caro salvo, non capisco come fai a generalizzare così il principio di legalità: "l'enfatizzazione" (come la chiami tu) attuale non ha nulla a che vedere con l'infrazione alle leggi che molti cittadini giustamente operarono salvando tantissime vite umane in un ordinamento lontani anni luce da quello attuale.
salvo, in quegli anni le leggi le promulgava la dittatura, il PNF, e avevano valore pari a quelle costituzionali, vuoi davvero interrogarti sulla loro "giustezza"?
la legalità che si invoca ora, invece, è il semplice rispetto delle regole in un sistema democratico, e a giudicare la legittimità delle leggi, adesso, c'è la corte costituzionale. inoltre esistono varie modalità di produzione e modifica delle norme stesse.
e ancora: come cavolo fai a dire che escludo l'elenco dei giusti delle nazioni?

?
tra quei giusti c'è proprio ARTURO CARLO JEMOLO, un grande giurista che ha elogiato la dignità dei giudici italiani nell'applicazione e nell'interpretazione delle leggi razziali in quegli anni bui.
quei giudici, infatti, riuscirono a limitare l'effetto odioso delle leggi razziali proprio appellandosi al principio di legalità e al formalismo giuridico.
infatti hanno affermato che le leggi razziali (vedi anche, più tardi, l'art. 1 del codice civile che legittima possibili limitazioni alla capacità giuridica in base alla razza) non erano un caposaldo dell'ordinamento italiano, perchè avevano natura eminentemente politica, e quindi andavano applicate senza sconvolgerlo. con questo e altri stratagemmi molti giudici hanno salvato i diritti degli ebrei, con quelle tante sentenze che calamandrei chiamò poi le "sentenze del generoso tradimento".
a de gasperi andò diversamente perchè, naturalmente, non tutti i magistrati hanno "tradito" le leggi fasciste. e neanche tutti i cittadini, e neanche tutti gli appartenenti al clero. i parroci salvavano le vite, ma c'è anche stato qualche vescovo che ha addirittura concesso in locazione terreni per la costruzione di un campo di concentramento. non si può generalizzare, si possono solo raccontare i fatti.
per il ruolo della chiesa, non mi sento in grado di parlarne, ma mi sembra che il vaticano, alla fine degli anni '30, abbia invocato più la violazione del concordato che l'ingiustizia delle leggi razziali.
mi limito a lodare la ricerca scientifica su questi fatti operata dal prof. speciale. nessuno, prima d'ora l'aveva fatto. e ci ha riempito un libro che ti consiglio di leggere.
luca, il ruolo dei giudici in tema di legislazione a cui mi riferivo, è, naturalmente, quello interpretativo, delicato tanto quanto quello produttivo.
devo dire che comunque ancora non capisco bene il senso della speculazione giuridica che questo topic vorrebbe fare...
è risaputo: la legge non sempre è giusta, o la si cambia o la si interpreta. in ogni caso la si deve attuare e, se illegittima, deve pensarci la corte costituzionale.