La campagna elettorale entrerà nel vivo ad inizio del 2013 allorquando mancherà poco più di un mese alle politiche.
Gli scenari raccontano una frammentazione che riflette il desiderio di “identificarsi” proporzionalmente al consenso ricevuto. Di contro, ciò avviene all’interno di un’architettura regolamentare figlia di una legge elettorale che “dovrebbe/vorrebbe” premiare la coalizione politica con più consenso sia sua scala nazionale che su quella regionale..
Ciò premesso ricordiamoci quali saranno le forze in campo:
1) la coalizione di centro sinistra accreditata intorno al 35/40%
2) il Movimento 5 stelle con un consenso stimabile attorno al 15%
3) Monti & friends, i quali pare viaggiano (se il Prof si esporrà) attorno al 10/15%
4) Silvio forever con brandelli di una pseudo destra attorno al 20%
5) Lega Nord (da sola o con Silvio cambia la stima) vicino al 5%
6) Movimento arancione (reduci comunisti + reduci idv + ex magistrati + movimenti) anch’essi intorno al 5%.
In un siffatto quadro fluttua un 5% che indico con il classico “altro” e scostamenti che potranno esserci dato che manca ancora un po’ all’appuntamento elettorale. Quella sopra quindi è una specie di media di quanto riportato fin ora nei vari sondaggi.
Al netto di ipotesi e valutazioni di qualsiasi genere, tuttavia, il ruolo determinante per la formazione del nuovo esecutivo toccherà ancora a Napolitano.
Il presidente della Repubblica valuterà, sulla base del riscontro elettorale, a chi affidare l’incarico di capo del governo anche sulla base di un’effettiva possibilità di godere dei numeri sufficienti.
In quest’ottica è chiara la posizione di forza da cui parte la coalizione di centro sinistra che potrà:
1) reclamare il premierato visto che Bersani ha messo le mani avanti dicendo che vuole aprire l’alleanza politica al centro (dopo le elezioni, se serve, sacrificherà pure Vendola);
2) accordarsi con Monti & friends se il risultato non dovesse essere lusinghiero forte di una truppa di parlamentari determinante per la vita stessa del governo;
Di certo non risponderà all’appello di Ingroia che gli chiede di esporsi “alla garibaldina” contro malaffare, corruzione, cricche e simili…Direbbe Bersani “ma siam pazzi?!” da buon gestore del potere.
Alla fine dei conti succederà quanto prevedibile sin dalla nascita del PD. La Chiesa tornerà ad avere un’influenza marcatissima sulle vicende politiche nostrane e tutti insieme ci augureremo di vivere così un altro boom economico, figlio stavolta di una “svalutazione dell’italiano” che ci consentirà di tornare infaticabili lavoratori a poco prezzo ma stavolta (ciliegina sulla torta) iperqualificati…
Dal punto di vista culturale, passata la rabbia, si inizierà a lavorare seriamente per immaginare un nuovo individuo che sappia riflettere ed operare sulle “vere questioni” che affliggono il nostro pianeta.
Si aprirà (o si è aperta?) la costituente di un movimento realmente innovativo e necessario dal punto di vista strettamente umano ancor prima che politico.
L’influenza delle idee aumenterà e poi arriveranno le bombe per ristabilire l’equilibrio della storia ove la violenza (o la guerra, se preferite) dei potenti ristabilisce da sempre le condizioni pre sociali, naturali, ovvero quelle della sopraffazione del più forte sul più debole.
Ove quasi sempre il più forte è il più organizzato.
Bella ipotesi, dunque, un’organizzazione efficace della moltitudine (cit. Negri) tale da garantire, una volta tanto, il potere del popolo che ancora non s’è visto.
Se è vero che, per dirla con Nietzsche, l’uomo è una corda tesa fra la scimmia ed il superuomo, direi che ci troviamo a metà del guado, o forse prima.