Cari,
Continuo nella mia azione di analisi dei flussi finanziari, cercando di stimolare approfondimenti, suggerimenti, critiche costruttive e perchè no soluzioni.
Tocca ancora una volta al mio amico assessore Nello sobbarcarsi la responsabilità di una risposta.
Giorno 13 giugno con delibera n° 85, il comitato dei sindaci del distretto socio-sanitario 48, istituito ai sensi della 328/2000, ha deliberato che 200.000,00 eurini maturati come economie dal 2007 al 2009, vengano impiegati a favore dei soggetti deboli a rischio di esclusione sociale ( o già esclusi) e in evidente stato di bisogno. Premetto subito che la cifra che a prima vista sembra sostanziosa, a ben guardare è irrisoria per due variabili hard:
prima variabile: 200.000, 00 eurini diviso 11 comuni ( membri del distretto)
seconda variabile: 200.000,00 eurini diviso 11 comuni, ripartiti per numero di abitanti.
Già da queste semplici formule capite che Siracusa (Comune capo fila)avrà più del 50% della somma e che il resto in proporzione andrà ripartito tra i rimanenti 10 comuni Floridia, Priolo, Palazzolo, Sortino, Canicattini, Solarino, Ferla, Buccheri, Buscemi, Cassaro.
Se i miei calcoli approssimativi non sono del tutto sballati Sortino dovrebbe ricevere dal distretto tra 9.000,00 e 10.000,00 eurini,..poca roba insomma. Ma come intende spendere questa piccolissima provvidenza il comune? A questo proposito il comune dovrebbe inquadrare la spesa nella cornice fornita dal piano di zona, ma questa cornice (compresa nella delibera che ovviamente allego) è talmente flessibile che le variabili anche qui sono potenzialmente due, ma stavolta non più hard, ma soft ( con variabile soft si connota una variabile "modificabile" o molto più modificabile di una variabile hard).
prima variabile soft: il comune può incamerare i soldi e continuare a dispensare mero assistenzialismo che invece di includere ghettizza senza per altro dare effettivo sollievo agli utenti, se non effimero e ridicolo.
seconda variabile soft: il comune può incamerare i soldi e investirli in un progetto sperimentale di inserimento lavorativo dei soggetti che diversamente rimarrebbero esclusi dal circuito sociale e lavorativo, tra l'altro rispettando ed esaltando la cornice di riferimento del piano di zona che parla di orientamento, formazione e inclusione.
Come fare?
1)Utilizzando il decreto 142/98 in materia di tirocinio formativo
2)Coinvolgendo il tessuto imprenditoriale presente a Sortino e nel caso di utenti meno abili la cooperazione sociale di tipo a presente nel paese e quella di tipo b presente nella zona montana.
Ricadute:
da 5 a 8 soggetti deboli a rischio esclusione sociale avrebbero la concreta possibilità nell'arco di 6 mesi di imparare una professione o i primi rudimenti di una professione che è poi il segreto dell'inclusione.
Altrettante realtà lavorative, praticamente a costo zero avrebbero una risorsa da impiegare per 6 mesi da 20 a 30 ore settimanali e contestualmente aderirebbero al codice etico della responsabilità sociale d'impresa.
Ovviamente esistono anche altre valide soluzioni, che possono essere contemplate ma che hanno poi la necessità di essere sostenute dall'ente, che deve dotarsi convintamente di una politica seria di workfare..
esempio 2: Incamerare questa cifra e promuovere lo start up di una cooperativa sociale di tipo b affidandole un piccolo appalto(esternalizzazione di alcuni servizi come la cura del verde pubblico, le manutenzioni varie, le pulizie, la guardiania ecc. ecc.) da finanziare per un breve periodo con quelle somme e nel lungo periodo con i fondi del bilancio, attuando una vera e propria esternalizzazione a fini sociali, per la quale è cmq occorrente l'approvazione di un regolamento in consiglio comunale.
Insomma le idee non mancano...invece di umiliaree mortificare con l'elemosina potremmo valorizzare, esaltare includere...tutta questione di volontà...
Sindaco,Assessore, Consiglieri..la palla adesso passa a voi! io sono qui..a disposizione.
Allego delibera.
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Franco Nero