Forse è l'ora di lasciar perdere definitivamente il politichese criptico, l'ambiguo svolazzare tra un concetto e l'altro senza posarsi mai; forse è giunto il momento che ognuno di noi, Sortinesi poveri ma belli, prenda una posizione che contribuisca alla chiarezza, anche se dovesse risultare chiarezza di parte, di punto di vista e non chiarezza di verità oggettiva e compiuta, sulla quale si può benissimo obiettare che esista. Basterebbe dirsi le cose per come si pensano e si vorrebbero, perciò cercherò adesso di assumermi un pezzetto del compito a sberleffo di chi svolazza con le ali del politichese e che pensa che far politica risponda ad un solo comandamento che è quello del dir sempre si per non inimicarsi mai nessuno, anche a costo di bugia e malafede.
Trovo umiliante nei confronti di tutta la città, che si possano scrivere e affiggere manifesti come quello affisso per mettere il cappello alla miseria che ci viene dalla provincia per festeggiare carnevale. Lo trovo umiliante per la città e meschino, clientelare, assolutamente indecente per chi ha avuto l'idea di scriverlo e il coraggio di farlo pubblicare.
Trovo inevitabile la risposta dei ragazzi che non volevano sponsorizzare nessuna forza politica.
Trovo stupido che si possa litigare per il carnevale, quando in verità la misura del saper far politica passerebbe dal dire come stanno le cose.
la situazione di Sortino da un punto di vista finanziario e dei servizi è tale che i diecimila, quindicimila euro l'anno spesi per il carnevale( mediocre da tutti i punti di vista) nei prossimi anni dovrebbero essere spesi per cose più urgenti e importanti, che danno molto di più la misura della qualità della vita, come, solamente per fare qualche esempio, la raccolta differenziata, i servizi sociali per i disabili, l'acquisto di libri per la biblioteca e perchè no l'aumento dei contributi alle società sportive,..tutte cose che influiscono molto di più del carnevale nella vita della comunità. Del resto il carnevale può essere fatto molto più sobriamente e senza un impegno tanto gravoso dell'ente, come si faceva fino a quindici anni fa, quando i circoli funzionavano e le scuole facevano la loro parte.
La mia verità è che la politica è stata ridotta a puro mercimonio: se mi dai il contributo sei bravo ma se non me lo dai sei cattivo. Ma alla fine della fiera non è più la comunità a essere soggetto che contratta, quanto piccoli gruppi d'interesse che non hanno una visione ed un fine generale, per quanto in buona fede essi agiscano.
Chi fa politica dovrebbe avere il coraggio di dire come la pensa..senza aver paura di candidarsi e rischiare di non essere eletto.
un saluto a tutti