Quando il giorno s’inasprisce sul presente
tra spigoli e profonde incrinature
le gocce disegnano le guance
e la colpa se la ingoia la pioggia.
Ma è con te che parlo
quando il sorriso è fulmineo lampo dentro all’occhio
e gli altri senza capire ascoltano
e intanto il mondo mi sbiadisce intorno.
Non sanno
loro
che i matti non sono matti
ma viaggiatori di mondi paralleli.
E’ sul palmo tuo
che la mia guancia si delizia a festa
mentre coi piedi sulla terra
attraverso i giardini del fuoco e della nebbia.
Tenero strofinio
che la forza muta in miele
languido rampino
sull’impazienza d’afferrare adesso.
Ma intanto il tempo
sull’imperfetto inciampa ancora
e il tormento è piombo a sfera
che a fiocco stringe la caviglia.
Passa tutto ma tu mi rimani accanto
pensiero che la luce accende alla mia meta
indelebile abbraccio
invisibile al mio fianco.
tiziana mignosa
novembre duemiladieci