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Lettera aperta alle Siciliane
pubblicata da Giovanna Marano il giorno Venerdì 19 ottobre 2012 alle ore 14.34 ·

La rappresentanza istituzionale per noi donne è da sempre una questione spinosa: lo è nella sua assenza, lo è anche nel momento in cui si realizza. Perché, a differenza degli uomini che storicamente incarnano questa funzione, noi donne problematizziamo e non sottovalutiamo il rapporto con il potere.

 Nell’accettare questa candidatura alla Presidenza della Regione Sicilia non mi sono sottratta a questa riflessione. Un ragionamento che chiaramente non nasce oggi, ma che ho fatto mio sin da quando - ormai qualche anno fa - ho scelto di dedicare parte della mia vita all’attività sindacale.

Non è stato facile allora esporsi in una categoria fatta prevalentemente di uomini, non è facile adesso competere per un ruolo in cui le donne non sono minimamente contemplate. È avvenuto tutto con grande velocità, ma questo non significa che la decisione sia stata meno ragionata. Il progetto Libera Sicilia era già il mio progetto e la possibilità di poterlo incarnare appieno l’ho considerata un’opportunità e non una concessione o, peggio ancora, un’operazione di maquillage politico.

È con senso di responsabilità nei confronti di me stessa e delle cittadine e dei cittadini siciliane/i che ho deciso di metterci la faccia: l'ho fatto perché ho creduto alla necessità di non disperdere un percorso che poneva al centro quello per cui in questi anni ci siamo battute.

 Non chiedo alle donne di questa terra di schierarsi, di sostenermi solo perché sono anch’io una donna: abbiamo esempi in politica che ci dimostrano che questo da solo non basta. Vi chiedo invece attenzione, partecipazione, coinvolgimento intorno a questa esperienza: per essere strumento nelle mani delle istanze che da sempre portiamo avanti.

L’elenco sarebbe lungo, ma almeno tre questioni sono al centro del programma politico di Libera Sicilia: il bilancio di genere; l’educazione sentimentale; il potenziamento della rete dei servizi sociali. Cioè impegno economico, prevenzione, cura.

Su queste tre direttrici apriamo la discussione, parliamoci, incontriamoci. Non saranno la retorica o la propaganda a salvare questa nostra terra, saranno invece la forza e il coraggio delle idee. Io sono qui e so che tutte insieme ce la potremo fare.

Due passi avanti più il mio