Carissimi,
Che dire? ..la ferita è ancora calda,..è complicato non lasciarsi andare in invettive contaminate dal sentimento; sarebbe facile, molto semplice, anche divertente scendere al livello di povertà “intellettuale”, “politica”, “morale”, “sentimentale”, “valoriale”, puramente “intellettiva” di chi ha traccheggiato meschinamente per giungere a questo sbocco staliniano, certamente nullo alla luce dello statuto e della prassi statutaria del pd, se il pd c’è ancora...
L’odio personale oltreché politico è la direttrice e l’ispirazione determinante dei tre individui che ispirano questa vicenda, purtroppo accompagnato dalla superficialità ingenua che ha caratterizzato alcuni dei 40 firmatari( alcuni tendo a perdonarli), che hanno avallato la sempre cara teoria della forca, democratica come la Corea e cara a questi democristiani stalinisti che ci ritroviamo in città e in questa specie di partito. Quella che avete avuto modo di vedere è la vittoria di Pirro di un trio di menti perverse, avido di comando che non accetta di avere fallito nel tentativo di farsi assolutamente i fatti propri.
Non sono riusciti a cibare la clientela, non sono riusciti a consolidarla: chi non è riuscito ad aumentare il livello professionale del cugino; chi non ha potuto (ma non ne sono poi tanto certo) controllare ben bene gli appalti; chi non ha potuto ergersi ancora su un piedistallo; chi non ha potuto più mettere il petto in fuori mentre come un villano si puliva i denti con la lingua e il risucchio.
Valgano alcuni piccolissimi esempi dimostrativi vissuti dal sottoscritto:
dopo sei mesi di mandato insieme al consigliere Tabacco mi risolvo a presentare una interrogazione scritta relativa alla metanizzazione. La risposta in privato avuta dal sindaco e dai suoi due cavalieri fu: “Ti miritassiti ammazzatu, interrogazioni nun ha fari!”
Nel 2009, tra febbraio e marzo, comunico al sindaco e ai suoi, che stavo preparando un dispositivo per l’istituzione di un registro comunale per le coppie di fatto; la risposta sua e del suo maggiore collaboratore fu un’occhiata e un sorrisino da sfottò. A Settembre il più grande avversario del provvedimento fu proprio il sindaco( vedi anche dichiarazioni in tv), che incrociandomi nel corso mi disse: devo ringraziarti, almeno questo registro ha catalizzato l’attenzione nazionale…un paraculo doc insomma.
In definitiva eravamo governati da una accolita di personaggi dalla visione pigra, conservatrice, autoritaria e provinciale che per il bene di tutti, anche al prezzo del mandato di consigliere, è stata stoppata.
Non hanno potuto spadroneggiare ancora a loro piacimento a spese(anche monetarie) di questa città e di chi si è accostato alla politica in buona fede; non hanno potuto fare i favori squallidi ai loro amici e negarli agli altri; non sono riusciti a completare la castrazione politica e sociale di Sortino, hanno trovato di fronte a loro gente incosciente come me, che vi assicuro ha assistito a cose immonde, a ritorsioni intollerabili, a vendette private, ad atteggiamenti primitivi nella gestione della cosa pubblica, che pubblica non sembrava.
Se mi pento delle scelte operate in questi tre anni? Di nessuna, tranne una: quella di aver consentito pesantemente che venisse alla luce la candidatura a sindaco di Paolo De Luca, una vera e propria sventura per questa città; un uomo senza iniziativa; un sindaco in ciabatte; uno che non sa quale sia la strada per Palermo; uno che non ha lasciato nessuna traccia, se non una lunga striscia di veleni che oggi distraggono la pubblica opinione da un giudizio sincero e oggettivo. Mi sono pentito di aver consentito che governasse un sindaco occulto in luogo di quello ufficiale e che tirapiedi patentati e incolti concepissero il loro ruolo pubblico come una postazione per ingrassare i loro affari privati. Altro che un’altra storia, sono stato tradito, siamo stati traditi da una cricca insolente e bugiarda animata da semplici moventi di potere, un potere fine a se stesso, poltronaio e disprezzante.
Adesso i soliti traccheggiatori, mettono in scena questo miserevole colpo di teatro, odioso e meschino. Il provvedimento di questi giorni è infatti una pallottola a salve:
Non sono state rispettate le garanzie previste dallo Statuto del PD e di nessun altro organismo democratico. Il provvedimento è stato preso senza avere il pudore di sentire la controparte. Anzi, è stato presa, come oro colato, l’interpretazione faziosa di una parte assolutamente minoritaria.
È stato volutamente saltato il livello intermedio, per cui avrebbe dovuto essere la Commissione provinciale dei Garanti a intraprendere il procedimento. È gravissimo che la Commissione regionale dei Garanti abbia preso provvedimenti senza neanche informare almeno la segreteria provinciale.
La Direzione Provinciale aveva nominato una commissione, composta da tre componenti, per verificare la possibilità di ri-comporre una situazione di contrapposizione, che si era determinata con il voto di sfiducia al Sindaco, già operante.
Quando un intero consiglio comunale sfiducia il proprio sindaco, vuol dire che ci sono profondi motivi, che non possono essere addossati a presunti complotti del Consiglio, bensì alla assoluta incapacità ed inadeguatezza del Sindaco, che non è riuscito a fare leva neanche su un solo consigliere.
il sindaco non ha mai mostrato indipendenza di giudizio e capacità di coinvolgimento delle forze che lo sostenevano.
Ha fatto di tutto per eliminare in ordine cronologico:
a) il rappresentante dell’UDC, con cui avevamo una intesa elettorale;
b) ha eliminato il rappresentante della CISL, eletto nella nostra lista, perché non “omogeneo” e subito dopo il consigliere indipendente, perché appunto indipendente;
c) non ha voluto avere dentro la Giunta elementi che potessero mettere in ombra il terzetto che dominava incontrastato;
d) ha mortificato l’intero gruppo di maggioranza, con il quale nell’ultimo anno non ha mai voluto avere una discussione seria e reale;
e) ha disatteso sistematicamente tutti gli atti di indirizzo che il consiglio comunale nella sua piena autonomia ha preso. Tutti gli atti di indirizzo, nessuno escluso;
f) ha gestito in maniera personalistica ed umorale il rapporto con tutti i dipendenti del Comune, premiando gli amici e punendo i nemici, fino a portare parecchi dipendenti a chiedere il trasferimento altrove;
g) non ha mai fatto un’Assemblea pubblica;(..sorrido perciò quando qualcuno rimprovera me di poca informazione, almeno io l’ho fatta una assemblea pubblica)
H) ha fatto affiggere due manifesti murali in tutto il paese, nei quali denunciava in uno i “ladroni” del Consiglio, nell’altro poneva la sfida perentoria, che poi ha ripetuto in maniera ossessiva per mesi: “se avete coraggio fatemi la sfiducia”.
I) Non ha risolto, ma neanche messo mano, alle grandi questioni della città: nettezza urbana e raccolta differenziata, modello di sviluppo, forestazione, vivibilità dell’abitato e via discorrendo.
È di assoluta evidenza che la sfiducia, da quanto espresso solo per sintesi, è stato un atto di legittima difesa del Consiglio nell’interesse dei Sortinesi.
Era sostenibile un sindaco del genere? Come va giudicato un Sindaco che per 12 (dodici) mesi evita di incontrare il suo gruppo di riferimento?
Chi va cacciato in questo caso? Non va cacciato via chi non ha mai ottemperato alle decisioni del Partito e sistematicamente si è opposto alla volontà del Consiglio?
1) Il sindaco di fatto non è stato De Luca, ma l’assessore Gino Brunetto, che ha fatto il bello ed il cattivo tempo. I consiglieri si erano impegnati con i loro voti ad eleggere De Luca, solo in seguito hanno scoperto che si chiamava Brunetto. Ci auguriamo che la prossima volta si presenti con il suo vero volto.
2) La sfiducia è stato un momento di chiarezza: tutti i consiglieri che hanno votato la sfiducia lo hanno fatto per salvare Sortino ed anche il PD, o quanto resta del PD, da quanti lo stavano sistematicamente distruggendo.
Meditiamo tutti.
p.s. Chissemu e Francesco, grazie per la solidarietà. Sortinese, che dirti? Per te Sono senza parole .