Lor signori,
la presente per comunicarvi quanto sento sia giusto a proposito del futuro assetto che riguarderà l'amministrazione sortinese.
Innanzitutto comincerei da un dato: il livello di "abilità politica" riscontrata negli ultimi tempi lascia l'amaro in bocca a chi, come me, ama osservare e studiare quest'arte (a cui è seguita una scienza). La capacità di sintesi per mezzo di un processo fatto di dialettica e sagacia ha lasciato il passo a puerili ripicche figlie solamente di ignoranza, viltà e pressappochismo.
Il tutto per un semplice motivo: lo scollamento tra chi fa politica e chi vive la triste condizione socioeconomica odierna è tale da rendere le due dimensioni (governati-governanti) prive di punto d'incontro.
I motivi di questo stato di cose sono molteplici. Da una parte abbiamo giovani disillusi a cui la starda del "favore in cambio della vendita dell'anima" appare l'unico modo per sopravvivere. Non mi sento, però, di biasimarli del tutto. Questa vita è una giungla ed il carpe diem è sempre dietro l'angolo.
Dall'altro vecchi (non solo anagraficamente s'intende), stanchi individui i quali, non avendo idee poichè carenti in termini di virtù e curiosità verso la conoscenza, tendono solo alla conservazione delle proprie brame facendo riecheggiare, sempre tramite i soliti vassalli etc le medesime prescrizioni machiavelliane: potere per mantenersi al potere.
L'ultima parte di quest'ideale triangolo è composta dall'indolente popolazione intesa come massa. Un pugno di atomi che non formano una molecola...un aggregato di individui che pur nati a Sortino, vagano per le sue strade senza interessarsene. Gente che parla dal dì alla sera delle diverse modalità (stupide) con cui ha intenzione di spendere il suo vile denaro.
Fuori da tutto ciò sparute ombre. Anime ardenti alla ricerca della peterpanesca isola che non c'è. Inguaribili romantici o, se volete, clinici folli che non hanno la possibilità nè la facoltà mentale di trasformarsi in biechi usurpatori dell'altro, unico modo per sopravvivere con la veste di "persone perbene"... Noncuranti mafiosi che per la Sicilia restano una vera peste.
PS: il termine mafioso si riferisce, in questo caso, all'atteggiamento di coloro i quali pur di raggiungere il proprio profitto sono disposti a travaricare ogni diritto altrui. La parola è bene non desti subito riflessi stereotipati. Per chi scrive la mafia è l'indifferenza del corrotto (quindi parla tutte le lingue del mondo).
E dopo il diluvio, però, anche un pò di sereno.
A Sortino non mancano di certo le potenzialità. Si tratta solo di ripristinare un sistema di regole che non riguarda la legalità in senso formale (le leggi in vigore) bensì quel "sentire comune" che ci fa dire cos'è giusto e cosa no.
Il dilemma degli onesti (molti in silenzio) è fatto di paura di perdere rendite derivanti da beni posizionali figli di una reputazione costruita nel tempo. Ecco, il primo passo verso la decadenza.
Voglio dire che gli individui più autorevoli devono farsi vedere e sentire. Ciò non significa necessariamente candidarsi a sindaco o consigliere. Vuole dire diffondere fisicamente per le strade parole che tocchino i cuori poichè scaturiscono da una fonte di lucida analisi sincera, ancorchè confutabile.
E' quando si confronteranno queste idee che Sortino potrà dirsi nuovamente degna di essere vissuta. Il movimento sarà ascendente e chi stona (la bestia che pensa solo al proprio tornaconto) verrà tacciato e sanzionato dalla popolazione come il non degno dell'appelativo sortinese, figlio della storia di ciò che fu Pantalica (per qualche sognatore anche Ibla)