La Costituzione Repubblicana, frutto dalla lotta di Liberazione contro il nazifascismo, è il punto culminante della storia del nostro Paese, patto di civile convivenza fra uomini liberi, nata dall’incontro delle tante culture che alimentarono la Resistenza, intesa ad impedire e prevenire qualsiasi tentazione e pratica autoritaria. La Costituzione ha insediato nelle istituzioni la libertà che ci è stata donata dalla Resistenza. Queste parole che seguono sono tratte da un discorso ai giovani di Piero Calamandrei.
“…..Alla Costituzione dovete dare il vostro spirito….. farla vivere, sentirla come cosa vostra, metterci dentro il senso civico, la coscienza civica, rendersi conto, questo è una delle gioie della vita, rendersi conto che ognuno di noi, nel mondo, non è solo! Che siamo in più, che siamo parte di un tutto, tutto nei limiti dell’Italia e nel mondo…..
….In questa Costituzione, c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre glorie: son tutti sfociati qui negli articoli…..”
Quanto sangue, quanto dolore per arrivare a questa Costituzione!! Dietro ogni articolo di questa Costituzione o giovani, voi dovete vedere giovani come voi, caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa Carta……
Questo è un testamento, un testamento di centomila morti. Se voi volete andare in pellegrinaggio, nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un italiano, per riscattare la libertà e la dignità: andate lì, o giovani, col pensiero, perché li è nata la nostra Costituzione…..”
Nella riforma renziana, quello spirito di cui parla Calamandrei viene sottratto per appetiti di potere, si propone un Senato dove i senatori hanno già un compito molto gravoso come sindaci o consiglieri Regionali. Mentre si poteva cancellare del tutto, e diminuire anche i deputati della Camera.
Ai nuovi senatori, con la riforma che andremo a votare, che saranno Sindaci e Consiglierei Regionali, non da noi votati, ma scelti dai partiti, si attribuisce un secondo compito oltre a quello che svolgono, quello di Senatori part-time. E qui sorgono due problemi, uno giuridico e l’altro pratico: il Senato ridisegnato dalla riforma ha moltissime competenze che vengono affidate a chi lo fa per secondo lavoro.
Questo doppio mandato è di fatto impossibile da realizzare, non può funzionare. Sindaci e consiglieri regionali hanno l’obbligo di esercitare funzioni come consiglieri e sindaci e hanno anche obbligo di frequentare il Senato e ai quali sarà garantita l’immunità parlamentare;
Il Porcellum è ancora la legge che abbiamo operante anche se dichiarata incostituzionale, il Parlamento è frutto di quella elezione, illegittimo, quindi coloro che hanno prodotto questa riforma risultano non votati dal popolo, deputati e senatori nominati e non eletti La Corte costituzionale ha bollato quell’elezione come una specie di golpe elettorale, per avere “rotto il rapporto di rappresentanza”
Il contesto di questa riforma renziana è legato alla legge elettorale, non possiamo far finta che siano cose diverse. La nuova legge elettorale, l’Italicum, combinato con la riforma raggiunge lo scopo sottaciuto da Renzi di un premierato assoluto, più forte del presidenzialismo, in più aggiunge il rischio autoritario, crea un terreno aperto per l’affermazione di poteri forti. Anche se ha detto che la legge elettorale sarà cambiata il succo non cambia, il fine è lo stesso.
Le modifiche costituzionali proposte introducono un modello inedito di “premierato assoluto”, che realizza un’inusitata concentrazione di potere nelle mani del Governo e del suo capo, attribuendo di fatto ad un unico partito – che potrebbe anche essere espressione di una ristretta minoranza di elettori – potere esecutivo e potere legislativo, condizionando, altresì, la nomina del Presidente della Repubblica e dei componenti della Corte Costituzionale, organismi di garanzia fondamentali per la vita della democrazia costituzionale.
Va ricordato, poi, che i partiti hanno assunto essi stessi una deriva oligarchica, sono in mano a ristretti gruppi di persone e, spesso, ad un unico capo politico.
Una democrazia non si giudica dai poteri che attribuisce al partito di governo, ma dalla tutela del pluralismo e dalla rilevanza data ai diritti sociali ed a quelli delle minoranze.
Salvaguardare la democrazia oggi, è garantire la propria libera voce domani.
Diciamo no allo scempio della Costituzione attuato attraverso una riforma che sottrae poteri ai cittadini e mortifica il Parlamento!!!
Bisogna fermare con il nostro “NO” questo progetto politico che vuole riportare indietro le lancette della storia, azzerando il lascito della Resistenza.
LA NOSTRA PROPOSTA SULLA COSTITUZIONE: SEMPLICE, CHIARA E APERTA A TUTTI.
Insieme a tutte le ragione del “NO” abbiamo anche voluto mettere le proposte dei comitati perché sarebbe ora di finirla con questo giochetto Renzi/Boschi/ Verdini di convincerci che alla loro riforma non c’è alternativa.
Una legge elettorale che permetta ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti (come col Mattarellum): l’opposto dell’Italicum.
Costi della politica: diminuzione di deputati e senatori; significativa riduzione delle indennità.
Superamento del bicameralismo perfetto: il governo riceve la fiducia dalla sola Camera, la quale legifera nella generalità degli ambiti.
Un nuovo Senato (elettivo): competenze sulla legislazione di maggiore rilievo; importanti funzioni di controllo, a partire da quelle sulle nomine governative; funzione di raccordo tra legislazione statale e regionale, con una quota minoritaria di eletti da parte delle Regioni al loro interno.
Democrazia diretta: possibilità di firma elettronica; riduzione del quorum per il referendum abrogativo; rafforzamento dell’iniziativa legislativa popolare, con la possibilità per i cittadini stessi di pronunciarsi sulle proposte che essi hanno presentato se non esaminate entro un certo termine.
Salvaguardia delle autonomie: la forza dei cittadini sta anche nella possibilità di avere istituzioni più prossime sulle quali incidere più facilmente. Eliminazione delle Province senza infingimenti, ridefinendo con cura – e partendo dai territori stessi – l’assetto degli enti territoriali.
Eliminazione del CNEL.