Tematiche Generali > Cultura
La Shoah e la differenza fra Legalità e Etica
volteriano:
luca penso che hai centrato il problema. "per arrivare alla situazione migliore" in tema di legislazione il ruolo spetta ai giudici. oggi, al consiglio comunale, si è parlato proprio di come molti giudici italiani dal 1938 al 1943, con mille stratagemmi interpretativi e retorici, hanno brillantemente applicato le leggi razziali alla luce dell'ordinamento generale, avvicinando, così, la legge, il diritto, alla GIUSTIZIA, perchè le leggi non sempre sono giuste.
sono contento che oggi si sia parlato di un capitolo della nostra storia del diritto che molti preferiscono non approfondire. le leggi razziali hanno, prima, escluso dalla vita civile, religiosa, politica, economica, italiana gli ebrei, e, dopo, ne hanno permesso la deportazione (quasi nove mila).
il tutto in un clima di totale acquiescenza da parte dei cittadini e del vaticano, tranne sporadiche eccezioni, almeno fino al '43. (dopo molti eroi civili e militari hanno contribuito a sconfiggere il nazi fascismo).
acquiescenza è stata sinonimo di consenso, complicità. questa è la memoria italiana di ciò che è avvenuto.
Luca:
@volteriano
parlando di legge ed etica ho posto l'accento sull'opportunità di più fonti come accezione generica per indicare culture,religioni,esperienze,tradizioni, di "poteri" perchè nessun potere agendo da solo (o cercando di farlo) può produrre qualcosa di positivo. Quantomeno in senso...etico.
OT
i giudici sono l'unico potere che non deve avere voce in capitolo nella legislazione,
altrimenti i pricipii cardine della democrazia vanno a farsi friggere,vedi separazione dei poteri.
Loro devono esclusivamente giudicare.
fine OT
a.merenda:
Il mio intervento intendeva sottolineare il fatto che esistono responsabilità storiche alla base della nascita del nazional-socialismo (e quindi della Shoah).
Un moto politico inteso a "compattare" un popolo dandogli obiettivi e credenze (seppur effimere e false) che in quel caso furono figlie dell'umiliazione subita dai tedeschi all'indomani della prima guerra mondiale.
Lungi da me la volontà di volerne giustificare finalità e motodi e con tutto il rispetto per le vittime di quel nefasto periodo osservo che:
se è vero che sbagliare è umano ma perseverare diventa diabolico mi pare il caso di ricordare, in questo giorno della memoria, anche quei soprusi,quelle morti, che derivano da odierne ingiustizie ed umiliazioni.
Pongo il problema del rapporto tra etica e legalità nell'attuale conflitto israelo-palestinese affermando che uno stato (Israele) i cui confini vengono "stabiliti a tavolino" dopo la seconda guerra mondiale,dovrebbe, in virtù della propria posizione economicamente favorevole impegnarsi allo stremo delle proprie forze affinchè venga riconosciuta la dignità di popolo ai palestinesi.
Un simile atteggiamento renderebbe le parole di un folle come Ahmadinejad totalmente inoffensive.
Lo Stato di Israele deve invertire la previsione di un ricorso storico orribile.
Le figure di spicco del mondo ebraico potrebbero divenire fautori della condivisione della terra col vicino popolo palestinese. Se questo non accade fame ed irrazionalità cresceranno di pari passo.
Ripeto, non intendo urtare la sensibilità di nessuno ma questo è ciò che penso.
Luca:
liberissimo di pensarla come vuoi,ci mancherebbe,
ma mi sembra un po' azzardato accostare quanto accaduto nei campi di sterminio con l'atteggiamento di Israele coi Palestinesi. ??? ??? ???
Tornando al discorso legalità e legge/etica...
il problema sorge nella misura in cui la legge non rende Giustizia,per come è fatta o per l'uso che se ne fa.
Del resto anche lo sterminio fu fatto sotto la legge ...tedesca di quel periodo
a.merenda:
Non ho detto che siano la stessa cosa. Ho detto che mi impauriscono i presupposti di questa situazione.
Nella fattispecie il rapporto tra un etica della "difesa della comunità" ebraica e l'applicazione della legge internazionale della rappresaglia in caso di attacco (giustizia).
L'unica via? Il riconoscimento della comunità politica palestinese e l'osservanza delle regole internazionali di convivenza pacifica
Non è facile ma non è neanche utopia (nel senso di impossibile)
« Una carta del mondo che non contiene il Paese dell'Utopia non è degna nemmeno di uno sguardo, perché non contempla il solo Paese al quale l'Umanità approda di continuo. E quando vi getta l'àncora, la vedetta scorge un Paese migliore e l'Umanità di nuovo fa vela. »
Oscar Wilde
Navigazione
[0] Indice dei post
Vai alla versione completa