Innanzitutto mi preme dire che le unioni tra "esseri umani" sono la cosa che esiste da secoli e non, come dice SC, l'idea di famiglia concepita comela uomo e donna che si uniscono per procreare.
Questa è una legge di natura, che vale per la maggiorparte degli eterosessuali. Di contro, una minoranza di essi, decide di non voler procreare bensì vivere la vita in un modo diverso.
sarebbe interessante capire quando avrei negato l'esistenza di legami "non procreativi", ho parlato di visioni differenti.
ma forse è opportuno usare un linguaggio + preciso e alieno da ogni presupposto "religioso".
Allora diciamo così la specie animale
HOMO SAPIENS SAPIENS nella sua evoluzione in tutti i luoghi e tempi che lo hanno visto protagonista e quindi prescindendo da concetti quali dio , religione , cultura , ha sviluppato particolari forma di tutela organica all'interno del branco di appartenze (definito spesso stato) nei confronti di quel particolare forma di rapporto a coppia fra sessi differenti della stessa specie che assicurano in generale la prosecuzione genetica della specie stessa.
Questo corrisponde a verità? o mi si vuole negare che il matrimonio come sistema di regole che vincola due individui differenti è esistito in tutte le epoche e culture e religioni del mondo?
o forse i giapponesi, i cinesi, gli aborigeni, gli indiani d'america non avevano una forme di riconiscemento per lo status fra "uomo e donna tesi ad avere figli?" oppure il matrimonio fra l'uomo e la donna l'ha inventato la chiesa cattolica il papa e i preti?
sono esistiti altri tipi di rapporto? si chi lo mette in dubbio da sempre e in tutte le culture, si dice regolarizzare quello che c'è ma a quale fine? quale è il bisogno di questa regolamentazione? quello di fare in modo che ogni cosa che fa l'uomo sia regolato da un bollo di stato?
il diritto all'asilo nido deve prescindere la coppia, anche una ragazza madre deve poterlo richiedere oppure deve per forza trovarsi qualcuno?
il resto qual'è la reversibilità della pensione le proprietà?
un marito lascia la moglie con l'amante dopo che bonta sua scopre a 40 anni di essere gay, muore la pensione a chi deve andare ai figli del matrimonio e alla moglie o all'amante?
supponiamo che un tizio abbandoni la moglie e si metta con la moglie di un altro in un rapporto di convivenza, e diciamo che vadano a regolarizzare al comune sta cosa senza divorziare, questo rapporto come dovrà essere tenuto in considerazione rispetto al matrimonio , allo stesso livello?
a cosa serve sto matrimonio solo a pagare gli alimenti in caso di divorzio?
la famiglia ha un fondamento naturale o è solo un costruzione legale?
Sulla democrazia dico questo. Innanzitutto sono critico sul suo stesso significato etimologico in quanto non credo che il potere appartenga al popolo e poi credo che questo termine sia, oggi, inflazionatissimo.
concordo con te che c'è un abuso del termine democrazia, ma il fatto che ci sia un abuso non implica che non si possa credere ad esso
Semmai ad una comunità riconosco la capacità di autogovernarsi (interazione tra gruppi portatori di interessi diffusi e/o specifici) attraverso l'acquisizione di consapevolezza del contesto e delle condizioni in cui si trova ad operare (ma il discorso sarebbe troppo lungo). Il popolo come principio governante, insomma (demarchia), libero di competere, concorrere, cambiare senza essere asfissiato dai suoi "rappresentanti politici" e soprattutto rispondente a quei principi/leggi di libertà e uguaglianza (per tutti).
una democrazia diretta fra 60 milioni di persone è pressochè impossibile è chiaro che debbano usarse le forme di rappresentanza, non esisti il popolo, esiste un insieme di individui con idee e interessi differenti chiamati assimee popoli e una legge buona per un indivuo può essere cattiva o addirittura arrecare danno ad un altro, non c'è un modo assoluto per evitarlo.
anche le forme di democrazia diretta (come quella greca di atene) comportavano il danno ad alcuni individui ricorderai senz'altro la pratica dell'ostracismo
Così stanti le cose si eserciterebbe la vera democrazia nel momento in cui alle decisioni della maggioranza (degli eletti) si contrapporrebbe istantaneamente la limitazione più ampia possibile di questo potere. Come? Attreverso la salvaguardia dei diritti che ognuno di noi possiede secondo il senso più alto della parola LEGGE.
spero di aver capito male, ognuno di noi possiede dei diritti solo per la legge? è cioè la legge che definisce un diritto?non una condizione naturale che la legge si limita a "riconoscere"?
è la legge per l'uomo o l'uomo per la legge?
la legge è solo una convenzione che serve a far vivere bene gli individui della specie umana evitando che si applichino leggi di sopravvivenza naturali ben + dure.
c'è un idea che ritiene la legge creatrice della realtà mentre c'è un altra idea che pensa che la legge deve regolare solo le cose minime e + naturali.
se mi si dice che un gay deve avere la possibilità di visitare il suo compagno in ospedale , stare con lui , non avere limitizione dico di si.
ma se mi si dice che deve poter adottare un bambino che mai potrebbe avere naturalmente in quel genere di rapporto dico di no perchè non posso dare lo sta bene che la legge riconosca una situazione non naturale
mentre fra convivenze fra etero dico quello che ho detto prima a che serve allora il matrimonio? a risparmiare gli alimenti in caso di divorzio?
Basti pensare alla parte della nostra costituzione che contiene "i principi" e la prassi politica quotidiana che, inesorabilmente, li calpesta.
se la vita quotidiana non calpestasse i principi non ci sarebbe bisogno ne stato ne di leggi ne di avvocati ne di giudici