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Riflessioni politiche sulla rappresentanza

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a.merenda:
Il tema è stato affrontato in questo forum già in passato ed ha suscitato reazioni differenti da parte degli utenti. Tuttavia, non potendo dichiarare conclusa la riflessione propongo quì di seguito qualche spunto augurandomi che stimoli il dibattito e la critica.

Prendo le mosse dalla condanna della c.d. rappresentazione politica del popolo/degli uomini nelle sedi istituzionali. Ritengo ciò un grande malinteso e mi permetto di approfondire le posizioni già prese in passato.
Gli uomini politici, infatti, dovrebbero essere scelti per rappresentare concetti, idee, valori sulla base delle loro azioni in vita e non, come spesso avviene, coalizioni di interessi materiali. In questa maniera l'arena politica si trasforma in teatro di scontro di gruppi di interessi e di pressione a discapito della visione ampia e strategica inerente allo sviluppo collettivo della comunità (trad: come migliorarci la vita).
In tal senso la forma di organizzazione politica chiamata "democrazia rappresentativa" pare sia una degenerazione voluta da chi vuol ergersi a "sostituto del popolo". Il risultato è un più modesto surrogato. Una copia mediocre delle aspettative e delle potenzialità che una comunità politica contiene al proprio interno.
Pertanto, al fine di risolvere tale malinteso è bene ripensare ai ruoli degli attori/operatori politici.
Cosa è bene che facciano? Come? Quale il ruolo della c.d. società civile? Come regolare i comportamenti alla luce del valore-codice dell'etica pubblica?
Una via, forse, potrebbe essere rappresentata dalla costituzionalizzazione della società civile. Ovvero la previsione di un nuovo organo costituzionale incarnato da gruppi organizzati di si propongono di esprimersi su istanze riguardanti la collettività (un contenitorie in cui confluirebbero associazioni dei consumatori, quelle in difesa dei diritti, dell'ambiente etc.)
In questo quadro, dati i mezzi d'informazione e comunicazione a disposizione dei popoli oggigiorno, sarebbe possibile dar voce e rendere fattivamente partecipi i gruppi organizzati della società civile nell'ambito del processo decisionale politico. Prevedere, ad esempio, all'interno della costituzione la pronuncia degli stessi tramite referendum per talune materie di interesse generale quali partecipazioni belliche, ratifica trattati internazionali, leggi elettorale, welfare, nomina ministri etc...)
Per far ciò il ruolo delle organizzazioni politiche (gruppi,coalizioni,movimenti) rimangono utili al fine di una pre-selezione dell'offerta politica da sottoporre al vaglio del "nuovo organo costituzionale" (una sorta di camera della società civile).
UNa simile proposta, tuttavia, non può che prevedere un dimagrimento dell'apparato dei professionisti della politica semplicemente perchè non ci sarebbe più bisogno dell'infinita rete di mediazioni che ha fatto scadere in sistema politico attuale in un indistricabile intreccio di particolarismi spesso di stampo clientelare.
Senza pretendere di essere esaustivo e tornando per un attimo alla realizzazione pratica di un simile movimento pare utile prevedere anche un "meccanismo di incentivazione alla partecipazione popolare". Retribuire simbolicamente chi partecipa attraverso la previsione di benefit riguardanti l'accesso a beni e servizi collettivi (ingressi musei, teatri, formazione universitaria, corsi di lingue, informatica etc) contribuirebbe a mettere in risalto la necessità, l'importanza ed il bisogno che la collettività ha di tale partecipazione/pronuncia.

Questa una riflessione senza pretese riguardo al "come" il popolo possa diventare veramente protagonista del governo delle comunità a cui appartiene. Un sistema di apparenenze multiple entro il quale la "partecipazione garantita per legge" rappresenterebbe, forse, la via per dare un senso ad una globalizzazione che, almeno per adesso, mette di fronte ricchi e poveri dando vita ad uno scontro impari, ingiusto ed indegno.

SC:
il tema è stato affrontato + volte ma vedo  che continui  a ricaderci.

che significa costituzionalizzare la società civile? questa idea che la società civile sia qualcosa di diverso dallo stato è una stronzata che ancora ci portiamo appresso dalle guerre di mafia


lo stato è una rappresentazione della società civile, che si attua mediante organismi + o meno rapresentativi, ogni persona della "società civile " ha il suo lavoro e la sua vita , partecipare  alla cosidetta "vita politica " comporta tempo da sottrarre alle altre cose per cui per questo motivo è stato inventato il meccanismo della rappresentanza.

poichè questo problema materiale della partecipazione  non si può tecnicamente superare qualsiasi organismo inventato  diverrà un meccanismo di delega ad altre persone, che dunque assumeranno un "ruolo politico"

quindi la "costituzionalizzazione" servirebbe solo creare un altro apparato non diverso da quelli già esistenti, e ovviamente questo peggiorebbe il meccanismo decisionale che già in italia è pessimo.

referendum per le nomine dei ministri , cioè abbiamo 20 ministri  e facciamo venti referendum per ogni governo? poi se  alcuni vengono bocciati  li si sostituisce e si fanno altri  referendum fino a quando  va bene? nel frattempo che si spendono soldi per per i referendum.

la libia invade la sicilia che si fa? si fa il referendum per decidere se dichiarare guerra?

le leggi elettorali sono state + volte sottoposte a referendum, i politici ma la gente stessa all'ultimo referendum se ne sono fregati.

poi sta cosa di pagare per andare a votare, in pratica vorresti costituzionalizzare il voto di scambio e il clientelismo.

in sicilia per andare a votare fino a pochi anni fa ti davano il posto di lavoro, questa cosa ha creato una classe di parassiti che non sa manco perchè vota avendo perso la coscienza di farlo per un diritto.

perchè continui a proporre cose ipotetiche  senza chiederti mai se qualcuno lo ha mai fatto prima di te, se hanno funziionato e cosa potrebbe far fallire il tua ipotesi.
non ci servono idee per risolvere i problemi ci servono soluzioni

a.merenda:
Casomai l'organismo andrebbe a sostituire quelli già esistenti.

Ciò che mi preme sottolineare è però un'altra cosa. Quì non si tratta di far venire meno il ruolo politico di alcuni. E'chiaro che ci saranno quelli che per passione o altro intraprenderenno un attivismo maggiore di altri.

quì si discute della rappresentazione di interessi che una comunità vuole vengano dibattuti.

Ti pare che l'attuale sistema di rappresentanza immetta nell'arena politica "cose di cui la gente vorrebbe parlare per trovare una soluzione"?
Per carità, a volte capita anche se esse sono confuse in una miriade di immagini, parole e suonin che nulla hanno a che vedere con il nostro star bene.

Ergo: ti/vi pare che le regole del gioco attraverso le quali si forma l'agenda politica in Italia siano difendibili dal punto di vista delle priorità della gente? Credo proprio di no.

E questo lo penso perchè osservo il corto circuito della rappresentanza. Questa categoria mentale applicata in politica come espediente organizzativo ha partorito un orrore umano: il fatto che ci sia qualcuno che si arroghi il diritto di decidere per me.
Non lo voglio. Esigo, piuttosto, la moltiplicazione delle interpellazioni, delle consultazioni popolari.
Per questo la costituzionalizzazione.

Il probema dei soldi e dei tempi dei referendum si risolve con internet e con una password per votare telematicamente.


Riguardo la bocciatura della distinzione tra la terminologia "società civile" e "stato" direi che il discorso va ben più in la delle guerre di mafia. Diciamo che la regola "stato" ce la siamo ritrovata nelle nostre menti. Non è detto che nuove elaborazioni cognitive non possano dar vita a strumenti più efficaci e più giusti al fine di migliorare la nostra organizzazione di vita civile.
Potremmo anche dire che la comunità è la struttura mentre lo stato è una costruzione mentale ad essa conseguente dal momento in cui si presentò l'esigenza di amalgamare e far convivere assieme un gran numero di persone.
Gramsci diceva (al contrario di Marx) che è la sovrastruttura influisce sulle modificazioni della struttura. Sono d'accordo.



Sul voto "a pagamento". La tua analisi mi sembra un pò superficiale. Ho parlato di incentivi che fungerebbero da investimenti sulla nostra formazione. Mica ce lo vedo l'affarista di turno a racimolare bonus per teatri in una borsa di plastica pronto a rivenderli agli sprovvisti di biglietto!!?


Infine, sull'invasione della Libia.
Sin da quando hai manifestato l'avversione al termione "geopolitica" hai dimostrato la tua inconsapevolezza circa il modo odierno di intendere e di fare la guerra.
l'art.51 della Carta delle nazioni unite potrebbe aiutarti  (http://www.studiperlapace.it/view_news_html?news_id=onucarta)

Insomma, se domani la Libia ci bombarda noi ci difendiamo nel migliore dei modi possibili. Il punto sta negli anni a seguire. Di che entità e portata sarà la nostra reazione? Domandarlo al popolo mi pare una buona prassi





SC:

--- Citazione da: Tito - 13:09:45 pm, 29 Novembre  2010 ---Il probema dei soldi e dei tempi dei referendum si risolve con internet e con una password per votare telematicamente.

--- Termina citazione ---

perchè secondo te una cosa che si fa su internet è gratis? secondo per questo forum io non pago  dei servizi di hosting?

cosa pensi sia semplice organizzare un voto elettronico? guarda che è uno dei problemi + difficile da risolvere, garantire segretezza, non rintracciabilità e al tempo  stesso la sicurezza?
come fai a dimostrare che milioni di voti virtuali  siano reali e non ci sia qualche attacco hacker, cosa fai se il berlusconi di turno si assolda un hacker per farc omparire i voti che non ci sono? gridi al complotto poi?



--- Citazione da: Tito - 13:09:45 pm, 29 Novembre  2010 ---Sul voto "a pagamento". La tua analisi mi sembra un pò superficiale. Ho parlato di incentivi che fungerebbero da investimenti sulla nostra formazione. Mica ce lo vedo l'affarista di turno a racimolare bonus per teatri in una borsa di plastica pronto a rivenderli agli sprovvisti di biglietto!!?

--- Termina citazione ---

e tu non guardarle ste cose, c'è un tizio che a cassibile che per 200 euro in 13 anni ha ammazzato 10 persone, fingiamo che certe cose non esistono chiudiamo gli occhi sulla nostra bella società... giusto antonio giusto..

a.merenda:
sulcome si faccia a difendersi dagli hacker dovresti saperlo meglio di me. Li si assume...
Il rischio, tuttavia, rimane sempre. E, per dipiù, rimane anche quando il voto elettronico non c'è (si vedano le presunte manomissioni durante il trasferimento dei dati elettorali al viminale nel 2006 - http://www.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/sezioni/sala_stampa/comunicati/comunicato_1036.html oppure la campagna condotta all'indomani della rielezione di Bush)

La tecnologia a braccetto con la malafede perpetuerebbe la truffa. Tuttavia mi pare che si stia perdendo di vista il centro della discussione. Il modo in cui interpellare più volte possibile la popolazione.



Sul tizio di Cassibile nonchè sul resto.
Mai detto che la società sia giusta o bella. I fatti di cronaca sono sia belli che brutti, orribili o meravigliosi.
Il fatto è che l'orrido fa vendere i giornali poichè è la paura, figlia dell'ignoranza che genera altra paura. La vera informazione non rincorre solo il macabro.

Sull'accaduto ciò che rimane è il cordoglio nonchè la constatazione dell'esistenza della follia, quindi dell'irrazionale.







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