Col fremito sui polpastrelli
non serve la torta sulle labbra
per capire che m’ha rubato il gusto
Non occorrono grandi cose
ma solo quelle giuste
a volte basta solo un gesto per accendere di vita
un’ orchestra intera d’arpe e flauti
che aspettava il via dalla cantina
Sono dolci chimere
i desideri che sfuggono dalle dita
come la salsedine in montagna
mentre il languore sbava
e incrocia solo sassi e neve
Ogni tanto il miracolo si desta
col sorriso che gratifica l’attesa
nell’intreccio dell’azzurro
col suo specchio capovolto
tiziana mignosa
luglio duemilaundici