Intervista al senatore
tradito dal rossore
Chiamato dal suo partito (il Pdl) a difendere il capo in un talk show televisivo, raccontando un sacco di bugie, un senatore è stato tradito dalle proprie guance
di SALVO FICARRA & VALENTINO PICONEIntervista al senatore tradito dal rossore
Dopo essere stato cacciato dal Pdl, un vecchio senatore che vuole rimanere nell'anonimato ci ha contattato per raccontare la sua triste vicenda e i motivi della sua espulsione dal partito. Per ascoltare la sua versione dei fatti lo abbiamo raggiunto nella sua casa, dove si è segregato. La nostra è un'esclusiva: il senatore dal giorno del fattaccio non ha più parlato alla stampa; non ha accettato visite di nessuno, medico compreso; e i suoi familiari a stento sono riusciti a farlo mangiare. Durante l'intervista l'uomo non ha smesso mai di piangere e di tenere stretta la mano dell'amata moglie.
Senatore, buonasera. Intanto come sta?
(Piangendo) "Bene, grazie!".
La sua cacciata dal partito è definitiva?
"Sì. Cicchitto ha appena dichiarato al Tg1 che sono stato estromesso per manifesta incompatibilità con il programma del partito... ma la verità è un'altra".
Quale?
"La mia colpa è stata quella di non aver difeso adeguatamente... (sottovoce) lui".
Lui chi, il presidente?
"Sì. È successo durante un maledetto talk show dedicato al caso Ruby e alle feste del bunga bunga... Ho fatto un errore imperdonabile".
Quale?
"Faccio una premessa. Per partecipare ai talk show in difesa di... (sottovoce) lui, bisogna saper dire un mucchio di menzogne. Ma per dirle nel miglior modo possibile bisogna avere la faccia tosta e la totale mancanza del senso della vergogna".
Insomma, come diciamo noi siciliani: bisogna essere senza russuri nà facci.
"Esattamente. Ecco perché, prima di entrare nel partito, devi superare degli esami che provano la tua capacità di dire bugie".
(Increduli) E lei li aveva superati?
"Tutti! E anche con ottimi voti. Pensi che nella graduatoria finale meglio di me avevano fatto solo Bonaiuti, Cicchitto, Capezzone, Belpietro e Sallusti. Ma loro sono inarrivabili. Io invece sono una mezza cartuccia, prova ne è che l'altra sera in quel maledetto talk show...".
Scusi, continuiamo a non capire. Cosa è successo in quel talk show?
(
Piange) "Ero stanchissimo. Avevo ribattuto colpo su colpo alle domande del conduttore; avevo ridicolizzato le intercettazioni delle ragazze che parlano del bunga bunga; avevo dimostrato il complotto dei magistrati contro di... (sottovoce) lui; ero persino riuscito a dimostrare che la casa di Montecarlo era della Boccassini".E poi, cosa è successo?
"Poi... sono caduto sulla domanda più facile". (Piange a dirotto tra le braccia della moglie)
Qual era questa domanda?
"Il conduttore mi ha guardato dritto negli occhi e mi ha chiesto: "Ma lei crede veramente a quello che sta dicendo?". Io ho risposto: "Sì"".
Ci sembra perfetto, o no?
(Piange) "No! Perché non sono stato bravo a mascherare la bugia, anzi mi sono vergognato di averla detta. Quindi, un attimo dopo aver detto quel sì, un filo di rossore ha invaso le mie guance".
Ma scusi, magari i telespettatori non si sono accorti della suo rossore.
"Non importa, se n'è accorto... (sottovoce) lui. Dovete sapere che le ultime direttive si sono evolute. Al partito non basta più che noi ci mostriamo bravi a raccontare le bugie. Il partito pretende che noi crediamo veramente alle nostre stesse bugie".
Ci sta dicendo che tutti i suoi ex colleghi che ogni sera vediamo nei talk show... credono veramente a quello che dicono?
"Certo! (Piange) Io volevo essere come loro, ma purtroppo non ci sono riuscito. Sono un fallito, non sarò mai un numero uno... Quella sera, quando ha capito che stavo diventando rosso (stringe la mano alla moglie) e ho sentito il calore che si stava impossessando della mia faccia, ho sperato si trattasse di un ictus... invece, purtroppo, era solo vergogna. Ho deluso tutti: hanno fatto bene a cacciarmi".
Noi credevamo che lei ci avesse chiamato per criticare il suo partito.
"Assolutamente no!".
Ma scusi, allora perché ci ha rilasciato questa intervista?
"Per chiedere scusa... (sottovoce) a lui".
Ma lei non ha nessuna personalità, scusi?
(Soddisfatto) "Grazie, lo so. Sapeste quanto ci ho lavorato per raggiungere quest'obiettivo".
Lo sa che lei fa schifo?
"Grazie. Ma purtroppo non è bastato per continuare: c'è sempre qualcuno più in gamba di te".(29 gennaio 2011)
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