel periodo autunnale) corsi specifici sulle tecniche di allevamento, coltivazione, gestione aziendale.Verranno destinati quindi annualmente dei fondi per questa specifica sottomisura, che potranno anche essere concessi sotto forma di contributo alle associazioni agricole riconosciute, in deroga all'art.3 del presente regolamento, nella misura del 75% del costo del corso fino ad un ammontare massimo di L. 10.000.000 per corso.

Sottomisura 7.5.B Altri Corsi

Per la valorizzazione delle produzioni agricole sul territorio del Parco, finalizzata alla individuazione di marchi specifici, potranno essere effettuati corsi specifici, rivolti all'agricoltura biologica, agriturismo, coltivazione di Essenze officinali, e la coltivazione dei piccoli frutti.
Verranno destinati quindi annualmente dei fondi per questa specifica sottomisura, che potranno anche essere concessi sotto forma di contributo alle associazioni agricole riconosciute, in deroga all'art.3 del presente regolamento, nella misura del 75% del costo del corso fino ad un ammontare massimo di L. 10.000.000 per corso.

Verranno inoltre tenuti incontri tecnici, in particolare modo per il settore apistico.

misura 7.6 settore agronomico

Sottomisura 7.6.A. Piccoli Frutti

La coltivazione dei piccoli frutti e la specializzazione delle aziende verso colture tipiche dell'ambiente montano, contribuisce alla valorizzazione delle produzioni.

L'incentivazione di queste colture deve essere attuata con interventi specifici nelle aziende agricole. A tal proposito si prevede un contributo a fondo perduto di L. 5.000.000= per le aziende agricole che intendono avviare tale attività, ed impegnarsi nella coltivazione per almeno 10 anni. Il numero minimo di piante messe a dimora non deve essere inferiore a 50.

Sottomisura 7.6.B. Produttività foraggera

Al fine di migliorare la produttività foraggera dei prati e pascoli, esclusivamente sul territorio del Parco, verranno concessi contributi alle aziende agricole, per il recupero di aree degradate, prati e pascoli montani abbandonati, e altri lavori di miglioramento delle condizioni dei prati (taglio degli arbusti infestanti, spietramenti, eliminazione di infestanti con prodotti selettivi biologici, sfalcio). Verranno quindi concessi a tal proposito contributi di L.2.000.000= ad ettaro, fino ad un massimo di 5 ettari all'anno per soggetto.

Sottosura 7.6.C. Colture Officinali ed Aromatiche

La coltivazione delle essenze officinali ed aromatiche verrà incentivata mediante la realizzazione di un corso di formazione professionale che come citato nella sottomisura 7.5.B consente, trattandosi di nuova ed emergente attività, di individuare gli operatori interessati. La finalità che si intende perseguire è rivolta alla creazione di un sito dimostrativo e divulgativo sulla conoscenza e l'utilizzo di queste essenze e la creazione di un mercato di prodotti derivati e confezionati eventualmente con un marchio specifico.

Alle aziende agricole che intenderanno avviare una coltivazione di erbe officinali, verrà concesso un contributo a fondo perduto di L. 5.000.000=, con l'obbligo per il beneficiario di impegnarsi nell'attività di coltivazione, raccolta e confezionamento delle essenze, per almeno una stagione di raccolta e per un minima di 500 mq coltivati.

Art. 8 - Modalità e Documenti da presentare - Per ogni singola misura o sottomisura, o per più misure, saranno aperti dei bandi temporanei secondo disponibilità. Gli interessati dovranno presentare domanda entro i termini stabiliti dal bando, su apposito modello predisposto dall'Ente Parco, compilato in ogni sua parte, indirizzato al Presidente dell'Ente Parco Nazionale Val Grande, e con allegata la documentazione che verrà richiesta dal bando e che dovrà certificare che l'azienda dispone delle caratteristiche richieste nelle singole sottomisure.

Art. 9 - Ritenuta sui contributi - Sui contributi verranno effettuate le ritenute alla fonte di legge (e in particolare il 4% previsto dalla L. 241/90). 1 contributi sono soggetti alla vigente normativa fiscale.

Art. 10 - Disposizioni finali - Per ogni specifica Sottomisura l'Ente Parco, senza preavviso, si riserva di effettuare gli opportuni sopralluoghi aziendali. I controlli potranno avvenire per tutto il periodo nel quale l'azienda si impegna a rispettare quanto previsto dalle singole misure del presente regolamento.

In caso di avvenuta decadenza delle caratteristiche richieste entro il periodo di impegno decade anche il diritto al contributo eventualmente già erogato che dovrà essere restituito all'Ente con gli interessi di legge maturati dalla data dell'eventuale erogazione.

L'Ente Parco non potrà erogare contributi in favore di iniziative nel campo dell'agricoltura al di fuori delle modalità e delle tipologie previste dal presente Regolamento.

I contributi di cui al presente regolamento potranno essere cumulati con altri contributi pubblici locali, regionali, nazionali ed europei esclusivamente fino al raggiungimento del costo effettivo dell'intervento, e comunque qualora le rispettive norme locali, regionali, nazionali ed europee lo consentano.
.

E questo è solo un esempio che potrà essere allargatao, nel nostro, caso ad incentivare l'agricoltura biologica per la messa in commercio di prodotti di qualità certificati.


                                                                                                                                   pinoguzzardi

 

enrico tomasi

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Sarei onorato di essere il Suo consulente, sign. Tomasi, ma non ritengo necessaria la mia opera nel Suo caso.

Lei è sicuramente capace di " gestirsi " da sè.

Ed è, questa, la terza volta che Le rispondo compiutamente, non insista, la prego.

La Sua rischia di divenire petulanza.

La Prestigiacomo non ha certo sposato la mia tesi ma quella dei " padri costituenti" che hanno scritto l'art. 9 della Carta Costituzionale.

Ed è proprio in relazione alla assoluta necessità di cambiare rotta che mi rivolgo alla " ambizione" dei giovani, ma anche alla Sua, e non certo a quella politica che ha voluto " lavori socialmenti utili" che nulla hanno apportato alla economia del nostro territorio.

Quell'altra, quella che auspico io, è " economia reale", seppure orientata ( non assistita) dallo Stato.

E non so se Lei abbia mai letto la  "Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta" di  John Maynard Keynes, seppure quella è macroeconomia, ma con riflessi anche sul micro sistema economico.

Concordo con Lei, l'ambizione è una casa seria, ed io sono un uomo ambizioso per le mie idee e consolidati comportamenti, seppure il successo lo auspico anche per l'intera mia comunità che, peraltro, è anche la Sua.

                                                                                                                              pinoguzzardi

Mi spiace se le sono apparso impertinente, e scusi se insisto signor guzzardi, lei ha semplicemente evaso le domande dicendomi che ero capace di gestire le mie eventuali attività in autonomia, non mi ha dato risposta alcuna ad esse, sarei onorato se lo facesse.

Offline SC

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Quale esempio di azioni in tale senso riproduco, quì di seguito, un documento:

Parco nazionale Val Grande - Regolamento pluriennale per la concessione di contributi e sussidi finanziari per l'agricoltura sostenibile
(Deliberazione del Consiglio direttivo n. 88 del 3 dicembre 1999)


benissimo, dal 1999 al 2010 sono passati 11 anni sufficienti a valutare l'efficienza della soluzione
prego elencare di quanto ,in questo parco da lei citato, è aumentato il reddito medio della popolazione ,
di quanto è diminuita la disoccupazione
e di quanto è diminuita l'eventuale emigrazione
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Offline pinoguzzardi

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Egregio sign. Tomasi,

seppure scusandosi Lei continua con la impertinenza.

Ma che senso ha chiedere a me, semplice utente di un forum, una consulenza privata per i Suoi investimenti  economici?.

Quanto meno la Sua è una domanda " fuori luogo".

Siamo in un forum non già in un ufficio di un commercialista.

Tuttavia, da un punto di vista generale, una risposta glielo data, l'unica possibile: una volta realizzato il Parco degli Iblei ne rincorra le opportunità, così come i tanti, spero.

Ed una delle opportunità potrebbe essere, se le condizione orografiche, la vastità, la presenza di adeguate risorse idriche del Suo riferito terreno di cui io non conosco la natura ( dal che la necessità di rivolgersi ad uno studio di consulenza e non già ad un forum), potrebbe essere la coltivazione di un prodotto ecologico, inserito in una filiera di produzione e vendita, ed allora è possibile che possa avere anche contributi di impianto a cura dell'Ente Parco degli Iblei.

Fermo restando che quei contributi dovranno avere riscontro in una " vera" attività produttiva.


                                                                                                                                               pinoguzzardi

Offline Luca

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Egregio " sal",

si sta "paraparlando" di perimetro e di norme di salvaguardia.

Ma ciò è stato detto e, sostenere che la risposta " non è pervenuta", è segno di disattenzione.

Caro " luca",

" rimane senza territorio e senza regole", a parte il " rimanere", le superiori affermazioni valgono anche per Te.

Il territorio il Parco degli Iblei  lo avrà e le regole anche, quali scelte condivise da tutti.

Così come già detto l'oggetto delle discussioni " politico-amministrative" di questi mesi è proprio questo.

probabilmente non sono riuscito a dare la giusta chiarezza al mio intervento riassuntivo che voleva condensare la verità nuda e cruda. Credo però che stiamo dicendo la stessa cosa: il parco è istituito, avrà regole e zone ben delimitate ed il tutto sarà fatto con tutti timbri del caso.
Al momento però,di certo,c'è esclusivamente l'istituzione, il resto è.."in lavorazione";
ecco perchè ho scritto a "Sal" che (allo stato attuale) rimane senza regole e senza territorio.  :)
                                               

post scripum per l'amico " Luca".

ha sostenuto:  " qualche capoccione ha deciso che doveva esistere un parco degli Iblei e l'ha istituito, cambiano i governi, cambiano i capoccioni ma il parco rimane".

Poichè io ignoro, tra tutte le altre tante cose, il nominativo di  questo politico "capoccione" sarò grato a Luca se vorrà colmare questa mia lacuna.
...
Nessuna " calata dall'alto",  nessun capoccione politico lo " ha deciso", a meno che Tu non me ne faccia il nome e me lo documenti come ho fatto io citando quei componenti della Società civile riunite in Associazioni.   

quello che ha scritto è tutto vero,associazionismo compreso; ma sa benissimo che ogni pensiero,ogni associazione ha comunque un area di riferimento (anche politica). Alla fine tutti trovano qualcuno che sostiene le proprie idee e chi firma petizioni,se non altro perchè per ogni cosa ci sarà tanta gente a favore ed almeno altrettanta contro ed il parco non fa differenza.
E sa anche che non tutto può essere "documentato" nel senso letterale del termine ma, come sempre, saprà leggere tra le righe  ;)  e mi permetto quindi di postare il link ad una Gazzetta Ufficiale (antecedente l'istituzione del parco) che, volendo,potrebbe fornire una spiegazione plausibile o una chiave di lettura di quanto accaduto e sta accadendo.
Questo però,a voler pensare male.  ;D
Link: http://gurs.pa.cnr.it/gurs/Gazzette/g03-49/g03-49-p10.htm

Offline SC

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Nessuna " calata dall'alto",  nessun capoccione politico lo " ha deciso", a meno che Tu non me ne faccia il nome e me lo documenti come ho fatto io citando quei componenti della Società civile riunite in Associazioni.   
       

allora come capoccione faccio io il nome di pecoraro scanio  poi posso aggiungere la sen. Loredana De Petris (Verdi) propositrice dell'emendamento istitutivo alla finanziaria che comunque non sarebbe passato senza l'assenso del governo

è abbastanza evidente la collateralità dell'associazioni da lei citate ai capoccioni o zii che a roma hanno istituito il parco attraverso una legge finanziaria cosa mai accaduta a quanto mi risulta prima

attualmente si possono aggiungere i capoccioni Granata e Prestigiacomo

ovviamente ora negherà che questi tutti questi nomi che lei ha finto palesemente di ingnorare sono "capoccioni", magari cercando nel dizionario il significato
« Ultima modifica: 16:04:36 pm, 31 Luglio 2010 da SC »
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Offline pinoguzzardi

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Egregio sign. " salvo caligiore",

Lei si è scordato che le leggi li fa il Parlamento e che questo si trova a Roma dal che l'emendamento dell'on.le Loredana de Petris,  verde, come sottolinea Lei.

Ma cosa voleva il sign " salvo" che un deputato di quella lista che si ispira, tra l'altro,  alla tutela del paesaggio non ottemperasse, con quella Sua proposta, ad un dettato costituzionale, a fronte peraltro di una aperta iniziativa che proveniva dalla società civile e non già da qualche " capoccione" locale nel buio di una segreteria politica?

Altro che " un parco calato dall'alto", concetto sovrapponibile a quello delle  famose vipere lanciate con  l'elicottero, ma la " ratio" e " l'origine culturale" di questi due assurdi concetti è assolutamente  identica.

Ritengo necessario ricordare in primo luogo a me stesso quel dettato costituzionale:

" La Repubblica tutela il paesaggio ed il patrimonio artistico della Nazione" 

Ed è su questa scia che si è mosso il Parlamento italiano, in piena trasparenza oltre che per motivi di ordine economico di cui dirò in appresso.

Come tutti sappiamo la Regione Siciliana, sostenendo che quella sui parchi era una materia esclusiva e non concorrente, avanzò ricorso alla Corte Costituzionale che lo rigettò  con le seguenti motivazioni così come eplicitate da un famoso costituzionalista taliano: 

" .......Vale la pena ricordare infatti che il decreto legge da cui prende origine la norma contestata aveva fissato in ben 1.000.000,00 di euro la dote complessiva per celebrare la nascita dei nuovi parchi siciliani; non a caso il titolo dell'art. 26, comma 4-septies del decreto legge, poi convertito nella legge 222/07, non era dedicato a norme di protezione ambientale ma a interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo dell'equità sociale.

La sola posta in gioco quindi che, a posteriori, potrebbe giustificare una sì netta presa di posizione della Regione contro una norma statale così rilevante sul piano ambientale va individuata quindi non tanto nell'obiettivo, ingiustificato e ingiustificabile, di ridurre l'intensità della protezione delle aree in questione escludendole dalla possibilità di godere della tutela più ampia garantita ai parchi nazionali, quanto in quello, di influenzare la distribuzione di somme di un certo peso tra più soggetti, tutti interessati a partecipare alla spartizione.

È di tutta evidenza infatti come l'esclusione o, viceversa, l'inclusione di un determinato territorio regionale nei confini di un parco nazionale,  possa avere, dati i sottesi interessi di cui sopra, un rilievo decisivo per lo sviluppo economico e sociale delle aree coinvolte che va al di là delle preoccupazioni in merito al grado della protezione di un particolare habitat.

Ciò detto, la sentenza è utile a chiarire come si possano configurare i rapporti Stato-Regione laddove i confini di aree già eventualmente protette a livello locale si sovrappongano a quelli di aree che il Parlamento intende proteggere a livello nazionale. Per la Consulta infatti non vi possono essere dubbi in merito al fatto che proprio dalle particolarissime finalità delle aree protette a livello nazionale ovvero quelle nascenti dalla necessità di conservare particolari specie animali o vegetali, caratteristiche associazioni vegetali o forestali, singolarità geologiche, formazioni paleontologiche, comunità biologiche, biotopi, valori scenici e panoramici, processi naturali, equilibri idraulici e idrogeologici, equilibri ecologici, discenda una specifica competenza legislativa esclusiva statale ritenuta indubbiamente necessaria proprio per salvaguardare quell'ecosistema di cui parla l'art. 117, comma 2, lett. s) della Costituzione, nell'interesse, prevalente, delle generazioni presenti e di quelle future.

In base alla giurisprudenza più risalente sul tema, che la Corte stessa non esita a richiamare, le pretese al ribasso della difesa regionale volte a ottenere una modifica dell'orientamento consolidato vengono immediatamente frustrate. Ancora prima di considerare l'ambiente di cui all'art. 117, comma 2, lett. s) Cost. materia trasversale, la Consulta infatti ne ha ancora il dovere di tutela da parte della Repubblica agli artt. 9 e 32 della Costituzione  cosa questa che sgombra il campo da ogni possibile diversa interpretazione con riferimento alle Regioni ad autonomia differenziata eventualmente dovuta alla modifica del Titolo V della Carta avvenuta nel 2001.

Non si può credere che una Regione, sebbene a statuto speciale, nel 2009, ovvero a ben otto anni dalla riforma, abbia sperato di arginare, o peggio, ridurre gli intenti protezionistici statali nei confronti di particolari aree del proprio territorio sulla scorta di norme statutarie da cui deriverebbe una presunta competenza legislativa regionale, esclusiva, basata sulla configurazione della tutela del paesaggio come attinente alla "materia dei parchi sotto profilo della tutela dell'ambiente nel suo aspetto visivo".

Certo la Corte non ha ignorato il fatto che in relazione all'ambiente possano emergere interessi attinenti più all'utilizzazione che alla conservazione, ma proprio per questa ragione, ha ribadito che allo Stato deve essere riconosciuta la facoltà di disciplinare in modo unitario questo bene, valore costituzionale primario e assoluto, nel suo complesso; ciò comporta però, e le Regioni lo devono comprendere, che le decisioni del parlamento prevalgano, come nel caso in questione, sugli ambiti di autonomia nelle materie relative alla valorizzazione.

Per la Corte, anche la pur paventata sovrapposizione di competenze tra livello di amministrazione statale e regionale nell'ambito dei confini dello stesso parco, con conseguente intollerabile aggravamento dell'azione amministrativa per le medesime aree che si troverebbero soggette a una duplice amministrazione, non ha retto di fronte alla considerazione che le diverse finalità delle norme in materia di parchi nazionali e di quelle in materia di parchi regionali sgombrano il campo anche dai dubbi in merito alla pretesa violazione degli artt. 97 e 118 Cost.; non è compromesso il buon andamento della Pubblica amministrazione né, in un caso del genere, verrebbero esercitate funzioni amministrative statali in assenza di esigenze di carattere unitario che lo giustifichino.

Troppo deboli e inconferenti le argomentazioni utilizzate, tanto che la Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso siciliano laddove fondato sui parametri di cui agli art. 3 e 97 Cost. Non si può infatti accusare lo Stato di non essere un buon amministratore né di agire arbitrariamente o irragionevolmente quando istituisce un parco nazionale senza specificare quali competenze regionali in materia di parchi sarebbero state violate.

Piuttosto per comprendere le ragioni dell'impugnativa avrebbe senso pensare che la Regione non abbia voluto lasciarsi scappare un'occasione di particolare visibilità istituzionale come appunto un ricorso in via d'azione contro una legge statale per far sentire la propria voce, certo autorevole, ma nel caso che ci occupa stonata, anche perché in anticipo rispetto al momento fissato dal legislatore nazionale, per raccogliere, nello spirito di leale collaborazione che comunque deve caratterizzare i rapporti centro-periferia, il relativo contributo nel momento opportuno, ovvero quello della specificazione dei confini delle aree meritevoli di protezione.

Non a caso questo autonomo motivo di obiezione non è stato nemmeno ritenuto degno di essere discusso proprio in quanto basato sul lamento, del tutto generico, circa l'esistenza di un rischio, non provato, di azzeramento del ruolo dell'Ente territoriale per un verso sarebbe stato sorpassato dalle scelte di fondo relative alla concreta individuazione del territorio da proteggere a livello nazionale, per l'altro sarebbe stato emarginato ad un ruolo di gregario in quanto interpellato solo nel momento, certo non strategico, dell'istituzione formale del parco da un punto di vista geografico; ovvero a giochi fatti.

In questo contesto ben si comprende come la Corte non abbia avuto difficoltà a richiamare quella propria giurisprudenza che aveva già escluso, attraverso analoga dichiarazione di infondatezza, la possibilità per le Regioni di far valere contro leggi statali parametri esulanti dal riparto costituzionale delle competenze senza indicare le conseguenze lesive su quelle regionali fissate tanto in Costituzione quanto negli statuti di autonomia.

La Consulta, da un lato, forse per reagire all'azzardo di un'impugnativa in parte inammissibile o forse per scoraggiarne di ulteriori di tal fatta, non manca di sottolineare che tutte le tesi proposte dalla Regione erano già state confutate nettamente in passato; dall'altro però, e questa è la cosa più significativa, per evidenziare che il punto di vista regionale non le è estraneo né indifferente, la stessa non si è risparmiata di ricordare alle parti in causa che il coinvolgimento della Regione da parte dello Stato in simili questioni è comunque necessario, così come è necessario il coinvolgimento da parte della Regione degli enti locali minori.

In proposito, non a caso, dopo aver ribadito che il principio di leale collaborazione, la cui lesione era stata espressamente contestata dalla Regione ricorrente, non doveva certo essere tirato in ballo con riferimento all'attività legislativa statale, tanto più se in ambiti materiali coperti da esclusiva,  la Consulta chiude, significativamente, la parte in diritto della sentenza con quello che può essere considerato se non un monito un auspicio per il futuro: "i decreti presidenziali con cui si procederà alla concreta istituzione dei parchi nazionali siano adottati d'intesa con la Regione e sentiti gli Enti interessati".


La Corte ha indicato, dalla propria autorevolezza e imparzialità, la via sicura per l'attracco ribadendo che il coinvolgimento della Regione e naturalmente quello degli altri enti territoriali nel cui territorio gli interventi di tutela sono destinati a realizzarsi debba essere pregnante ed adeguato, non meramente formale ed astratto


Quest'ultimo è un concetto già conosciuto dai lettori di questo forum avendolo l'on. Avv. Titti Bufardeci spiegato all'avv. Nuccio Nigro, nel corso di un incontro pubblico nella sala comunale del Comune di Sortino e che " paraparlando" ha pubblicato.

Come vede gentile " salvo caligiore" ecco il motivo per cui quella legge è stata inserita in un provvedimento legislatico di quel tipo proprio perchè  finalizzata allo " sviluppo economico e sociale delle aree coinvolte", oltre, evidentemente alla protezione dell'ambiente.


                                                                                                                     pinoguzzardi





« Ultima modifica: 23:43:04 pm, 01 Agosto 2010 da pinoguzzardi »

enrico tomasi

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Egregio sign. Tomasi,

seppure scusandosi Lei continua con la impertinenza.

Ma che senso ha chiedere a me, semplice utente di un forum, una consulenza privata per i Suoi investimenti  economici?.

Quanto meno la Sua è una domanda " fuori luogo".

Siamo in un forum non già in un ufficio di un commercialista.

Tuttavia, da un punto di vista generale, una risposta glielo data, l'unica possibile: una volta realizzato il Parco degli Iblei ne rincorra le opportunità, così come i tanti, spero.

Ed una delle opportunità potrebbe essere, se le condizione orografiche, la vastità, la presenza di adeguate risorse idriche del Suo riferito terreno di cui io non conosco la natura ( dal che la necessità di rivolgersi ad uno studio di consulenza e non già ad un forum), potrebbe essere la coltivazione di un prodotto ecologico, inserito in una filiera di produzione e vendita, ed allora è possibile che possa avere anche contributi di impianto a cura dell'Ente Parco degli Iblei.

Fermo restando che quei contributi dovranno avere riscontro in una " vera" attività produttiva.


                                                                                                                                               pinoguzzardi

Caro dottor guzzardi, partendo da questi suoi concetti, potrei chiederle quale senso abbia che lei semplice utente di un forum pretenda di indicare ad altri le vie maestre per un avvenire prospero del nostro paese.

Seppure scusandomi, le chiedo se ritiene opportuno etichettare come fuori luogo ed impertinente tutte quelle domande a cui dimostra di non avere risposte, se non in forma del tutto astratta.
Pertanto i miei quesiti  erano rivolti ad un dottore in scienze economiche, nella veste della sua medesima persona, e non ad un forum.

Prendo comunque atto che dopo tanta mia insistenza, finalmente emergono piccoli segni di concretezza:

Interessante, quindici consiglia la coltivazione di prodotti ecologici (suppongo voleva dire biologici) pur riservandosi, giustamente, di indicarmene la tipologia, non conoscendo la natura del mio terreno.

Potrei, come ormai sappiamo, usufruire dei contributi dell'ente, ammesso che, questi prodotti ( lei parla di attività produttiva) ne abbiano i requisiti giusti.

E secondo lei chi stabilisce tali requisiti, l'ente parco o il mercato? 

 

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