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Analisi politica italiana by G. Sartori

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a.merenda:
IL TRIENNIO DI BOSSI E BERLUSCONI

Uno scenario complicato

Le elezioni dell’altro giorno pongono parecchi problemi, o anche problemoni, ai tre anni «tranquilli» (senza elezioni) durante i quali Berlusconi continuerà a governare. E’ chiaro che il Cavaliere resta in sella; ma indebolito nei confronti di Bossi, anche perché il suo partito, il Pdl, diventa sempre più un partito «meridionalizzato» e per ciò stesso in inevitabile rotta di collisione contro il federalismo fiscale della Lega. Beninteso, questi non sono problemi che toccano personalmente il Cavaliere. E quindi non sono, per lui, problemi veri, problemi seri.

La Lega lo incalza sul federalismo (non solo fiscale ma anche nazionale)? Berlusconi concederà il concedibile senza alcuna sofferenza. Il Vaticano invade sempre più la sfera del «libero Stato» (in libera Chiesa)? Il Cavaliere è notoriamente persona molto devota (bacia, forse per sbaglio o per lunga abitudine, persino l’anello di Gheddafi); e quindi anche qui nessun problema. Il gran capo si risente solo quando è accusato di non saper governare. Ohibò, questo no. La verità è che i giudici e una cattiva Costituzione che lo intralcia da mattina a sera gli impediscono di governare. Ma ora basta. Ora chiederà (Bossi consenziente) il presidenzialismo, da lui inteso all’ingrosso come il pieno potere di fare quel che vuole, e contestualmente metterà finalmente la mordacchia alle «toghe rosse».

Dopodiché tutti vedranno quale sia la sua statura di uomo di governo. Ma se il capo dei capi prevede per sé una navigazione trionfale, o comunque senza più problemi che lo infastidiscano personalmente, le opposizioni non possono negare di essere nei guai. Sono nei guai in parte perché sono state variamente ammaccate o sconfitte. La sinistra può esibire, è vero, due vincitori: Di Pietro e Vendola. Ma sono entrambi vincitori scomodi, quantomeno per il Pd. Vendola sposta la sinistra a sinistra, mentre alla sinistra occorrono soprattutto elettori di centro-sinistra. Invece Di Pietro carica sempre a testa bassa; e sempre è troppo spesso.

Però la sinistra è nei guai soprattutto perché è gestita da menti confuse. Primum vivere, si è sempre detto. Ma il Porcellum, la legge elettorale vigente, promette di renderla un quasi-defunto perpetuo. Il Porcellum attribuisce un premio di maggioranza del 55% dei seggi a chi ottiene la maggioranza relativa dei voti. Così è già sicuro che nel 2013 Berlusconi più Bossi vincerebbero, con il Porcellum, una comoda maggioranza di governo. Pertanto l’interesse prioritario di tutte le opposizioni è di battersi per un sistema elettorale meno iniquo. Ma Bersani ci fa soltanto sapere, di passata, che lui vedrebbe bene un ritorno al Mattarellum (ricorderete: un sistema uninominale per il 75% dei seggi). Sarebbe, per il Pd, passare dalla padella nella brace. Perché non punta, invece, sul sistema tedesco tenacemente chiesto da Casini? E’ che per Bersani il problema pare che sia di ammazzare il «centrino» di Casini. Invece è, dovrebbe essere, di salvare se stesso. Come dicevo, primum vivere. Poi, sul resto, si vedrà.

Giovanni Sartori
02 aprile 2010


da:  http://www.corriere.it/editoriali/10_aprile_02/uno_scenario_complicato_sartori_845ce8d0-3e14-11df-b5a6-00144f02aabe.shtml

SC:
ok e TU rispetto l'analisi di sartori come ti poni?

a.merenda:
aggiungo, specificando la situazione siciliana, che di questi tempi una strategia vincente si basa sull'avvicinamento dei programmi politici dei diversi gruppi alle istanze territoriali.

In Sicilia Lombardo ha fatto da battistrada (e ha vinto) e ora si trascina con Pdl Sicilia e PD Sicilia.

Ora, premesso il fatto che questo viene percepito dalla gente come il trionfo del trasformismo delle due l'una: o nasce un movimento-gruppo politico che richiami le istanze del sud (quindi agricoltura,turismo,immigrazione,occupazione,fisco oltre a tutto il resto ovviamente) e che raggruppi individui provenienti da culture politiche diverse che, tuttavia, sono indentificabili con un'idea, quindi criticabili rispetto a questa OPPURE continua a vigere la legge predatoria secondo la quale ogni azione politica è rivolta esclusivamente al mantenimento del potere...

Sono convinto che in tempi di vacche magre non ce lo possiamo permettere.


Il riflesso regionale di una simile situazione imporrebbe la riflessione (forse ancora lontana) circa la nascita di un movimento su base nazionale (ancorchè confederato) che mette al centro dei propri programmi "il territorio" (si potrebbe chiamare La Lega, per esempio)

In tempi di globalizzazione e di incontro-scontro tra orientamenti e politica internazionale ed immediati riflessi locali (e viceversa si spera) il concetto di territorio può divenire la nuova grande ideologia in grado di trascinare le masse.

La Lega (senza nord e senza sud), su base nazionale si configurerebbe quindi come forza politica in cui l'interesse per il benessere delle persone andrebbe riferito a quello che le stesse (la base) esprimono, in termini di malcontento e recriminazioni.

E' chiaro che per mediare le istanze di "un paese troppo lungo" (G.Ruffolo) una simile forza dovrebbe dotarsi di una particolare capacità demarchica (potere di governo del popolo) al fine di perseguire, ancora, la meta ideale tracciata dal significato della parola democrazia (potere del, per ed al popolo) che, per quanto mi riguarda è fortemente legato a quello di anarchia intesa come assenza di governo gerarchicamente imposto con capacità di autogoverno individuale e collettivo)

SC:
antonio cosa c'entra la tua risposta con l'analisi di sartori ?

è alquanto slegata e non va bene manco come aggiunta

parla + di berlusconi che di lega, e di sistema proporzionale tedesco piuttosto che di maggioritario.

quindi che c'entra il tuo discorso in cui fai rientrare come al solito concetti di "pelo nell'uovo" come la demarchia con l'analisi di sartori? pensi che se sartori volesse parlare di demarchia esplicitamente non sappia fare?
pensi che accostare la tua analisi a quella di un accademico la renda autorevole per proprietà transitiva?


TU nei confronti dell'analisi di sartori come ti poni, in cosa concordi e in cosa no?

a.merenda:
non mi permetterei neanche di paragonarmi a Sartori. Infatti la mia osservazione andava pressappoco in questa direzione: i risvolti dello scenario politico italiano nella regione sicilia

Leggi bene. Ti assicuro che parla molto di Lega. Ripeto:

" o nasce un movimento-gruppo politico che richiami le istanze del sud (quindi agricoltura,turismo,immigrazione,occupazione,fisco oltre a tutto il resto ovviamente) e che raggruppi individui provenienti da culture politiche diverse che, tuttavia, sono indentificabili con un'idea, quindi criticabili rispetto a questa OPPURE continua a vigere la legge predatoria secondo la quale ogni azione politica è rivolta esclusivamente al mantenimento del potere...

Sono convinto che in tempi di vacche magre non ce lo possiamo permettere.


Il riflesso regionale di una simile situazione imporrebbe la riflessione (forse ancora lontana) circa la nascita di un movimento su base nazionale (ancorchè confederato) che mette al centro dei propri programmi "il territorio" (si potrebbe chiamare La Lega, per esempio)

In tempi di globalizzazione e di incontro-scontro tra orientamenti e politica internazionale ed immediati riflessi locali (e viceversa si spera) il concetto di territorio può divenire la nuova grande ideologia in grado di trascinare le masse.

La Lega (senza nord e senza sud), su base nazionale si configurerebbe quindi come forza politica in cui l'interesse per il benessere delle persone andrebbe riferito a quello che le stesse (la base) esprimono, in termini di malcontento e recriminazioni."

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