Ieri sera ho letto il libro in questione, mi ero prefissato di scrivere le mie sensazioni su questo blog "a caldo",subito dopo finita la lettura di un libro che mi aspettavo diverso nei suoi contenuti e nella sua stesura. Precisamente immaginavo un j' accuse alla giustizia e alla politica de noantri condito dal sentimento di rivalsa di un ex primo cittadino che a fronte di un inizio scintillante dei suoi mandati elettorali, aveva chiuso la sua esperienza da Sindaco all' ombra di un processo.
Sinceramente, per pudore, non me la sono sentita, non ho avuto il coraggio di "sentenziare" immediatamente su di una vicenda che è e vuole essere principalmente UMANA e PERSONALE per come è descritta in queste pagine e per come l' autore consegna a noi i suoi sentimenti più intimi, ecco perchè lascio le mie considerazioni solo adesso, dopo averci riflettuto un pò sù, soprattutto alla luce di certe mie considerazioni su alcuni risvolti di questa storia ovvero il tram tram che si è creato circa il "rimborso spese legali" sostenute dagli imputati di questi processi che dovrebbero gravare sulle casse della casa comunale ergo sulle tasche dei cittadini sortinesi.
Volendone trarre un' analisi fredda e distaccata (a rischio di sminuire il contenuto dell' opera) alla luce di una considerazione più ampia della politica locale, l' unica domanda che mi viene in mente è : PERCHE' ?
Perchè questi "liberi cittadini" abbiano, di concerto con alcuni impiegati comunali, voluto denunciare questi misfatti all' autorità giudiziaria, e soprattutto perchè hanno scelto la strada più facile e nello stesso tempo più meschina, ovvero quella dell' ANONIMATO. L' autore ci descrive il quadro della situazione in chiave complottista contro di lui persona (persona appunto, non istituzione), a questo punto sarebbe bello poter sentire in pubblico e alla luce del sole, le ragioni di coloro che hanno innescato tutto questo meccanismo, ma per ora questa rimane una mera opzione non esercitata dagli "antagonisti" dell' Orazio.
Perchè la procura abbia dato tutto questo credito a queste lettere e perchè non ha riservato lo stesso trattamento alle segnalazioni dell' allora primo cittadino.
Il terzo perchè, esigerebbe ad onor di cronaca, una più attenta analisi sul rapporto UOMO-ISTITUZIONI nella nostra bellissima terra, che non mi sento di fare in questa sede. Ma la domanda la porgo lo stesso:
Perchè l' allora Sindaco no si dimise, evitando di coinvolgere le "sacre istituzioni" in questa vicenda, che di istituzionale non ha nulla, soprattutto essendo egli conscio della sua onestà e dell' assoluta mendacità dei fatti contestatigli.
In ultima analisi credo che il felice epilogo del caso abbia restituito candore all' uomo e al politico, alla luce delle più vili voci di paese e di cortile, che lo volevano colpevole e condannato prima che i processi fossero iniziati e maggiormente, nell' ottica di un panorama politico di allora che voleva da un lato gli onesti anonimi e dall' altro i disonesti ben individuati.
Dopo questa sventura che ha tarpato le ali ad un giovane e brillante politico e che ha gettato discredito sulle istituzioni, chiunque ne sia stato parte ha l' obbligo morale, civile e politico di esprimere il suo punto di vista, magari firmandosi con nome e cognome.
In fine, ritornando sulla dibattuta questione "rimborso spese legali", devo con umiltà correggere il tiro delle mie considerazioni sul fatto.
Il mio pensiero, poco informato (devo ammetterlo), si soffermava su di un' assoluta illegittimità della richiesta di rimborso, surrogato da alcune sentenze del Consiglio di Stato, per la verità, come fattomi notare da un amico, non ammissibili per la Regione Sicilia.
Adesso posso dire, qualora sia legittima la richiesta di rimborso delle spese legali sostenute dagli imputati, perchè a pagare devono essere i cittadini e non coloro che con falsità hanno accusato l' allora Sindaco, visto che di certo non stavano rappresentando la comunità nel compiere certe azioni ?
Perchè, qualora ci sia la possibilità di attestare il dolo di questi accusatori anonimi, non siano loro a pagare, piuttosto che l' intera comunità Sortinese, che da qualsiasi prospettiva si osservi la vicenda, è parte lesa di questa sventurata storia di provincia e di tribunali ?
Emanuele Scarano
Lelios