IL CURATORE del libro che sarà presentato è Massimiliano Perna, ed è uno scrittore e giornalista free-lance.
Nato a Siracusa, laureato presso la Facoltà di Scienze Politiche di Catania, attualmente vive e lavora a Milano.
Si occupa di legalità, ambiente e diritti umani. Ha pubblicato inchieste con diverse testate, tra cui l’Unità, Micromega.net, Liberainformazione, Terre di Mezzo ed Altreconomia, L’Isola Possibile e Left. Ha lavorato per il portale Vivereinarmonia.it, occupandosi di diritti dei consumatori e di economia ambientale. Ha collaborato con RadioRai1 per due puntate speciali sui fatti di Rosarno e sull’immigrazione, tematica a cui ha dedicato e dedica particolare attenzione, con specifico riferimento al fenomeno del caporalato e dello sfruttamento della manodopera straniera nell’agricoltura.
Tra le sue pubblicazioni: “La società aperta e lo straniero – Migranti tra demonizzazione e integrazione” (Bonanno editore, 2008); “Exodus: dal deserto al mare, tra morte e speranza”, in Bioetica e cultura, (Istituto siciliano di Bioetica edizioni, 2009). È inoltre co-autore del saggio “I volti del Primo Marzo – Voci da un’altra Italia” (Marotta&Cafiero, 2011) e de “La Giusta Parte – Testimoni e storie dell’antimafia” (Caracò, 2011). Dirige il sito web di informazione e dibattito, www.ilmegafono.org, che ha fondato nel 2006.seguono alcuni stralci dei testimoni di quei maledetti giorni del 1992:
Antonio IngroiaEd eccoci a vent’anni da quei giorni. Vent’anni non inutili, a vent’anni da quei sacrifici non inutili. Un percorso accidentato alla fine del quale si profila all’orizzonte una verità a lungo negata sul perché di quei giorni.
Pino ManiaciIl botto! Salta in aria l’autostrada. Muoiono Giovanni Falcone, sua moglie e gli uomini della scorta. Neanche pochi giorni e muoiono Borsellino e gli altri. Metto una pietra sul passato e nasce il nuovo Pino Maniaci. Quello stanco delle ingiustizie.
Fabrizio MoroQuando con più attenzione mi sono appassionato all’impresa di Paolo Borsellino ho capito tante cose, tante cose di questo paese, ma soprattutto tante cose di me che prima non riuscivo a comprendere. Ho capito che un uomo che ha un ideale e lo difende contro tutto e tutti vivrà per sempre. Ho capito che spesso è normale aver paura, ma la nostra dignità e i nostri passi saranno per sempre segnati dal modo in cui intendiamo affrontarla.
Gianluigi NuzziPer un Paese come il nostro dalla morte di Falcone si sono fatti passi da gigante. I semi lasciati nelle coscienze hanno portato piante e coraggi inaspettati, la legislazione antimafia è tra le più all’avanguardia a sentire magistrati ed esperti. Sebbene la strada sia ancora lunga, anzi infinita. Ma l’eredità di Falcone va portata nel cuore e nella vita di tutti, di ogni giorno. Con coraggio e senza tante parole.
Moni OvadiaIn realtà, Falcone e Borsellino non erano eroi, non erano Guevara, ma uomini normali, al di là della vita blindata che conducevano. Sono quel genere di uomini che, quando entrano in un luogo, tutti si dovrebbero alzare in piedi, per rispetto e non per soggezione.
Don Giacomo PanizzaQuel momento storico drammatico oggi ci ribadisce che alla mafia, qualunque essa sia, bisogna, senza perdere tempo, contrapporre la forza di un Paese all’altezza della sfida e soprattutto desideroso di solidarietà e di libertà. Questa mi pare la vera sfida di oggi. Quel momento storico drammatico dobbiamo farlo parlare ancora, e stavolta attraverso di noi, attraverso le persone, la società e una Repubblica meglio preparate.
PifPerché è più comodo pensare ad una fuga di gas. Una fuga di gas non prevede una mobilitazione, una presa di coscienza, scendere in piazza e protestare, farsi qualche domanda in più. Una fuga di gas può capitare in qualunque parte del mondo.
Dario Riccobono
Da quel giorno non ero più solo un ragazzo: il 23 maggio ero diventato un cittadino, con la C maiuscola.
Renato SartiMi fece impressione soprattutto Caponnetto che parlò di un’era che finiva. Nel suo sguardo di grande combattente sconfitto, vidi quello di un partigiano che si arrende. Un controsenso, una sorta di ossimoro quel suo: “è finita. È finita!”.
Salvo VitaleÈ questo il ricordo che più mi porto addosso di quel giorno: questo lento procedere in cui ogni cosa, anche la più grave, sembra iscritta nel registro della normalità, succede perché doveva succedere.
Massimiliano Perna
Ecco perché continuo a sostenere, di fronte ai pessimisti, che la mafia non ha vinto e che aveva ragione Paolo Borsellino ad essere ottimista fino al suo ultimo giorno di vita, così come aveva ragione Giovanni Falcone a sostenere che la mafia come tutti i fenomeni umani è destinata a finire.