Durante akrai residence ho avuto l'occasione di sfogliare questo libro di questa scrittrice palazzolese acquisita e ho deciso di acquistarlo complice il prezzo estremamente interessante.
Non è un saggio ma una storia , un piccolo romanzo ambientato in una palazzolo di fine ottocento ai tempi dei fasci siciliani con protagonista un barone Iudica (o meglio costelo di iudica) che richiama gli iudica protagonisti della storia di palazzolo.
Bisogna dire che se si va alla ricerca di precisione storica il romanzo non ne ha anzi ha tante di quelle imprecisioni che fanno pensare ad una
scelta voluta dell'autrice, che ha puntato su una storia immediatamente godibile, una finzione letteraria per raccontare una delle tante leggende popolari , ossia la classica tresca familiare , che costellano la vita sociale del nostro paese. Dunque non bisogna cercare la storicità ma la plausibilità di una storia Storia d'altronde ambientata a palazzolo per una scelta di omaggio della scrittrice al suo paese di adozione ma che appare piu come come una vigata.
Non è un caso che richiamo il nome della città del Montalbano di Camilleri perchè nello stile (in particolare la prima parte) c'è un richiamo alla lingua che Camilleri usa nei suoi romanzi il misto siculo-italiano punto di forza dello scrittore di porto empedocle.
Questo è il massimo della recensione che riesco a farvi, per il resto "accattativi" il libro e vedete voi stessi se vi piace.