Andiamo bene ragazzi.
Il re è nudo insomma. In sintesi siamo governati da "filippine mediatiche di ciceroniana memoria".
Sembra la versione al femminile di un Berlusca post moderno dal sapor d'Oriente.
Ma dico io: pretendete forse di far credere alla gente che la politica degli ultimi anni (mi riferisco all'andazzo generale ovviamente) si sia basata sullo spirito di servizio nei confronti del popolo? Su, via. Non giocate a chi è "più buono dell'altro".
Considerando, pertanto, che la valutazione di un qualsiasi lavoratore deve basarsi sulle modalità attraverso la quale esprime la propria arte direi che è giunto il momento di gettare la maschera.
Diamo un senso alla parola reputazione. Ed il termine responsabilità? Vi piace?
Lo spirito di "opposizione a prescindere" (o meglio in nome del potere) è noto tra gli ultraindividualisti siciliani (sia di destra che di sinistra). Ognuno impegna le proprie energie nel perorare la propria causa, il proprio vessillo, la propria divisa.
Il resto del popolo non conta. Serve solo scomodarlo al momento delle elezioni. Di contro i cittadini rispondono pretendendo "il favore", la moneta di scambio, il do ut des sacrificando la dignità in nome del cinismo del quieto vivere. In nome di una presunta sagacia figlia dell'ignoranza più ottusa che fa dire: "io sono più furbo di te caro politicante".
Un circolo vizioso terrificante.
Su, via, ragazzi. Non fatevi ricordare dalla bella Sortino come gente di cui non possa dirsi degni. Cercate di lavorare per il bene del popolo. Cercate di guardare più in la del vostro naso.
Capisco che è molto faticoso sforzarsi di trovare delle soluzioni a problemi complessi. Capisco che sia più semplice fondare i propri interventi sull'invettiva o sullo sfottò.
Quel che non capisco è come si riesca a guardare in faccia la gente per strada. Come, la coscienza, non morda le viscere di chi crede di sapere tutto ed invece non riflette, non si sofferma a pensare a quanto male diffonda l'inadempienza, l'ignoranza, la superficialità del potere.
Ma lo so già, sono solo un idealista. Uno che crede che il popolo si riscatterà. Uno che pensa che un giorno, guardandoci negli occhi diremo: "ce l'abbiamo fatta! Adesso l'Italia è un paese in cui si può vivere una vita degna e la Sicilia è stata in prima fila in questa battaglia culturale".
Solo in quel momento saremo orgogliosi di noi stessi. Solo allora potremo pensare ad un futuro migliore fondato sulla coesione e sul lavoro. Solo quel giorno la Sicilia potrà brillare in tutto il suo splendore, come un tempo.