La politica di un paese piccolo come Sortino non si dovrebbe mai ridurre a questo. Il partito di maggioranza, o almeno quello che dovrebbe essere di maggioranza, è zitto, nascosto, diviso. E se è vero che la destra vince solo per l’incompetenze momentanee della sinistra e non per merito politico, non c’è da meravigliarsi se arriverà il giorno in cui gli «urlatori e stampisti» arriveranno al governo di Sortino (non per forza sarà un danno). Ma il cielo è pieno di nuvole, altro che più blu. E il PD di Sortino pieno di correnti politiche spesso contrastanti non per “plurideologia”, bensì per vecchi rancori che ne lacerano le fondamenta unitarie.
Spataro, Blancato e Mollica vs Brunetto e Terranova. Ecco come si è spaccato il partito d’ amministrazione. Ma se questa classe dirigente è impegnata in discussioni superflue e si scorda del compito principale, chi ascolterà i consiglieri di maggioranza Palì, Mosca, Giaccotto…? Ecco giustificati, ma non troppo, gli applausi ai vari consiglieri Tabacco, Gigliuto-e-co.
Il 28 di Marzo il PD sortinese eleggerà il nuovo presidente.
Brunetto andrà all’Alleanza Per Italia?(si c’è anche a Sortino). Sarebbe una rottura ulteriore, una altro gioco politico che non premierà la sinistra di questo paese. PD non vuol dire Partito Dispersivo, ma qualcuno questo non l’ha capito… E allora si lascia spazio ad una destra forse non più concreta o capace, ma sicuramente più sveglia ad approfittare del momento di difficoltà, che è ora di superare. E se la “mozione” Spataro, chiamiamola così, e quella Brunettiana fossero unite, se il PD di Sortino ascoltasse i suoi consiglieri, se si riuscisse a creare un’ armonia interna, forse non ci sarebbe nulla più da urlare per Bongiovanni, non ci sarebbe niente da applaudire per Gigliuto, non ci sarebbe più bisogno di maschere catanesi da esporre in consiglio per la Pispisa…