Cari amici di Paraparlando,
ho sempre seguito silenziosamente, ma con particolare attenzione, i Vostri molteplici interventi nelle diverse materie che, di volta in volta, hanno interessato il nostro paese. Non ultima la tanto discussa questione relativa alle indennità degli amministratori, ivi inclusa quella del sottoscritto. In merito - anche accogliendo il suggerimento di qualche affettuoso amico che mi ha sollecitato ad intervenire - avverto la necessità, e direi l’opportunità, di condividere con Voi alcune mie riflessioni. E’ sotto gli occhi di tutti, invero, che la vicenda delle indennità di carica, seppure rientrando nella più ampia e nobile tematica dei costi della politica, è divenuta nella circostanza mera occasione di sterile polemica.
PRIMO: La mia indennità di Presidente del Consiglio Comunale, per mia libera scelta volontaria, è in atto dimezzata al 50%, cosicché
io percepisco (o meglio percepirò, visto che ancora non ho ricevuto alcun mandato di pagamento)
€ 429,82 netti (€ 693,25 lordi). Permanendo l’attuale situazione finanziaria del Comune, il mio intendimento è quello di continuare a percepire l’indennità sempre ridotta al 50%. Così ho dichiarato alla stampa (vedi articolo pubblicato su “La Sicilia” del 12.08.11), così ho già comunicato formalmente al Comune di Sortino (nelle more di accertare con il Segretario Comunale se necessita, e quando, una nuova deliberazione consiliare).
SECONDO: Ho sempre pensato che chi governa la cosa pubblica deve sapere accettare le critiche ed il confronto, anche quello più serrato. Ma questo, tuttavia, non vuol dire che la politica debba divenire terra di nessuno, ovvero una sorta di territorio nel quale vale tutto, senza regole e senza scrupoli, ove si parla per sentito dire, e magari senza alcuna contezza dei fatti e delle leggi, abbandonandosi così (magari in buona fede) al primo sciacallo che passa.
E’ per questo che voglio chiarire l’impianto normativo che regola la materia dell’indennità degli amministratori; presupposto, questo, assolutamente necessario se si vuole ragionare serenamente sull’argomento.
Il Decreto del Presidente della Regione Siciliana n. 19 del 18.10.01 stabilisce che l’indennità di carica del Presidente del Consiglio (nei Comuni come Sortino, da 5001 a 10.000 abitanti) è pari ad € 1386,50 lordi. Inoltre, l’art. 5 della Legge Regionale n.22/08 dispone che
l’indennità di funzione è dimezzata per i lavoratori dipendenti che non abbiano richiesto l’aspettativa.
Ne consegue che:
- Il sottoscritto, libero professionista, non essendo pertanto un lavoratore dipendente, avrebbe avuto diritto a percepire l’indennità “piena” di € 1386,50, così come per legge. Non è esatto, quindi, come qualcuno artatamente ha lasciato intendere, utilizzare il termine “raddoppio” dell’indennità;
- Ciò nonostante, come ho già detto al precedente punto primo, per mia libera scelta, percepirò l’indennità dimezzata di € 429,82 netti;
- Ne consegue, in virtù della su riferita normativa, che chi in atto è lavoratore dipendente ha l’obbligo di percepire l’indennità al 50%. Il motivo è semplice: il legislatore, infatti, ha voluto evitare il cumulo di retribuzioni. Pertanto, chi in atto si trova in tale condizione non fa in realtà alcuna rinuncia volontaria. Semplicemente ottempera ad un obbligo di legge (voglio dare merito, in tal senso, a Francesco Di Mauro, l’unico ad avere centrato correttamente la questione, ma, chissà perché, rimasto assolutamente ignorato). Reputo che ciò non sia equo, in quanto penso che se una “coalizione” stabilisce, per spirito di buon governo, che si devono fare dei sacrifici, questi li dovrebbero fare tutti, anche i colleghi amministratori in atto dipendenti (magari con una semplice rinuncia del 10% sull’indennità dimezzata). In altre parole, intendo dire, non si può far passare un obbligo di legge per un atto di rinuncia volontaria. La cosa, ovviamente, è rimessa alla sensibilità di ciascuno. Questo è, in tal senso, il mio personale pensiero, che ho espresso anche nelle opportune sedi.
TERZO: Scrive Sebastiano Terranova: “Il Presidente del Consiglio Avv. Mollica ha inoltre pensato di decidere già oggi l’indennità per gli anni 2012 e 2013”. La frase lascia sottilmente intendere che solo la deliberazione consiliare del 05.08.11 farebbe riferimento al bilancio pluriennale. Ciò, tuttavia, non è vero. Come ho già avuto modo di chiarire, la deliberazione consiliare sull’indennità, adottata nel corso del civico consesso del 5 agosto, prevedeva gli stessi identici criteri di quelli stabiliti dal sindaco e dalla giunta con deliberazione n. 75 del 21.07.2011 (è sufficiente confrontare gli atti). Pertanto sindaco, giunta e consiglio hanno deliberato allo stesso modo. In tutti e due i predetti atti si faceva riferimento al bilancio pluriennale 2012-2013, e ciò semplicemente quale mero intendimento, nel rispetto della legge ed, ovviamente, bilancio permettendo. Preciso, tuttavia, che oggi i suddetti atti sono di fatto superati (il sindaco ha dichiarato che ha adottato una nuova deliberazione di G.M., mentre il sottoscritto, come sopra detto, ha già comunicato ufficialmente al Comune le proprie predette determinazioni già indicate al precedente punto Primo).
QUARTO: Anche nel corso della passata amministrazione, ove ero assessore, il sottoscritto percepì un’indennità ampiamente ridotta. All’epoca, percepivo
un’indennità ridotta al 40% e così fu per tutto il mandato (si confronti la Deliberazione di G.M. n. 122 del 23.06.07, atto pubblico). Devo anche precisare che rinunciai agli arretrati ed alla rivalutazione Istat dovuti per legge.
QUINTO: Vogliamo fare una discussione sui costi della politica? Ebbene, allora facciamola, ma seriamente. E però, preliminarmente, dovremmo delimitare i termini della questione, poiché
non è facile nella circostanza distinguere tra argomentazioni serie, demagogia e populismo da bottega. Io, per esempio, non credo che la discussione possa ridursi, sic et simpliciter (il mio amico Nello mi lascerà passare la locuzione!) alle indennità degli amministratori di Sortino. Penso, per esempio, ai finanziamenti dei partiti, ai gettoni di presenza ed alle indennità dei nostri consiglieri ed amministratori della Provincia Regionale di Siracusa, alla sterminata prateria delle indennità dei vari enti di sottogoverno di cui è piena la nostra Provincia, a certe discutibili nomine di esperti, alle svariate forme di contributi destinate a questo o a quello, allo sfruttamento indiscriminato di risorse pubbliche … alle “case” di Montecarlo, di Roma … e magari, perché no, come scrive Carmelo Di Mauro, agli antipasti di spigole parlamentari a soli tre euro!
Ebbene dirò semplicemente il mio pensiero.
Credo che la maggior parte delle osservazioni che ho sentito in materia di riduzione dei costi della politica siano strumentali e figlie solo della “demagogia deteriore”, come direbbe Gramsci. Null’altro. Certo, ho ben distinto tra commentatori di buona fede (tanti) e commentatori di mala fede. Il paese Italia è ancora ben lontano dall’affrontare seriamente la questione della riduzione dei costi della politica, per non parlare poi della nostra Regione Sicilia. Occorrerebbe che il legislatore approntasse un piano razionale d’intervento, specificamente destinato ad eliminare privilegi e guarentigie di casta non più tollerabili. A Sortino, credetemi, le cose stanno ben diversamente, e non ci sono né privilegi, né guarentigie di casta. E’ vero che a Sortino il sindaco ha l’auto blu, ma di blu c’è solo il colore, perché a volte si fatica persino a trovare l’autista. A Sortino gli amministratori possono solo dare qualche timido segnale di solidarietà: la rinuncia a percepire l’indennità piena, applicando volontariamente una percentuale di riduzione, deve perciò essere interpretata solo in tal senso.
Spero di avere chiarito i termini della vicenda.
Vi ringrazio per avermi accolto nel vostro forum, nonché, soprattutto, per l’ottimo servizio che rendete alla città di Sortino e, in alcuni casi, alla Verità.