Comuni Zona Montana Iblea > Sortino

2012 COME IL 1992? Auguriamoci di no

(1/5) > >>

a.merenda:
Ascoltando, leggendo ed osservando i fatti di questi ultimi mesi è innegabile verificare nelle parole e negli sguardi della gente essenzialmente due cose: confusione con relativo senso di smarrimento ed inquietudine legata alla precarietà ed all'incertezza del futuro.
Sottostante alla su citata superficie emozionale alberga un sottobosco d'operosità ancora, però, troppo debole per dirsi elemento trascinante.

La domanda che mi/vi pongo è quindi: stiamo rivivendo, quasi come un déjà-vu, l'anticamera dei fatti italiani del '92 (tangentopoli, manifestazione esplicita di un attacco alle istituzioni da parte di lobby crimino-affaristiche, giustizialismo di giacobina memoria etc.)?

A ben vedere pare proprio di si ma questo vorrebbe dire che non abbiamo imparato nulla e che continuiamo ad essere la solita Italietta che alterna sprazzi di genialità a lunghi periodi di sonno intellettuale.

Volendo essere quantomai cauti e provando a riporre una fiducia quasi incondizionata nell' "umano" (Nietzche direbbe "troppo umano", a pensarci bene) potremmo illuderci di prendere per buona una qualsivoglia evoluzione della comunità italica e dire: "la storia non si ripeterà"..

Abbiamo nomi di aggregazioni politiche differenti che hanno provato a dar vita ad un modo "bipolare" di far politica come PD e PdL lasciandosi alle spalle le geometrie variabili della balena bianca DC.
C'è stato un accidentato tentativo di laicizzazione della politica che, purtroppo, è scaduto molto spesso in legittimazione di perversioni e psicosi di vecchi (e vecchie) bavosi assetati dell'ormai gioventù perduta. Ed in funzione di ciò (con le dovute scuse che porgo ex ante agli studiosi di psicanalisi) pare abbia preso piede la sindrome del mito delle lacrime da coccodrillo, visibili solo allorché il pasticcio è bell'e fatto.

Siamo nella fase discendente della parabola di un leader populista, Silvio Berlusconi, capace di sedurre ed abbandonare sistematicamente gli italiani. Un uomo fondamentalmente egoista che è riuscito a tramutare in pseudo virtù molti vizi italici (vanità, senso di giustizia ad intermittenza e talvolta manifesto d'invidia sociale, incultura libertaria, conservatorismo, pigrizia, furbizia accattona..) in modo da promettere orizzonti talora auspicabili ed al contempo con lui irraggiungibili (data la natura illiberale del personaggio).

Ed allora si ripropone il bivio (peraltro già discusso in questo forum) relativo a quanto fin ora espresso: siamo in presenza di un epigono craxiano o andreottiano? Oppure c'è una terza via.
Stiamo forse osservando colui il quale contribuirà, suo malgrado, a ripristinare lo stato delle cose pre '92? Siamo forse alle porte di una restaurazione piccolo borghese con la benedizione vaticana?
Sparito il sultano d'occidente gli squali si getteranno sulle membra finanziarie del suo impero. La famiglia Berlusconi avrà la tempra per resistere a tutto questo mettendoci "la faccia" a garanzia di interessi occulti (nascosti tra le percentuali azionarie) oppure mancherà la tempra (o la "faccia".. tosta, se volete) per far tutto ciò?

Forse poco importa tutto questo a quanti sostengono che munnu è e munnu ha statu (quindi munnu sarà...).

Pur tuttavia le giovani generazioni non possono esimersi dalla sfida e, per quanto disinteressate ed abituate alla delega (corollario della rappresentanza "di qualcuno" e non "di qualcosa"), dovranno fare i conti - me compreso- con il mondo che viene a bussare alla porta. Talvolta con viso cortese e con in mano un'opportunità, altre con gli occhi di un Breivik stragista norvegese o di una migniatta che pretende "u pizzu".

Volendo concludere potrebbe dirsi che non ci sono le condizioni affinché si riproponga un nuovo 1992. Società differenti e forse oggi meno consapevoli di allora (pur disponendo di strumenti comunicativi di gran lunga superiori).

Che fare, allora?

Qualcuno mi direbbe: iscriviti ad un partito e dai il tuo contributo con la lotta politica (e di potere). Per carità, magari avrebbe pure ragione. Tuttavia sarei in disaccordo continuando a proporre semplicemente "lo sforzo di dare il meglio di se" (per quanto insufficiente questo possa rivelarsi).

Ed alla fine (o all'inizio) chi saprà ridere diverrà padrone del mondo (cit.non letterale) - come disse un saggio italiano d'altri tempi-

Carmelo Di Mauro:
Auguriamoci di SI!

Che il male, questa volta, possa andare definitivamente  agli inferi.

Vedi ( forse nel 92 pensavi ad altro - giustamente ), dopo tangentopoli la nostra classe dirigente, di Dx e Sx, non si e' affatto ravveduta, anzi, ha alzato il Tiro;  ha puntato dritto al cuore dello Stato: abbattere l'ultimo baluardo rimasto nella nostra democrazia - il potere  Giudiziario ( che a dire il vero ogni tanto esagera con le manie di protagonismo ).

Poi, per ritornare al 1992, ( ti confesso che l'obiettività giudiziaria, all'epoca, non fu certamente  un esempio di legalità -   Primo GREGANTI docet) fu colpita un'intera classe dirigente corrotta che ebbe, quantomeno, la dignità arrossire e, in alcuni casi tragici, pagare a caro prezzo le proprie ed altrui colpe.

Aggiungo, inoltre, che parecchi dei reati ascritti loro dalle varie A.G., erano riferibili a corruzioni per finanziare, in parte, il proprio partito di appartenenza
(Oggi non hanno nemmeno questa giustificazione).

Nell'anno del Signore 2011  ( questo e' il mio personale pensiero) questa classe politica ( se potessi la scriverei con un carattere più piccolo) non solo non arrossisce, ha il barbaro coraggio di attaccare  quella parte sana di democrazia, additandola come Partigiana!

 Vogliono convincerci che l'intero sistema giudiziario e' di sinistra - follia pura - e chi lo scrive e' un uomo che e' ben distante dall'essere figlio di Antonio Gramsci.

 Carmelo Di Mauro

a.merenda:
Il punto è delicato.

Il magistrato che confonde la propria passione politica con l'applicazione della legge (secondo procedure del diritto che sono, nella teoria, ben precise) è un danno per il paese quanto un imprenditore, o psudo tale, che fa leva sulla cosa pubblica per il proprio tornaconto.

Passiamo quindi dal campo "formale" relativo al come ognuno deve compiere il proprio dovere a quello deontologico "sostanziale", cioè guidato da quali valori/etica.
Quest'ultima, a mio parere, chiama in causa direttamente l'educazione infantile, quindi la famiglia (innanzitutto), la scuola e la comunità dei pari e, udite udite: LA TV ED INTERNET (sempre di più peraltro)

Ecco che la sfida più grande dei prossimi 30-50 anni mi appare quella pedagocica. Dovremmo attrezzarci affinchè le comunità di cura (intese in senso lato quelle del mondo del welfare - non profit, assistenti ed operatori sociali - tempo libero etc.) si rendano sempre più attrezzate affinchè i figli che verranno possano apprendere da un ambiente pieno di stimoli di varia natura in modo da non essere sodomizzati da canali televisivi emanazioni di monopoli di fatto in mano ai detentori del potere che altro scopo non hanno se non l'autoconservazione.

E' tempo di riscoprire il mutualismo e ciò che la gente, in cooperazione, riesce a creare (o distruggere, quando ve ne fosse bisogno).

L'autodisciplina in termini di assimilazione passiva di segnali più o meno subliminali provenienti dallo schermo della TV, quindi lo stimolo del senso critico e di libertà rappresentano la chiave di volta del nostro futuro benessere.

Scacciamo il senso della fretta ad ogni costo dalle nostre menti e concentriamoci su ciò che possiamo ottenere "pensando" in maniera diversa.

UN ESEMPIO CONCRETO (a parer mio dal contenuto rivoluzionario): POTER CONSULTARE ON LINE IL BILANCIO DEL COMUNE DI SORTINO, DISCUTERE, CONTROLLARE E SUGGERIRE. Un primo strumento serio per verificare come vengono spesi i nostri soldini. Potremmo pure accorgerci, pensa un pò, che taluni sprechi di DEVONO eliminare cominciando dalle nostre piccole cittadine.

Questa è la vera autodeterminazione politica. Ciò che rese grande, fra l'altro, l'Italia dei comuni

Franco Nero:
Giustizialismo di giacobina memoria? :( :( :( :(...Tito quanti anni avevi nel 92?... io avevo 19 anni..adesso ne ho 37 e penso in tutta sincerità che non fu per niente terrore "mani pulite"...e ti dico di più: allora vi era la concreta speranza che la scoperta del marcio così come avvenne aprisse la strada ad una vera e profonda riforma dei costumi politici..cosa che purtroppo non è avvenuta dato che tangentopoli non è mai finita...nel 94 Berlusconi vince arruolando buona parte dei gruppi dirigenti compromessi da mani pulite, in nome delle libertà che i soliti comunisti volevano cancellare...e così ha cancellato ogni speranza...altro che giustizialismo giacobino. Ricordo a tutti le parole dell'ex procuratore generale di Milano Borrelli: Resistere, resistere, resistere. Mi chiedo: secondo voi rispetto a cosa dovevamo resistere?
uN SALUTO
Franco nero

a.merenda:
Mani pulite mi sa tanto di "far piazza pulita", tabula rasa.

Non mi sembra l'atteggiamento giusto che una società/comunità aperta deve tenere.

Non voglio sembrare quello che difende gli interessi criminali o la corruzione. Dico solo che la sinistra ci ha raccontato troppo spesso che qualcosa era "il diavolo" finendo per essere smentita dalla storia degli ultimi 50 anni...

Dico solo che la giustizia va applicata con equilibrio ed il nostro sistema giudiziario è indubbiamente, in una sua parte, lottizzato tramite ideologie.

La parola a Negri che tu dovresti conoscere: http://www.ilgiornale.it/interni/persino_toni_negri_silvio_e_perseguitato/22-04-2011/articolo-id=518692-page=0-comments=7

Io non sono uno che si fa trasportare dalla vis ideologica.

Navigazione

[0] Indice dei post

[#] Pagina successiva

Sitemap 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 
Vai alla versione completa