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Video dell'Assemblea Costitutiva della Consulta Giovanile CGIL SIRACUSA
SC:
--- Citazione da: Tito - 17:35:55 pm, 15 Febbraio 2010 ---Un bando di concorso "scritto" in seno al sindacato, rivolto a potenziali dirigenti sindacali che richieda determinati requisiti richiesti dallo stesso sindacato.
Uno di questi è far parte del sindacato e condividerne scopi e finalità (meccanismo associativo)
--- Termina citazione ---
questi bandi di concorso "scritto" esistono già si chiamano congressi
e le referenze sono costituite dai voti
a.merenda:
il congresso è un confronto/scontro tra mozioni differenti.
Il mio ragionamento si riferisce ad un test a cui verrebbero sottoposti i "papabili dirigenti" per valutarne la preparazione.
Questo servirebbe per garantire un livello minimo di competenza "tecnica" diffusa tra tutti ed attutire la valenza della "capacità retorica".
Sui voti come referenze sarei d'accordo (quì la "capacità retorico-persuasiva" gioca un ruolo rilevante)
SC:
--- Citazione da: Tito - 19:18:00 pm, 24 Febbraio 2010 ---il congresso è un confronto/scontro tra mozioni differenti.
Il mio ragionamento si riferisce ad un test a cui verrebbero sottoposti i "papabili dirigenti" per valutarne la preparazione.
Questo servirebbe per garantire un livello minimo di competenza "tecnica" diffusa tra tutti ed attutire la valenza della "capacità retorica".
Sui voti come referenze sarei d'accordo (quì la "capacità retorico-persuasiva" gioca un ruolo rilevante)
--- Termina citazione ---
anche un concorso è uno scontro tra diversi candidati e si basa sempre su una valutazione soggettiva di una giuria
l'unica differenza è che nel caso del concorso la giuria è piccola quando si parla di congresso è grossa e chiama assemblea.
la tua proposta nella migliore delle ipotesi converte una giuria grande e in una giuria piccola e ci vuoi convincere che questo sia meglio di quello che già c'è ora.
e ancora non si capisce perchè quello che c'è ora dovrebbe essere così sbagliato
a.merenda:
non è affatto sbagliato...ma si può migliorare.
Per quanto mi riguarda (e l'ho fatto presente) bisognerebbe curare più la preparazione tecnica e meno quella retorica all'interno del sindacato.
L'esame/la prova dovrebbe servire come monitoraggio del livello di conoscenza di cui il papabile dirigente sindacale dispone. Una conoscenza non dl tipo "le cose non possono andare più avanti in questo modo per questo e questo" bensì "le cose non possono andare più avanti in questo modo perchè il sistema clientelare se in passato ha garantito buoni posti di lavoro adesso garantisce, quando va bene, un lavoro malpagato, lontano dagli affetti, e/o degradante dal punto di vista della dignità umana" (del tipo: siediti li e non pensare)
Bisogna che, quando si va al sindacato, vi sia la possibilità di conoscere quali opportunità esistono nel mondo del lavoro (in primis a livello locale) e quali sono le vie migliori per attuarle.
Aggiungere alla classica azione di difesa sindacale quella proattiva orientata al servizio nei confronti di chi sta fuori dal mondo del lavoro (chi non è mai entrato e/o chi viene buttato fuori).
Per far questo la struttura sindacale non deve necessariamente sostenere l'intero costo dell'operazione. Può sostenerla secondo una logica di "rete" lasciando reperire il resto degli introiti sul mercato.
Così facendo una struttura ha successo nel momento in cui riesce a fornire buone soluzioni.
Ad esempio: si potrebbe dare una buona consulenza sulle modalità attraverso le quali il mondo del "non profit" può divenire bacino di lavoro (terziario) di cui una parte viene "prestata" volontariamente ed una parte "remunerata".
Il connesso tema del fund rasing (reperimendo dei soddi) e del bilancio sociale. Le attività culturali orientata al welfare della terza età..etc...
Molti credono che il non profit sia il "luogo del dolce far nulla" e lo fanno senza conoscerne le potenzialità.
Si veda, ad esempio, l'orientamento che la Bocconi sta assumento circa l'impresa sociale.
Anche questo è un modo per emanciparsi dalla dipendenza intellettuale nei confronti del polo industriale ovvero cominciando a riflettere attorno alternative credibili e possibili.
C'è da fare, però, i conti con il rapporto tra sindacato italiano e cultura dello scambio di mercato. C'è ancora molta strada da fare.
Penso sia meglio cominciare a pensare di utilizzare maggiormente il "coordinamento europeo dei sindacati" (CES -http://www.etuc.org/) facendo leva sullo scambio delle buone pratiche e l'integrazione tra sistemi europei differenti (pur non rinnegando le nostre specificità culturali).
PS: a proposito del "servizio" di cui dicevo: http://www.etuc.org/r/804
a.merenda:
ma tu guarda un pò...quì aderisce l'intera triplice sindacale.. http://www.etuc.org/a/82
Chi l'avrebbe mai detto ???
E allora...fate la pace. Non vedete che questo modo di pensare ci sta affamando?
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