oggi ho sentito che il film andrà in onda domenica 31 ottobre e lunedì 1 novembre
ecco alcune immagini del trailer:
Ratzinger: Pio XII padre di tutti
Salvò Roma e tanti perseguitati
Benedetto XVI alla proiezione della fiction su Pacelli. Andrà in onda su Raiuno prossimamente
Eugenio Pacelli, papa Pio XII (Ansa)ROMA — «Mi preme sottolineare particolarmente come Pio XII sia stato il Papa che come padre di tutti ha presieduto alla carità a Roma e nel mondo soprattutto nel difficile tempo del secondo conflitto mondiale... Questo film racconta il ruolo fondamentale di Pio XII nella salvezza di Roma e di tanti perseguitati dal 1943 e 1944». Benedetto XVI non cita la questione ebraica ma le espressioni «padre di tutti» e «tanti perseguitati» sono eloquenti, soprattutto dopo aver visto un film sulle tragiche ore di Eugenio Pacelli che assiste dal Vaticano al rastrellamento degli ebrei romani il 16 ottobre 1943. Un racconto che sottolinea continuamente il ruolo di un Pontefice impegnato a spalancare le porte di monasteri e conventi per salvare gli israeliti romani scampati all’inumana razzìa voluta da Hitler. E ancora: «Pio XII è stato il Pontefice della mia giovinezza. Col suo ricco insegnamento ha saputo parlare agli uomini del suo tempo indicando la strada della verità e con la sua grande saggezza ha saputo orientare la Chiesa verso l’orizzonte del terzo millennio».
Ore 18.40 di ieri, secondo piano della villa Pontificia di Castel Gandolfo. Saletta cinematografica tra gli stucchi, strepitoso affaccio sul lago. Sullo schermo è stata appena proiettata la copia di prova di «Sotto il cielo di Roma», fiction in due puntate da cento minuti ciascuna, destinata a Raiuno (data ancora da decidere) e prodotta dalla Lux Vide creata da Ettore Bernabei che ora la pilota con i figli Matilde e Luca, tutti seduti dietro al Papa. Ci sono i vertici Rai schierati al completo: il presidente Paolo Garimberti, il direttore generale Mauro Masi, il direttore di Raiuno Mauro Mazza, il direttore di Rai Fiction Fabrizio del Noce, il consigliere Alessio Gorla e moltissimi altri. E mezza curia romana. Stavolta la scommessa per la Lux Vide (e per i suoi partner internazionali, a partire da Rai Fiction) è veramente colossale, destinata a far discutere mezzo mondo: una fiction su Pio XII raccontato nelle ore atroci dell’occupazione nazista di Roma e soprattutto della persecuzione degli ebrei, del rastrellamento nell’Antico Ghetto.
La regia è di Christian Duguay, Pio X I I è James Cromwell, solido volto hollywoodiano. Monsignor Montini, futuro Paolo VI, è Cesare Bocci. Suor Pascalina è Christine Neubauer. Benedetto XVI parla dopo 65 minuti di proiezione. Il film gli è piaciuto, e si vede dal sincero sorriso con cui applaude alla fine. Ma soprattutto coglie l’occasione per difendere il suo predecessore dal mare delle recenti polemiche: «Pio XII è stato un grande maestro di fede, di speranza e di carità». Poi saluta, distribuisce rosari, benedice. La proiezione comincia alle 17.30 spaccate con una puntualità davvero teutonica (ore 17.30, si leggeva sugli inviti, ma a Roma sarebbe di solito un’opinione) papa Benedetto XVI entra nella saletta a passi brevi ma rapidissimi. Sorride con affabilità a tutti, prima di sedersi si ferma a salutare Andrea Riccardi della Comunità di Sant’Egidio e Gian Maria Vian, direttore de «L’Osservatore romano». In tutto non più di un’ottantina di persone.
Il film piace al Papa perché narra, proprio nelle ore in cui la figura di Pacelli—sotto processo di beatificazione — è messa in profonda discussione nel mondo ebraico italiano e internazionale, un uomo tormentato ma deciso a fare di tutto pur di salvare il maggior numero di ebrei. Le note degli sceneggiatori Fabrizio Bettelli e Francesco Arlanch non lasciano spazio a dubbi: «Abbiamo lavorato documentandoci e lasciando maturare in noi stessi non una convinzione quanto un’impressione... subito ci è parsa destituita di ogni fondamento la cosiddetta leggenda nera di Pio XII, una delle vulgate più diffuse sul suo operato, che lo vede complice dei nazisti e indifferente allo svolgersi del dramma degli ebrei...». Più in là: «Solo avendo chiaro, in modo non rituale, il significato umano della razzìa degli ebrei si può iniziare a discutere, o anche solo a rappresentare, gli episodi legati ai mesi dell’occupazione nazista a Roma... e allo stesso tempo, con la stessa forza, dalla stessa radice di orrore si impone un altro elemento, quello dei salvati... I libri di storia specificano, in una narrazione nella quale i numeri hanno la loro parte, che più di mille ebrei di Roma furono deportati sotto gli occhi del Papa ma che migliaia si salvarono per suo volere. E oggi ha il sapore di una distinzione capziosa dire che Pio XII ebbe parte passiva in quell’intervento, o non l’ebbe affatto».
Il film (gli autori hanno lavorato sugli atti della beatificazione e mettono a disposizione una bibliografia molto corposa in cui appaiono saggi di Fausto Coen, Enzo Forcella, Giovanni Miccoli accanto ad Andrea Riccardi e Gian Maria Vian, materiali da cui sono stati tratti con dichiarata attenzione dialoghi, documenti e situazioni) affonda le radici in quelle note e racconta di conseguenza. Per esempio: Pio XII riceve il rappresentante della comunità ebraica che gli chiede un aiuto per raccogliere l’oro destinato all’odioso (e poi inutile) ricatto nazista. Pacelli lo guarda e cita l’Antico Testamento: «Abramo, io sono il tuo scudo, la tua ricompensa sarà grande». E il capo della comunità, commosso, prosegue: «Tante quante sono le stelle in cielo, questa sarà la tua discendenza ». L’ambasciatore tedesco Weizsacker mette in guardia il Pontefice: «Se il Papa protesterà per gli ebrei romani, il ricorso alla deportazione a Roma sarà radicale». L’ambasciatore polacco chiede con urgenza un’udienza, gli chiede di protestare contro la Germania. E Pio XII: «Sono il Vicario di Cristo, non posso schierarmi con un popolo contro un altro».
Soprattutto gran parte del film-tv è dedicata agli sforzi compiuti da Pacelli per aprire chiese, conventi, monasteri anche di clausura agli ebrei fuggiaschi, persino contro il volere di parte della Curia. Nel film Pio XII sembra attendere sereno l’arresto, o il martirio («Fate di me ciò che volete», dice al generale nazista Wolff). Consegna a Montini e a Suor Pascalina una lettera in cui si auto-dichiara decaduto in caso di deportazione. Il dubbio però lo perseguita fino alla fine, nelle ore della Liberazione. Monsignor Montini lo rassicura: «Santità, lei ha fatto tutto il possibile». E Pio XII: «Solo il Signore potrà dirmelo». La fine vede Pacelli che passeggia in piazza San Pietro, con Roma appena liberata, e benedice. Così come all’inizio camminava tra le macerie del bombardamento di San Lorenzo, e benediceva piangendo. La materia narrativa è tanta, incandescente. L’appuntamento col dibattito è nelle mani del palinsesto Rai.
paolo conti, 10 aprile 2010 (corriere della sera)