Mi siano lecite alcune riflessioni in merito a quanto verificatosi il 4 Novembre 2017 a Palazzolo, alla cosiddetta giornata in ricordo delle vittime civili del bombardamento del paese, tanto decantata dall’Amministrazione Comunale, e celebrata in occasione della Festa delle Forze Armate: il caso ha infatti voluto che apprendessi la notizia e che partecipassi alla manifestazione, nonostante l’assenza di qualsiasi affissione muraria. Ma si sa: quando a Palazzolo l’Amministrazione vuole incentivare la partecipazione della popolazione, soprattutto ad un evento definito di grande interesse e di alto valore morale e culturale, è fondamentale non informare i cittadini con i canali ufficiali!
Sono stato ben felice di aver visto una larga partecipazione studentesca, così come auspicavo nella lettera aperta che indirizzai al Sindaco il 9 luglio scorso (
http://www.paraparlando.com/palazzolo_acreide/lettera_aperta_9_luglio_giornata_del_ricordo_delle_vittime_del_bombardamento_15876.0.html), ma tengo a precisare che quanto visto il 4 Novembre non è stato che un risibile, rocambolesco appuntamento: nulla a che fare con quanto intendessi!
La “Giornata del Ricordo delle vittime del bombardamento” che auspicavo, infatti, non è un evento occasionale o realizzato quest’anno dietro un estemporaneo e disinteressato suggerimento che Zesaro avrebbe dato al Sindaco, ma una pressante esigenza ed un obbligo morale che l’intera Amministrazione dovrebbe avvertire essere improrogabile ed istituire mediante un atto ufficiale del Consiglio Comunale, secondo le proprie competenze. E invece, nulla: la Giunta ha solo deliberato di compartecipare (quindi, neanche da sola!) ad una iniziativa proposta da altri soggetti, adoperando peraltro una denominazione equivoca, altalenante tra “giornata della memoria” e “giornata del ricordo”, tra 27 gennaio e Shoah e 10 Febbraio e vittime delle foibe. Che c’entra con il 9-10 Luglio 1943?
E qual è il motivo per cui si sono volute ricordare le vittime civili del bombardamento alleato a Palazzolo il 4 Novembre, quando nel resto della nostra Nazione celebriamo le Forze Armate e l’Unificazione, avvenuta con la vittoria militare nella Grande Guerra? Non si capisce. Per favorire la partecipazione studentesca? Non mi sembra una ragione valida, fosse anche perché temo che la maggior parte degli intervenuti non sia stata preparata con progetti scolastici propedeutici: educhiamo forse i nostri giovani alla superficialità, alla estemporaneità, alle “parate”? Quanto proficuo sarebbe, invece, far sì che i ragazzi potessero contestualizzare ciò che viene ricordato!
L’appuntamento, così come proposto, dovrebbe essere una occasione educativa di incontro, di sensibilizzazione e di partecipazione alla vita della comunità cittadina, un portare alla memoria e tramandare, un crescere, un onorare. Invece tutto si è trasformato in una autocelebrazione dei due co-organizzatori, Zesaro e l’Amministrazione: si è riproposta una pubblicazione presentata anni fa, stanziando ben € 500,00 per l’acquisto di 100 copie che dovrebbero pervenire ai ragazzi come “semplice lettura”! Abituiamo i ragazzi alle biblioteche, piuttosto! Inoltre, nessuna testimonianza è venuta dall’autore, eccezion fatta per l’accenno ad una giovane che corse nuda lungo Via Nazionale: ciò a cui si è assistito è stato un esteso ringraziamento reciproco tra i co-organizzatori, una dissertazione sulla metodologia seguita e un’ode sul valore incontestabile della pace. Se non fosse stato per l’intervento previsto consistente nella lettura di un brano del libro in questione e in un bel video realizzato dagli studenti e tendente a far riflettere gli intervenuti sul valore della concordia tra i popoli, beh…cosa sarebbe stato? Solo la ripresentazione di un libro e la gigantografia?
Tutti abbiamo dei ricordi, degli oggetti, delle foto, dei racconti che ci sono stati affidati: tramandiamoli! L’Amministrazione abbia a cuore esclusivamente l’edificazione dei suoi cittadini e compia un atto di giustizia, quella giustizia che alla mia famiglia viene da tempo volontariamente e ripetutamente negata! Quella vicenda diffamatoria alla cui luce risuonano beffarde le parole del primo cittadino di Palazzolo allorquando, chiedendo ai ragazzi il motivo del bombardamento proprio del nostro paese, ha accennato ripetutamente ai tanti altri testi che descriverebbero quella pagina dolorosa; e pensare che solo qualche minuto prima era stato sconfessato dal relatore, secondo il quale “una pagina della nostra storia non è stata ancora scritta”. Sindaco, quali sono i testi a cui fa riferimento? Tra di essi vi è forse l’infamante pubblicazione curata da Vincenzo Signorelli?
Si istituisca una “Giornata del Ricordo delle vittime del bombardamento” a Palazzolo, il 9 luglio di ogni anno; si onorino i caduti, si ricerchi la verità storica, si tramandino gli errori ai vivi affinché mai più abbiano a ripetersi!
Pierpaolo Amodio