Comuni Zona Montana Iblea > Palazzolo Acreide
le nostre fissazioni sulla villa
giume:
Intendo dire che solo grazie ai vincoli che, in qualche modo, si è riusciti a salvaguardare gran parte del nostro patrimonio monumentale e non certo per merito nè dei cittadini (naturalmente valgono sempre le eccezzioni per quanto poche) nè di "grandi" firme di noti tecnici (a tale proposito voglio essere polemico con codesti signori. Si guardi a lato dell'Annunziata il prospetto di quel casone progettato da uno dei più grandi architetti di Palazzolo (sig!).
Quanto valgono i fatti?
Comunicare è cosa assai difficile. Bisognerebbe mettersi dalla parte dell'ascolto.
Noto, invece, una preoccupazione di di tipo competitivo e non cooperativo. Non serve.
Lasciamo stare e torniamo alla villa comunale.
Se riusciamo a raccogliere delle adesioni (fra intellettuali, tecnici, cittadini, ecc. ecc.) potremmo elaborare un piccolo documento e chiedere l'adesione dei palazzolesi affinchè l'Amministrazione comunale valuti la possibilità di promuovere la costituzione di un comitato tecnico/scientifico (a titolo gratuito) al solo scopo di salvaguardare il bene, ricostruire sul piano filologico l'antico giardino, proporre soluzioni adeguate della parte nuova.
Grazie per l'attenzione
enrico tomasi:
signor messina, comunicare è assaissimo difficile, ha ragione, ma indispensabile se si cerca cooperazione.....ed è proprio perchè voglio mettermi non solo dalla parte dell'ascolto, ma sopratutto per capire che le riformulo la domanda: a cosa sono serviti secondo lei (in qualche modo) i vincoli unesco a palazzolo acreide?
sue parole in un altro topic:
--- Citazione ---Così oggi abbiamo a Palazzolo assessori che invece promuovere le azioni politiche, fanno i progettisti o spostano le sedie in occasioni di eventi perchè magari il dirigente ha messo in ferie i dipendenti o perchè hanno altro da fare. Così ovviamente non si va da nessuna parte.
--- Termina citazione ---
mi faccia comprendere, da una parte critica gli assessori ritenendo che sia loro il compito di promuovere azioni politiche e fare filare dritti i dirigenti anzichè spostare sedie, dall'altra vorrebbe fare a titolo gratuito il progettista, sostituendosi (in qualche modo) agli addetti ai lavori perchè "impegnati in altro"?
sebyali:
Caro Enrico le cose o si fanno o no. Chi non fa bene il proprio lavoro è da criticare, come facciamo spesso anche su queste discussioni. Se qualcuno si propone di fare le sue veci per il bene comune non va bene, se non si fa niente non va bene lo stesso, ritengo che a volte l'azione, ed essere propositivi possa essere un incentivo a far migliorare tutti. Non si può sempre stare a parlare senza mai agire. Non si può sempre criticare senza prendersi delle responsabilità. Poi chi deve fare il lavoro lo deve fare non ci sono discussioni. Può anche darsi che al comune non ci siano persone avvezze a progettare una villa decorosa, tanto per fare un esempio, ma anche lui può imparare, e imparare umilmente da altri che spendono il loro tempo senza nulla avere.
Siamo sempre li, si pensa che chi si spende senza guadagnarci possa avare un tornaconto diverso( qui sposo in pieno il pensiero di SC esplicitato in un altro topic) si è sempre diffidente con chi fornisce le proprie conoscenze per una dialettica comune.
enrico tomasi:
seby, la questione è più semplice di quanto la stiamo rappresentando. io faccio il mio lavoro e per questo qualcuno mi paga, il che è normale in un paese civile.
pago/paghiamo le tasse affinchè ci sia un efficiente servizio pubblico, che va dalla sanità alla cura della nostra villa.
ora, denunciare delle inefficienze e la scarsa volontà di fatica di qualcuno che riceve soldi tuoi e miei, non mi sembra debba essere necessariamente tema di astratte discussioni filosofiche; almeno non in un paese normale, tra persone normali.
se io cercassi dei soldi a qualcuno senza avergli dato in cambio una fotografia o qualche prestazione professionale, nessuno si preoccuperebbe di raccogliere delle adesioni a mio favore tra intellettuali, tecnici o cittadini; tantomeno qualcuno sentirebbe l'esigenza di offrire un servizio a "titolo gratuito" a quello sventurato capitato nel mio negozio...non so se è chiaro il concetto
qui non si tratta solo di ricostruire la villa, dobbiamo riflettere su una sorta di mentalità diffusa;
perchè il principio normale e sacrosanto di pretendere un efficiente e adeguato servizio da un artigiano, un libero professionista o commerciante, non deve valere anche per chi i nostri stessi soldi li riceve attraverso le pubbliche amministrazioni?
giume:
Premesso che la precondizione e non la condizione per gestire la cosa pubblica o fare qualunque attività sia l'onestà. Per cui non si sceglie un amministratore unicamente perchè è onesto.
Un assessore o un sindaco vengono eletti per promuovere le politiche che attraverso il programma elettorale sono stati legittimati ad amministrare la cosa pubblica. Non è segnale di forza o testimonianza di senso di responsabilità spostare le sedie in uno spettacolo pubblico perchè il dirigente preposto non ha saputo o voluto organizzare il servizio. Se all'atto, che lo vedrei come protesta, non segue un'adeguata azione disciplinare nei confronti del sottoposto, quell'assessore ha semplicemente tradito il suo mandato dimostrandosi inadeguato a governare. Peggio ancora se un altro amministratore, poniamo un ingegnere, si mette a fare i progetti perchè il personale non è adeguato a farli, non resta che agire sul piano della formazione o del licenziamento. Il buonismo genera solo degrado e non crea futuro. Gli assessori passano i funzionari restano.
Andiamo alla vicenda Unesco.
Essere rientrati nel circuito forse è stata la più grande fortuna che poteva capitare a Palazzolo. Di tanto, secondo me, non vi è ancora adeguata consapevolezza. 50 anni di democrazia cristiana in cui tutto e il contrario di tutto era possibile, in cui il clientelismo e l'uso spregiudicato del territorio e delle risorse che hanno sempre ruotato attorno al mattone non regge più. Nel 1921 Palazzolo aveva circa 18.000 abitanti adesso circa la metà e la qualità edilizia del nuovo costruito e del ristrutturato dimostrano i limiti culturali e scientifici di una classe di tecnici e di una popolazione che ha creato una discontinuità con quanto ci hanno lasciato i nostri avi.
Il circuito Unesco ci ha imposto di riflettere sia sulla necessità di conservare un bene che ci è stato "sottratto" poiché considerato bene di tutta l'umanità, sia di mantenerlo secondo regole precise, sia infine ci ha offerto la possibilità di pensare al territorio, all'economia locale e in una parola alle sue risorse come trampolino per un nuovo sviluppo. In questo senso dovremmo guardare alle attività classiche del nostro territorio in un'ottica nuova.
Faccio un esempio: l'agricoltura.
Di seguito elenco LE INIZIATIVE POSSIBILI NELL’AMBITO DELLA NUOVA RURALITÀ:
A) Educazione e didattica: l’azienda agricola come luogo per apprendere
- Fattoria Didattica
- Orti didattici; la galleria dei frutti dimenticati; la siepe; l’arnia e l’apicoltura; lo stagno; il compostaggio
- Raccolte delle testimonianze degli oggetti della cultura materiale contadina
- Agrinido e agriasilo
B) Turismo
- Turismo enogastronomico
- Agriturismo
C) Vendita dei prodotti- La Filiera Corta (G.A.S., Vendita diretta, Farmer’s Market);
- Adozione orto virtuale
D) Salute
- Pet therapy
- Horticultural therapy
- Giardini terapeutici
- Care farms
E) L’azienda Agricola per progetti a sfondo sociale
- Fattoria sociale.
Pensiamo adesso al territorio in senso più vasto. Elenco, di seguito, alcune delle attività e dei nuovi mestieri possibili nel nostro territorio:
ORIENTEERING;
PERCORSI TREKKING;
SCUOLA DI ROCCIA;
PARCO DELL’AVVENTURA;
DELTAPLANO (già esistente);
PARCO ROBINSON;
PERCORSO VITA;
PERCORSO NATURA;
AVVISTAMENTO AVIFAUNA;
LA FLORA/I MINERALI DEGLI IBLEI;
ALLEVAMENTO ASINI ANCHE PER LA PRODUZIONE DEL LATTE
E poi con un riferimento più specifico alla nostra realtà territoriale ci sarebbe da riscoprire le seguenti attività:
PADDUNI (formaggio derivato da latte di capra intero, crudo)
PIANTE OFFICINALI
PERE
CACHI
NOCI
ALLEVAMENTI (SUINO-BOVINO-UNGULATI SELVATICI).
Per non parlare dei marchi per la valorizzazione ad esempio della nostra salsiccia, ecc. ecc.
Per fare tutto ciò occorrerebbero: 1) delle politiche locali (le amministrazioni come enzima di nuovi processi); 2) della sottoscrizione di un Patto con lo Stato per avere finanziamenti allo scopo di sostenere infrastrutture, specifiche iniziative che comprendano però nella proposta progettuale un elemento fondamentale: la formazione (con stage in aziende che effettuano la stessa attività di cui alla proposta progettuale) quale elemento strategico del progetto che un giovane possa proporre.
Forse ho scritto troppo.
Però sento fortemente la necessità di deviare la discussione dei giovani dalla pura lamentazione alla proposta operativa a partire da quello che siamo. In questo senso le mie riflessioni le rappresento in questo blog al solo scopo di provocare una riflessione collettiva.
Grazie per l'attenzione.
Giuseppe Messina
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