E' un crimine. Quei soldi potevano benissimo rimanere all'estero. Sono tornati in italia solo perchè i paradisi fiscali sono divenuti instabili a causa della crisi.
Le banche italiane, tuttavia, ringraziano per le commesse realizzate.
Alla prima occasione questi capitali rivoleranno via così da farci diventare campioni del riciclaggio di denaro piuttosto che di rifiuti.
Non possiamo basare la nostra Repubblica sull'utilitarismo becero. Piuttosto si pensi a calare le tasse.
Propongo: tetto del 33% di imposizione totale. 11% al Comune (per quelli che desiderano aggregarsi formeranno Unioni dei Comuni con i soldi di cui dispongono - province abolite!), 11% Regione, 11% Stato (badate che si tratta cmq di una grossa somma visto che è l'11% di 8100 Comuni italiani. Sto parlando di imposizione fiscale diretta (vuol dire che non devono passare da Roma ma restano sul territorio)
Al momento, invece, siamo al 42% di imposizione totale di cui. Circa il 6% al Comune, 1% Provincia (che ha un peso di tipo elettorale e di controllo del territorio ma in termini di politiche ha un'autonomia pressocche nulla), 16% Regione (più o meno) con lo Stato che raccoglie il resto e poi lo distribuosce per finalità e scopi di "interesse nazionale". Il problema che questi fondi si perdono in mille rivoli, soprattutto quando devono arrivare al sud.
Nel caso della Sicilia, per esempio, la nostra autonomia si risolve in una gestione clientelare/assistenziale delle risorse drenate da un centro (nazionale ed europeo) che da il denaro in cambio del sostegno elettorale. Insomma un'autonomia economica (soggetta sempre a contrattazione con il centro, però) e una conseguente gestione clientelare del potere fondata sullo scambio elettorale: compravendita dei voti.
Credo che se sapessimo che le risorse rimangono sul territorio verremmo responsabilizzati nella loro gestione.
Il dibattito è molto ampio e mi scuso in anticipo per la sintesi eccessiva.
Tuttavia, per chiarezza, faccio presente che ogni mia considerazione trae spunto da una forma di stato "confederale" (modello svizzero). Un'organizzazione che farebbe proprio il motto dell'Unione Europea che verrà sancito dalla nascente costituzione: uniti nelle diversità.
L'attuale sistema di "dipendenza fiscale" non creerà mai sviluppo semmai "crescita" (l'arricchirsi di qualche territorio a scapito di altri). Disporre dell'autonomia necessaria per potersi "governare" adeguatamente vuol dire decidere, ad esempio, se investire sul petrolchimico piuttosto che sulle fonti di energia rinnovabili.

Ma questo non farebbe la gioia degli intermediatori. Anzi li farebbe incazzare da morire..
Per questo il federalismo fiscale che propongono sarà una "porcata" (cit. Claderoli quando parla delle sue leggi). Qualcuno l'ha definito "centralismo regionalista". Sono d'accordo.
saluti