Appoggiò le mani sulle mie spalle
poi se ne andò
lasciandomi la sua voce
nella memoria dei giorni
in quel che sarà di te
che ancora oggi vive e ritorna
eco di un tempo fermato.
Fu allora che capii cosa vuol dire
aspettare la morte
la coscienza di non essere più tra i sentimenti
e lasciare tutto
perché è così il giorno che viene
e ti porta via
e il pianto non serve
che a coprire le fragilità sommerse
davanti all’impotenza funebre
questo è stato il mio battesimo con la morte
ma ancora era da divenire
la profezia della parola
quando la passione si sarebbe eletta
a faro della mia vita
e non puoi chiudere la porta del destino
e riposare tra i capelli bianchi
il giorno che viene
è così lontano dal mio respiro
così come è profondo il suo respiro
nella mia anima
che il morire fa più paura
a chi porta novella
e non a me che aspetto
con le valigie pronte
che il mio riposo finalmente sia
di altra luce.