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Salvatore Brafa muore ma la Società Operaia lo rinnega perchè non Sammastianisi

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SC:
Salvatore Brafa ,padre del mio amico Marco, è morto all'età di 61 anni per un tumore al fegato.
Molti lo avranno conosciuto nel suo autolavaggio e, anche a causa di quell'occhio perso per un precedente tumore che li lo aveva colpito anni fa, lo avranno riconosciuto facilmente fra le persone che si dava da fare per la festa della befana organizzata dalla società operaia Vittorio Emanuele III di cui era socio  pagante.

Le società operaie nacquero nell'ottocento con funzioni mutualistiche di aiuto verso i lavoratori che ne facevano parte.
In particolare si sono sempre accollate le spese funerarie e tombali, ne sono un esempio le cappelle che abbiamo al cimitero, questa è la loro funzione principale nei confronti dei soci che pagano periodicamente una quota.
Anche se molte cose sono cambiate da quando nell'ottocento le società operaie nacquero assicurare pari dignità alla morte di ciascun socio resta la loro vera ragion d'essere, chi muore è uguale a san paolo come a san Sebastiano come a sant'Antonio e non mi risulta che le chiese abbiano ticket d'ingresso differenti per i morti che giustifichino "scelte di sede "

eppure sembra che secondo lo statuto della società operaia Vittorio Emanuele III abbiano diritto all'organizzazione del funerale solo i soci che il funerale lo celebrano nella chiesa di San Sebastiano e siccome i familiari di salvatore brafa volevano(e vogliono)  il funerale a sant'Antonio dove hanno sempre abitato, tanto è  bastato ai dirigenti dell'associazione mutualistica per lavarsi le mani ,a norma di statuto, dagli obblighi verso uno dei loro soci.

il nome di un re codardo e pusillanime che fuggì le sue responsabilità verso la nazione non fu mai +  azzeccato per chi in un giorno di dolore e non prima, quando magari riceveva i soldi da chi a san Sebastiano non ha mai abitato, si permette di spiegare lo statuto fuggendo degli obblighi morali verso chi non c'è più.

in questo paese ancora nel 2011 e di fronte a circostanze come la morte di un uomo si fa differenza fra chiese  di quartiere.

assicurare pari dignità a tutti  i soci di fronte alla morte
 se una società operaia non è capace di dare questo  che senso ha organizzare tutte le befanate e altre manifestazioni di dubbio gusto?

ho scritto perché tutti possano sapere e giudicare, se davvero in un pezzo di carta è scritta una regola così cretina ed è davvero valida allora che gli uomini con un briciolo di sale in zucca la giudichino alla luce del fatto che il campanilismo parrocchiale nel 2011 è decisamente stupido.

ai familiari porgo nuovamente le + sentite condoglianze.

volteriano:
quante chiaccherate con il signor brafa, mi unisco alle condoglianze alla famiglia.

anzichè essere orgogliosi di contribuire alla sepoltura di una brava persona, rispettandone peraltro i diritti di socio, ci si rifiuta di farlo in forza di una clausola che oltre ad essere discriminatoria è ASSURDA? è incredibilie....

enrico tomasi:
conoscevo il signor brafa anche io. persona discreta, onesta e buona. condoglianze a marco e tutta la sua famiglia anche da parte mia.

Salvo L.:
Mi permetto di intervenire nella discussione, innanzitutto per porgere le più sentite condoglianze alla famiglia Brafa per l'immatura perdita di Salvatore, amico degli amici in paese, una persona rispettosissima nei confronti di tutti.
Volevo poi fare una critica, penso doverosa, nei confronti della Società Operaia, in quanto più o meno un anno fa in occasione della morte di una mia parente anziana, ci siamo trovati davanti alla stessa analoga e disgustosa faccenda, che fa pensare purtroppo, che si può e si vuole lucrare persino quando la morte decide di privarci di una persona cara. La mia parente pagava la società da oltre 50 anni, come dimostrano tutte le ricevute che ha conservato nel tempo e che piano piano hanno riempito un cassetto di comodino. All'atto di morte la "beffa"!!!! Non si può chiamare l'agenzia funebre di fiducia, perchè loro ne hanno una di "loro fiducia" e se si rifiuta si perde il contributo della società. Lo stesso se si vuole fare dire messa in una qualsiasi chiesa che non sia San Sebastiano. Per di più mi risulta pure che la società non si fa fronte di spese se, all'atto della sepoltura, il defunto non abbia la cappella personale e rifiuti quella della società. In poche parole hai le spese pagate solo ed esclusivamente se ti attieni al loro regolamento, vecchio di non so quanti secoli. E' veramente assurdo!!!

palazzulisa90:
io penso sia una cosa veramente vergognosa! oltre al danno poi, anche la bleffa! so per esperienza, purtroppo, personale, che gli amministratori della società vocalmente ti informano del contrario di ciò che è scritto nei loro contratti, solo per non perdere i soci.. molta gente preoccupata appunto da queste strane regole, si è recata a chiedere spiegazioni! e tante volte è stato risposto tutto l'opposto!
non voglio far polemiche, perchè la persona a me cara non c'è più, ed è questo ciò che veramente conta, anzichè portar rancore a terzi!
So solo che bisogna un attimo fermarci a riflettere.. quanto non ci si piega nemmeno davanti alla morte, non cè molto da sperare per il domani..

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