E amai la vergognosa vita
che d’amor non basta
il sole le stelle
la luce dei tuoi occhi.
Non cambiai verso o approccio
anche quando la vile morte
raccolse l’amore nel suo freddo sudario.
Continuai a inseguire il respiro del vento
il brusio della pioggia
e l’ansimar del mio destino.
Cercavo tra la gente la mia anima
così conobbi il nulla
la malinconia della solitudine.
Fuggii dove il mio pensiero
si fece pioniere di notti insonni
e di inumane attese.
Tutto parlava di vita
il tramonto
l’alba nel suo chiarore.
Invisibile era
tutto ciò che pulsava amore
né lo sguardo vide la sua fonte.
Chiesi all’invisibile nulla
dov’è sepolta l’anima
in quale essenza essa vive.
Maledetto sia
il suo fluire dei ricordi
nel tormentare il presente.
Memorie lapidi
nella vanità di essere eterni
noi impotenti scheletri di ossa.
Scrivo il mio niente
nella fossa del tempo
come il lampo di luce è vita nel buio
così è il niente nel respiro del mio sapere.
Misero tempo è il vivere
nel buio eterno
l’unica luce di verità.