A Sortino, ai tempi dell'elezione dell'attuale Sindaco, si parlò di "riconciliazione", di un clima, come dire, "costituente".
Col trascorrere dei mesi, tuttavia, il risultato è che il bottino elettorale della corazzata Sortino Futura (lista unica della coalizione di maggioranza) si è disperso fra prese di posizione, dissidi, lotte intestine, fughe in avanti, disallineamenti e chi più ne ha più ne metta. In due parole: scontro fra potere di fare (giunta) e quello di dire cosa (consiglio).
Risultato? A conti fatti il 60% circa del consenso elettorale, ad oggi, si riferisce a forze politiche che si oppongono alla gestione amministrativa dell'attuale giunta Buccheri.
Cosa ci ha condotti a questa situazione anomala?
Secondo me diversi fattori che ho avuto modo già diverse volte di sottolineare.
In primis la compresenza di troppi galli dentro lo stesso pollaio. Anche se non mi pare che il termine "galli" sia appropriato dato che l'animale non disdegna la competizione. A Sortino, invece, i "pezzi grossi" sono tali solo quando bisogna usare il pallottoliere per misurare la vittoria al grido "l'unione fa la forza!" .
Si salta su un carro senza progetto e poi si vedrà.....infatti abbiamo visto.
D'altro canto è riuscita l'operazione "rivergination" del pezzo di PD & co. all'opposizione sin dall'inizio.
Triplo salto carpiato da incarnazioni dello sfacelo amministrativo fino a diventare i paladini difensori dei poveri contribuenti vessati dalle addizionali comunali! Degni di una commedia greca.
Ed in ultimo, ma non per importanza, "il gruppo metà umano metà politico" di Sortino al Centro. La sempre vigile forza extra-consiliare baluardo dell'integrità morale a livello locale. Fuori da Sortino nulla conta. Ed i vent'anni trascorsi? Può capitare!
Fuori dall'ultima contesa elettorale, dunque oltre questi ragionamenti, la nascita del meet-up del Movimento 5 stelle. Una novità a Sortino che ha raccolto circa il 40% dei consensi quando si trattò di esprimere la propria opinione politica sui partiti durante le ultime politiche. Diciamo che a Sortino, in proposito, le idee sono apparse abbastanza chiare.
Il gruppo, perlopiù composto da giovani, è molto attivo in termini di "denuncia delle nefandezze altrui" e segue da vicino gli avvenimenti regionali e nazionali. Manca, a parer mio, il contatto diretto con un possibile elettorato a livello locale. Va contemperata la presenza virtuale con quella de visu altrimenti il radicamento politico rimarrà una chimera (vedasi riscontri elettorali alle scorse amministrative). Altra nota dolente riguarda la selezione interna dei quadri politici. Ma devo dire che questa è una falla di tutte le organizzazioni politiche italiane (paternalistiche e leaderistiche)
Dunque una realtà politica molto frastagliata.
Pare che a livello nazionale si voglia dare risposta a questa disgregazione politica con interventi normativi sulla legge elettorale che mirino a "dare un peso a tutti" in nome della tutela delle minoranze e bla bla bla...
Insomma, a mio parere, un ritorno al passato dove lo schema DC/PCI ha reso l'Italia "funzionante" perlomeno dal punto di vista della crescita economica.
La situazione oggi è certamente diversa.Si avverte più l'esigenza dello sviluppo che della crescita nel senso che forse è meglio ripensare come destinare ciò che produciamo e consumiamo piuttosto che tendere incessantemente al "surplus"...
Detto ciò rimangono diverse le questioni insolute.
La prima: l'organizzazione politico-amministrativa dello Stato italiano a livello locale rifletterà la direzione che si sta prendendo a livello nazionale? Oppure ci saranno "geometrie variabili" fin quando non verranno ridefiniti nuovi confini politici?
La distinzione che mi appare più netta è quella tra i sostenitori del "nuovo è bello" e "l'usato garantito". Talvolta lo scontro è posto sul piano generazionale anche se ritengo l'ipotesi più strumentale che altro. Sono per la gioventù dello spirito, io.
Altre volte si cerca invece di far collimare la questione alle categorie di destra e sinistra. Mission impossible!
Nel marasma emergono funamboli ed equilibristi post democristiani e/o socialisti che col tirare a campare anzichè tirare le cuoia hanno condotto un'intera carriera politica.
Il punto è togliere il "velo d'ignoranza", per dirla con Rawls e vedere quali sono i nostri effettivi bisogni.
Solo raggiungendo questa consapevolezza può formarsi un'etica attraverso cui pretendere determinati comportamenti da parte di chi si occupa della cosa pubblica.
Altrimenti...buon consociativismo a tutti e.... Sempre sia lodato!