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Sortino aderisce alla protesta al 90' minuto
a.merenda:
altro contributo all'analisi:
http://www.socialsicilia.it/
Così immagino la Rivoluzione in Sicilia
20 gennaio 2012 | Nella categoria: Primo Piano,Spazio Libero | Scritto da: Gianmarco Catalano
Per una volta, sento di esprimere una voce fuori dal coro. Un pensiero distonico rispetto all’apparente assuefazione che sembra aver investito, senza troppi punti di domanda, le migliaia di persone unite nelle manifestazioni di questi giorni in tutta la Sicilia. Il movimento dei Forconi, gli autotrasportatori, i pescatori, gli agricoltori e i braccianti, disoccupati, studenti, comitati, associazioni. Tutti accomunati dalla voglia di scendere in strada e protestare. Qualcuno parla di “rivoluzione culturale”, altri di “riscatto del popolo siciliano”, altri ancora, in perfetto stile leghista, di “lotta per una Sicilia libera da Roma ladrona”.
E così via, in un’escalation di imbarbarimento generale e di profetismo che sembra non lasciare spazio a giudizi e richiederebbe un’adesione acritica alla mobilitazione, senza remore, nè perplessità. Qualunquismo, demagogia e tanta confusione. Ma, come dicono i “rivoluzionari” di questi giorni, l’importante è bloccare tutto, fermare la Regione e farsi sentire. Ma per cosa? A quale fine? Cosa si propone? quali le idee? Cosa si rivendica?
Questi e molti altri sono i dubbi, più che legittimi, nutriti da chi come me rifiuta di abdicare alle proprie facoltà intellettive per buttarsi nella mischia. E non si tratta di banale e aprioristica diffidenza. Per gli individui abituati a pensare e riflettere prima di agire, accettare di prendere parte ad una manifestazione popolare ( e sentirsene parte!), qualunque essa sia, implica innanzitutto la libertà di scelta in assoluta autonomia e secondo coscienza. E come scegliere se non dopo averne appreso la reale sostanza?
L’informazione sui fatti, la comprensione di essi, rendono il cittadino libero e consapevole. In democrazia, chi si fa promotore di una presunta battaglia ha il diritto-dovere di farsi capire, prima ancora di chiamare le persone a raccolta. Deve sapere da che parte andare, quali strade imboccare, e quanto è disposto ad accogliere le idee e le proposte dei cittadini che intende coinvolgere. In parole spicciole, occorre avere ben chiari propositi e finalità delle azioni promosse.
Limitarsi a protestare non basta. E non prospetta nulla di buono. Il disagio che coinvolge i siciliani, il sud – i più vessati dalla crisi economica e dalle scelte irresponsabili dei governi – è chiaro a tutti e rischia di degenerare in qualcosa di più grave e serio. Una protesta “senza testa”, seppur mossa da innegabili ragioni, può sfociare in violenta ribellione e caos. Può liberare la strada a frange estremistiche pronte alla strumentalizzazione e a far danno. E questo sarebbe il definitivo fallimento di una lotta per il bene comune. Un film vecchio e già visto.
Per questo, occorre prima di tutto stabilire la rotta da seguire. Mettere nero su bianco una linea programmatica su cui convenire. Se è vero che questa battaglia non é solo di alcune categorie, ma è di tutta la parte sana di questa Sicilia, l’apporto “intellettuale” dei cittadini – di tutti, dal pescatore al professore – non può e non deve mancare. Immagino uno straordinario laboratorio Culturale e Politico a cielo aperto.
Una gigantesca “agorà partecipata”articolata in varie assemblee-distretti, nelle piazze, da Trapani a Siracusa, che lavori attivamente nella redazione di una “Costituzione dei cittadini”, di un documento popolare di rivendicazione che contenga delle proposte concrete e innovative sulle tematiche più rilevanti: ambiente, cultura, lavoro, servizi, tassazione. Sarebbe il primo storico atto normativo frutto di un vero e proprio cantiere di democrazia diretta, pura emanazione del popolo, da presentare ai governi nazionale e regionale che sarebbero chiamati a discuterne nelle sedi istituzionali. Le idee, prima dei forconi e dei numeri, sono la vera forza d’urto. Così io immagino la Rivoluzione.
a.merenda:
la voce di Libera
http://www.liberainformazione.org/news.php?newsid=16515
Sicilia, dentro il movimento dei Forconi
Da 72 ore l'isola bloccata dalle proteste di autotrasportatori, agricoltori, pescatori e cittadini
Movimento dei "Forconi"
Continua da oltre 72 ore il blocco della Sicilia organizzato dal movimento “Forza d'Urto” per assestare un segnale forte contro la classe politica, contro il caro carburante e per dare voce, ancora una volta, alla crisi che sta mettendo in ginocchio l'isola. Presidi sparsi tra le nove province con una forte presenza di autotrasportatori, agricoltori, pescatori e cittadini vari. A subire i disagi specie gli automobilisti costretti a subire code chilometriche nei punti nevralgici della rete stradale siciliana. Benzina esaurita quasi ovunque, i generi di prima necessità scarseggiano già in molte città. Una protesta sicuramente sentita, ma su cui sembrano piombare ombre e sospetti.
Numerose segnalazioni di minacce dei presidianti ai danni degli autotraportatori “colpevoli” di non volersi fermare, sono centinaia (se non migliaia) i lavoratori costretti, per questa ragione, a sospendere il proprio lavoro. Eppure il movimento, nell'organizzazione della protesta, faceva riferimento solamente a dei fermi volontari. La stessa sorte è toccata ai commercianti di diverse località dell'isola la cui adesione alle agitazioni è stata coatta, pena vetrine rotte. Sospetti anche sulle infiltrazioni politiche all'interno di “Forza d'Urto”. E’ confermata da più parti la presenza di uomini di Forza Nuova all’interno del movimento, così come è verificabile da chiunque la “vicinanza” ai “Forconi” tramite dichiarazioni apparse in giro per la rete. Queste le parole di Roberto Fiore, segretario di Forza Nuova:
“La Rivolta in atto in Sicilia si allargherà ben presto a tutte le regioni del Sud Italia per divenire un fatto nazionale. O si sta dalla parte di Monti , della BCE, e della schiavitù bancaria o si sta dalla parte delle categorie, del popolo che non ce la fa più e che non vuole perdere la propria dignità. Inoltre, e’ necessario che venga attuato subito l’art 40 dello Statuto siciliano che prevede che il Banco di Sicilia emetta denaro unilateralmente per fronteggiare il crollo sociale in atto. Questa misura statutaria, oltre che la riduzione della benzina a 70 centesimi, e’ la mina sociale che Forza Nuova, a fianco di agricoltori e autotrasportatori, intende fare esplodere”
La stessa Forza Nuova, con una sua delegazione, ha sfilato nello scorso Dicembre alla testa di un corteo indetto dai “Forconi” a Catania.
E’ praticamente un dato di fatto che il movimento neofascista partecipi alle attività dei “Forconi” e di Forza d’Urto. E pare che uomini di Forza Nuova siano proprio tra gli organizzatori dei “moti siciliani”, dunque non solo una vicinanza formale. Nei presìdi è tangibile lo spirito di avversione a Lombardo. Si leva alta l’accusa di tradimento nei confronti del Presidente della Regione. “Ha raggirato i siciliani!”: il grido giunge proprio da soggetti che hanno indubbiamente sostenuto e portato al potere l’attuale Assemblea Regionale.
A capo dei "Forconi" troviamo Mariano Ferro, diventato il volto simbolo della protesta. Ferro vanta un passato, neppure troppo lontano, in Mpa. Nello scorso Giugno, da invitato, ha partecipato all'assemblea regionale dell'Mpa presso il Palaghiaccio di Catania. Ha esposto lì, davanti alla platea di delegati del partito autonomista, la sua richiesta di "concretezza" nei confronti di Raffaele Lombardo. E poi c’è Salvatore Bella, presidente dell’Associazione Italiana Autotrasportatori, confluita in “Forza d’Urto”. Un passato in Forza Italia, poi le varie liste civiche e infine la candidatura alle amministrative di Campobello di Licata proprio nelle file dell’MPA.
L’onorevole Pippo Gennuso, uomo di Lombardo, è stato visto girare tra i negozi di Rosolini chiedendo, in maniera più o meno gentile, di chiudere le saracinesche per aderire alla protesta. Lo stesso Gennuso, ripreso dalla telecamere di Canale 8, ha assunto le vesti di “capopopolo” improvvisando un comizio presso uno dei punti della protesta. Ma i politici non dovevano essere “cacciati a calci in culo”? (Riportiamo fedelmente il trattamento indicato da Mariano Ferro in caso di “infiltrazioni”). Il deputato rosolinese ha dichiarato che, se il governo regionale non ascolterà le ragioni della protesta, si incatenerà sulla linea ferroviaria di Rosolini. Infine, le dichiarazioni che Giuseppe Scarlata, fondatore nisseno del movimento dei Forconi, ha rilasciato a Linikiesta, sono la ciliegina sulla torta: “Se qualche anno fa il nemico numero uno era la mafia, adesso è lo Stato”, dove per Stato egli intende proprio la regione Sicilia. “Noi aspettiamo le decisioni di Lombardo, perché del governo nazionale ce ne infischiamo”, conclude, inneggiando quasi a “un’autonomia” desiderata a mai ottenuta.
C’è anche Grande Sud (di Miccichè) ad aver tenuto comizi, nella giornata di Lunedì, nei luoghi dei presidi. Anche per loro nessun “trattamento Ferro”.
Grande Sud, nel suo blog, ha speso parole di elogio per la protesta mentre Titti Bufardeci, esponente del partito, con le sue dichiarazioni è stato oggetto di una Adnkronos in cui ha dichiarato, nello specifico, di condividere ogni aspetto delle manifestazioni. Tra i leader della rivolta dei “Forconi” troviamo Martino Morsello, assessore a Marsala negli anni ’80 per il Psi. Candidato alle elezioni regionali del 2008 per una lista collegata a Raffaele Lombardo. Dietro di lui una complessa storia legata alla chiusura della sua azienda di prodotti ittici (vi rimandiamo a questa inchiesta di Marsala.it per conoscerla nei dettagli). Morsello il 28 maggio 2011 ha presenziato, in quanto relatore, al convegno organizzato da Forza Nuova di Terni sull’usura bancaria. L’apertura del convegno è stata affidata alla figlia, Antonella. Antonella Morsello è una camerata convinta. Risulterebbe dipendente della stessa sezione di Terni dell’organizzazione neofascista. La sezione le dedica parole di elogio in questo post.
Morsello (padre) ha partecipato altresì al II Congresso nazionale del movimento, nel suo intervento ha dichiarato, qui l’audio (l’intervento di Morsello è selezionabile dalla colonna di destra, alle ore 17:49), che Forza Nuova è l’unico interlocutore politico dei “Forconi”: “Noi non partecipiamo ai convegni degli altri partiti, perchè sono quei partiti messi insieme, in questo momento particolare, pensando di spartirsi, come si dice in Sicilia, il porco, e continuare a dominare la scena politica. Il mio augurio è che con Forza Nuova si possa fare un passo avanti in questo sistema di politica corrotta”. Morsello non si ferma lì e incrocia la strada dei “Responsabili” di Scilipoti, divenendone responsabile nazionale del dipartimento agricoltura. Lo stesso, a Luglio 2011, rilascia a Marsala.it una dichiarazione a favore della finanziaria appena approvata dal governo Berlusconi
Nel “cda” di “Forza d'Urto” troviamo anche l'imprenditore friulano Maurizio Zamparini, uno tra i più ricchi del paese. Il vulcanico presidente del Palermo Calcio, non contento di cacciare allenatori a dismisura, ci riprova con i politici. Ha dato vita al “Movimento per la gente”, un po' la versione italiana degli estremisti e conservatori “Tea Party” americani della pasionaria Sarah Palin (candidata nel 2008 alla vicepresidenza degli Stati Uniti in ticket con Mc Cain). Il movimento zampariniano ha come obiettivo quello di fermare Equitalia che, unitamente alla burocrazia, attanaglia i cittadini. L'imprenditore, già da inizio Gennaio, ha dichiarato il suo endorsement (pare anche economico) alla causa dei “Forconi” di Mariano Ferro, partecipando ad un'affollata conferenza a Palermo.
Nell’agrigentino il “capopopolo” è Salvatore (detto Totò) Petrotto, ex sindaco di Racalmuto. Tre mandati e numerosi cambi di casacca all’attivo: dalla Rete di Leoluca Orlando, fino alla rottura con l’IdV. Poi l’avvicinamento all’MpA e le simpatie per il Partito del Sud di De Santis, leader dei movimenti autonomisti meridionali. Quando è stato eletto sindaco col favore del PD, stava già schiacciando l’occhio ad Angelino Alfano e a Silvio Berlusconi, con tanto di lettera aperta. Durante l’ultimo mandato ha chiesto l’intercessione di Scilipoti per assegnare a Berlusconi il premio “Per una Giustizia Giusta” intitolato a Leonardo Sciascia. Petrotto ha un curriculum di tutto rispetto, da vero “perseguitato” quale afferma di essere (ci ricorda per caso qualcuno?): più di una dozzina di indagini su di lui, da quella per concussione (terminata con la riqualificazione del reato a induzione alla corruzione e la condanna dell’ex sindaco), a quella per droga; fino all’inchiesta per concorso esterno in associazione mafiosa, poi archiviata, che lo ha condotto alle dimissioni. Da bravo grillo quale è, lo Scilipoti nostrano ha indirizzato il suo ultimo salto verso la guida dei Forconi agrigentini. A guidare la rivolta iblea, tra gli altri, Geraldo Bertolone, segretario regionale dei Cristiano-Riformisti, l’area cattolica del PDL. Vanta una candidatura con Forza del Sud alle amministrative di Ragusa e la recente adesione al movimento “Territorio”. Ha da poco annunciato il suo sostegno alla candidatura di Mandarà (area PDL) a Santa Croce Camerina. Sostiene i “Forconi”, gli stessi che non vogliono avere nulla a che fare con i politicanti.
Qualcosa non quadra. L’apartiticità della protesta, praticamente giurata agli inizi delle agitazioni, si sta lentamente sgretolando. Peccato che molti dei manifestanti, che in questo freddo Gennaio presidiano le strade siciliane, siano ignari di tutto ciò. In lotta, con il cuore, per il futuro. Ma forse, alle spalle, strumentalizzati.
a.merenda:
la reazione del movimento su i rapporti con Forza nuova -
ANTEPRIMA. Ufficiale, i Morsello fuori dai Forconi. Ferro: “Non li conoscevamo bene”
20 gennaio 2012 | Filed under: PRIMA PAGINA | Posted by: Davide Ferrante
Nelle scorse ore vi abbiamo anticipato le versioni discordanti addotte da due dei promotori del movimento dei Forconi, Mariano Ferro e Martino Morsello. Il primo ha professato la totale estraneità del movimento a qualsiasi schieramento politico e partitico dichiarando stamani a Sky Tg 24: “Denunceremo tutti coloro che stanno dirottando verso Forza Nuova il movimento dei forconi”. Il secondo ai microfoni de Il Qualunquista ha aperto le porte sia a Forza Nuova, sia a ogni movimento intenzionato a rispettare le regole del movimento dei Forconi.
Qualcosa non quadrava nelle due versioni piuttosto difformi dei due leader della rivolta popolare che in queste ore sta paralizzando la Sicilia e nei prossimi giorni prenderà piede in altre regioni. Difatti, come denuncia il Popolo Viola, diversi referenti regionali dei Forconi sono tutti militanti di Forza Nuova.
Per fugare qualsiasi dubbio in merito alla matrice partitica dei Forconi, la famiglia Ferro ha preso ufficialmente le distanze dalla famiglia Morsello.
E’ lo stesso Mariano a comunicarlo sulla sua pagina Facebook in un comunicato firmato da lui e da Giuseppe Scarlata, altro militante del movimento: “Ci dissociamo da Forza Nuova e da qualsiasi forma di fascismo. Sia io (Giuseppe Scarlata, ndr) che Mariano Ferro siamo contro queste ideologie e i soggetti che le mandano avanti. Fino a quando non capiamo da dove viene la strumentalizzazione che ruota attorno al movimento dei forconi, siamo gli unici due a diffondere notizie ufficiali. Le altre consideratele nulle”.
Anche la figlia di Mariano, Anna, sulla sua bacheca di Facebook ha lanciato un appello ai militanti del movimento: “Vi invito tutti a togliere il “mi piace” nella pagina del movimento che adesso è nelle mani di Forza Nuova. Così creeremo una nuova pagina”.
E ancora: “Questa pagina (l’account Facebook del movimento dei Forconi, ndr) è gestita da gente che ha nominato referenti regionali di Forza Nuova nessuno macchierà mai la faccia pulita di questo movimento e se qualcuno ci sta provando riceverà presto una denuncia”.
Anna, inoltre, ha fatto sapere che prenderà le veci del padre nella diffusione di notizie, dal momento che Mariano, comprensibilmente, è impegnato nelle mobilitazioni.
Davide Ferrante
DA: http://www.ilqualunquista.it/?p=2075
a.merenda:
UN'ALTRA CAMPANA
Perchè non ci spaventano i forconi
I cinque giorni di blocchi annunciati dal movimento dei forconi sono finiti. Ma la lotta contro la crisi e i ricatti del debito sembra ormai aver raggiunto gli animi di chi abita le terre siciliane e ampie parti del movimento hanno annunciato di voler proseguire ad oltranza.
Oggi un grande corteo di oltre mille studenti ha siglato a Palermo la vicinanza e la complicità del tessuto metropolitano alla lotta e alle rivendicazioni di chi, con i blocchi di tutta la settimana, ha provocato tanti disagi: dalla penuria di benzina a quella degli alimentari a breve conservazione ai disagi alla mobilità. E questo nonostante i tentativi, cresciuti esponenzialmente man mano proseguiva la protesta e la durezza delle pratiche, di criminalizzare il movimento da parte dei media e di molti intellettuali ed opinionisti.
I punti attaccati da questi politicanti sono stati diversi ma riconducibili sotto tre semplicistiche etichettature da appioppare ai manifestanti: mafiosi, fascisti e strumentalizzati (da Lombardo e Miccichè).
A ben vedere tutte critiche provenienti da chi, a soli cinque giorni di mobilitazione, è già tagliato fuori da ogni possibilità di recuperare le forze in campo (Confindustria, il partito di Repubblica & co.), o da chi, più semplicemente, analizza il reale completamente al di fuori da ogni materialismo e si aspetta un tessuto in agitazione pronto per l'uso, pulito e scevro da interferenze esterne.
La protesta popolare che si è diffusa in Sicilia, come tutte le proteste di questo tipo, è complessa, di massa e contraddittoria, ma di sicuro parla il linguaggio della lotta contro la globalizzazione, contro equitalia e lo strozzinaggio legalizzato che mette sotto ricatto larghe fasce della società siciliana, contro la casta politica di destra e di sinistra che sta mettendo in ginocchio i lavoratori e le loro famiglie, contro l'aumento dei prezzi della benzina e il carovita in generale. E a questa analisi che ha individuato i giusti nemici il movimento dei forconi fino ad ora ha affiancato la giusta pratica della lotta. Blocchi stradali, fermo di tutti i tir che entrano ed escono dalla città, e momenti di propaganda contro i governi regionale e nazionale.
Per avere delle risposte chiare alle critiche addotte al movimento circa le strumentalizzazioni da parte di forze politiche reazionarie ci è bastato mescolarci con chi, a Palermo, ha portato avanti i blocchi e le manifestazioni, ci è bastato ascoltare in prima persona le voci dirette o amplificate dai megafoni e leggere le parole urlate sui cartelli e i volantini: può anche darsi che qualcuno abbia (o più plausibilmente abbia avuto) mire su questa mobilitazione, ma chi scende in piazza dimostra quotidianamente di non aver alcuna fiducia in nessun politico o politicante, che sia di destra o di sinistra, dell'Mpa o di Forza del Sud. Ma d'altronde, anche se il tutto fosse partito sotto la spinta di qualche Miccichè di turno, quello che appare è che la sua scintilla ha divampato un incendio che non è più in grado di controllare (e lo dimostrano gli incontri con Lombardo tutti ad esito negativo).
Per quanto riguarda le paure fasciste dentro il movimento nessuna parola ci sembra più adeguata che quelle usate dal comunicato di Anomalia e VikLab: “crediamo sia biologico, nelle origini di questi movimenti, che venga ricercato supporto in chiunque lo conceda; non è forse più significativa la colpa di chi (...) rimanendo distante dalla materialità dei rapporti sociali, lascia spazio di agibilità a costoro che, ovviamente (e dove sta la novità?), cercano di agire questo spazio attraverso il loro sporco populismo? Non è forse il solito esercizio retorico di "sinistre da salotto" in attesa di momenti messianici già pronti e confezionati e mai pronta a "sporcarsi le mani" in dinamiche che vanno irradiate di contenuti, non certo tenute a distanza”.
Per le accusa riguardo le infiltrazioni mafiose ci sembra invece di poter fare un parallelo tra quella che è la criminalizzazione più classica a livello di mobilitazioni nazionali, i black-bloc, e questa che è la più classica per le mobilitazioni da Napoli in giù: impossibile non pensare alle accuse identiche mosse a chi in Campania lottava per non vedere costruito un inceneritore dietro casa (ma di esempi potrebbero farsene tanti altri). La procedura è sempre la stessa: prendi il mostro cattivo (che sia germanofono, nero e col passamontagna, o terrone, basso e con la coppola poco importa), fotografalo tra i manifestanti e dissemina la paura. Non sembra neanche il caso, dunque, di sprecare energie per parlare di questioni del genere.
Quello che sembra centrale è invece che a partire da quella che doveva essere una rivendicazione quasi corporativista di un paio di categorie, stia divampando una protesta realmente estesa e di popolo. Si diceva all'inizio che, come è ovvio che sia a dispetto di quanto si augurano intellettualoidi e politicanti radical-chic, una situazione del genere sia complessa e contraddittoria, ma criminalizzarla sin da principio è un doppio errore.
Intanto perché le contraddizioni in questo modo vengono risolte con la facile assimilazione del movimento da parte di chi offre sponde politiche. In secondo luogo perché non permette di cogliere i reali motivi per cui una massa così numerosa di persone stia scendendo in piazza per urlare la propria rabbia contro un sistema economico ingiusto ed uno politico sordo ai propri bisogni.
Siamo di fronte, senza voler fare facili parallelismi o semplificazioni fuorvianti, a quella stessa eccedenza che da Madrid a New York ha riempito le strade e le piazze per rivendicare un'esistenza più dignitosa e una vita più felice contro il sistema economico-finanziario globale e contro quelli politici-istituzionali che lo innervano, siamo di fronte a quella rabbia che a poche miglia di mare ha provocato la caduta di regimi ventennali...eppure la solidarietà e la simpatia che quegli stessi opinionisti muovevano verso movimenti così ampi ed eterogenei pare perdersi adesso nella paura di doversi confrontare e scontrare con un fascista o un padroncino, o in quella di avere un movimento reale giusto a casa propria.
A noi pare di dover salutare con entusiasmo questo movimento siciliano e di augurargli una lunga vita e una rapida espansione.
da: http://www.infoaut.org/index.php/nodi/palermo/item/3737-perchè-non-ci-spaventano-i-forconi
a.merenda:
I CENTRI SOCIALI DI PALERMO DICONO CHE
http://www.blog.art17.it/2012/01/20/comunicato-dei-centri-sociali-palermitani-a-favore-del-movimento-dei-forconi/
Comunicato dei centri sociali palermitani a favore del movimento dei forconi
Riporto un comunicato congiunto dei centri sociali Anomalia Studentato autogestito e del Laboratorio Vittorio Arrigoni sulla vera o presunta infiltrazione “fascista” nel Movimento dei Forconi. Grazie a Dio non sono tutti ottusi e stupidi come, ne prendo uno a caso, l’account del Popolo Viola critico e contrario alle proteste siciliane in quanto “forzanoviste”.
Dividi et Impera… e i più coglioni abboccano sempre..
questo il comunicato:
“Oggi (l’altroieri, ndr) per tutta la giornata una trentina di compagni/e dei centri sociali palermitani Anomalia e Laboratorio Arrigoni hanno partecipato e sostenuto il presidio del Movimento dei Forconi e degli autotrasportatori, svoltosi all’altezza di via Oreto – rotonda di via regione siciliana – imbocco dell’autostrada, dove i manifestanti circa centocinquanta, hanno più volte attuato dei blocchi stradali a singhiozzo mandando in tilt l’intero traffico in entrata e in uscita da Palermo.
La protesta popolare che si sta diffondendo in Sicilia come tutte le proteste di questo tipo sono complesse, di massa e contraddittorie, ma di sicuro parlano il linguaggio della lotta contro la globalizzazione, contro Equitalia e lo strozzinaggio legalizzato che sta mettendo in miseria larghe fasce della società siciliana, contro la casta politica di destra e di sinistra che sta mettendo in ginocchio i lavoratori e le loro famiglie, contro l’aumento dei prezzi della benzina. Soprattutto il movimento dei forconi quello che richiede lo vuole conquistare con la lotta. Blocchi stradali, fermo di tutti i tir che entrano ed escono dalla città, e momenti di propaganda contro i governi regionale e nazionale che incontrano a differenza di ciò che dicono i media ufficiali la gran simpatia della popolazione.
Serve un po’ di chiarezza su alcuni punti, secondo noi, determinanti.
Tante critiche sono state fatte ai soggetti promotori di queste manifestazioni.
Una di queste è che sarebbero gestiti e organizzati in maniera strumentale da alcuni personaggi vicini al partito di Lombardo (Mpa). Senza voler fare del becero moralismo o inviti alla comprensione pietistica rispondiamo col potere dei dati empirici e non della retorica: chi ascolta i soggetti protagonisti dei blocchi e delle manifestazioni a cui stiamo assistendo; chi legge i loro cartelli e volantini; chi incrocia i loro megafoni sa quanto peso abbia nei loro linguaggi la completa sfiducia verso tutta la classe politica (tutta!).
Se poi a parlare per loro sono stati anche quel politicante dell’Mpa o quell’altro di Forza sud non ci stupisce più di quando assistevamo alle becere vetrine costruite attorno a presunti portavoce di altri movimenti (gli studenti in primis) che altro non erano che la “cattura partitica” di lotte e vertenze. Eppure, anche in questi anni di lotte studentesche e universitarie, qualcuno si costruiva legittimità per provare successivamente a vendere i movimenti al partito di “sinistra” o al sindacato di “sinistra”. Questo ci ha mai impedito di stare dentro tali movimenti? Di provare a portare in essi i contenuti di una lotta antisistemica e autonoma? Quante volte dietro battaglie (in molti casi figlie dello stesso qualunquismo che ora si imputa ad altri) in difesa di “cultura e formazione” abbiamo dovuto convivere con le più fantasiose manovre elettoralistiche senza mai perdere di vista ciò che più ci interessa – soggetto, pratiche, linguaggi – ? Per fortuna abbiamo avuto ragione.
Una risposta veemente va data a chi agita lo spauracchio “fascista” a proposito delle lotte in questione. Il fatto che in alcuni contesti venga dato spazio a certe forze di estrema destra – crediamo sia “biologico”, nelle origini di questi movimenti, che venga ricercato supporto in chiunque lo conceda – non è forse più significativa la colpa di chi, non riconoscendo tutto quello cui abbiamo già accennato, rimanendo distante dalla materialità dei rapporti sociali, lascia spazio di agibilità a costoro che, ovviamente (e dove sta la novità?), cercano di agire questo spazio attraverso il loro sporco populismo? Non è forse il solito esercizio retorico di “sinistre da salotto” in attesa di movimenti messianici già pronti e confezionati e mai pronta a “sporcarsi le mani” in dinamiche che vanno irradiate di contenuti, non certo tenute a distanza…eppure tanti di questi “manifestanti” erano venuti a bussare alle porte dei nostri centri sociali e delle sedi della sinistra “radicale”: sono fascisti? Non crediamo!
Noi, militanti di centri sociali e di spazi occupati della città di Palermo, sosterremo la lotta di “forconi” e autotrasportatori perché frutto di una giusta battaglia e perché ricca di positive e “incompatibili” energie; per questo, come sempre, saremo al fianco di chi lotta contro la crisi e questo intollerabile sistema.”
di Studentato Autogestito Anomalia e Laboratorio Vittorio Arrigoni
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