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Video da diretta conferenza sostenitori parco iblei e scontro con i contrari

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SC:
dottore  le ho già detto che se facciamo come i bellunesi che si fanno il parco in territorio demaniale mi sta bene, cosa c'è ora non le piace il parco in quel modo?


per quanto riguarda l'ultimo post la cui documentazione del 2002 è tratta
http://www.parcogargano.it/?12,8,49

le ricordo come è iniziato questo topic sulla base anche di un articolo di GIORNALE che riportava una notizia molto diversa (con tutti contenti e felici) a riguardo la  riunione  fortunatamente videofilmata.

non vorrei che sti articoli siano come quelli

cosa le posso rispondere beh l'articolo dell'espresso prima proposto non l'ha letto? che fa da da leggere a me e lei non legge quello che le propongono gli altri?

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Parco-nazionale-degli-sprechi/1997007&ref=hpsp

--- Citazione ---Un caso da manuale viene dal parco del Gargano, dove i dirigenti continuano a protestare per la carenza di fondi. Il parco pugliese ogni anno viene divorato dalle fiamme. Ci vorrebbe una sorveglianza più efficiente. Cosa si aspetta a realizzarla? "Non abbiamo soldi", sostiene il presidente Giandiego Gatta. Peccato però che Gatta le risorse le trovi per allietare i turisti: ha finanziato i concerti di Nicola Piovani e Renzo Arbore e lo spettacolo di Enrico Brignano, quest'ultimo a Manfredonia dove Gatta, esponente di An, ha il suo feudo elettorale e si è appena candidato a sindaco.
--- Termina citazione ---


l'articolo dell'espresso è del 2008

sicuramente il parco del gargano è un ottimo suggerimento contro le pratiche clientelari...

pinoguzzardi:
" Per potere operare correttamente i parchi devono dotarsi  di strumenti di programmazione come il piano, il regolamento e il progetto pluriennale di sviluppo economico", così come sostiene l'articolo del settimanale l'Espresso.

E questo è sicuramente lapalissiano con la conseguenza che non fa testo l'azione di un Ente Parco senza la prevista programmazione così come dispone la legge.

Io, invece,  parlo di un parco degli iblei governato da quei tre eccezionali strumenti programmatori, il primo dei quali  la legge prevede che si  predisponga entro sei mesi dalla istituzione del parco ed adottato dalla Regione entro i successivi quattro mesi, così come stesso tempi sono praticamente previsti per gli altri due.

Fino a quando questi strumenti programmatori non saranno predisposti ed adottati  la materia è regolamentate dalle " norme di salvaguardia" inserite nel Decreto di istituzione del parco e sulle quali le Comunità locali non si sono  espresse in quanto ancora non formalmente " sentite" e sul quale spero che le nostre Istituzioni Locali facciano la loro parte nell'interesse dei cittadini, altre alla Regione la cui funzione è paritaria rispetto al Ministero, stante che quel decreto dovrà essere emanato " d'intesa".

E dovranno essere norme di salvaguardia " leggere" che dovranno riflettere, sovrapponendola, la normativa in atto esistente in materia di tutela.   

Rispetto poi alla Sua domanda su un parco limitato al solo  territorio demaniale Le rispondo che certamente non mi piace: dove si applicheranno in quel caso le norme sulle " iniziative per la promozione sociale"?.

A favore di chi dovrà essere predisposto il piano pluriennale di sviluppo economico?




                                                                                                                                   pinoguzzardi

enrico tomasi:
Quindi dottor guzzardi, in sintesi, mi pare di capire che per i sostenitori del parco le iniziative a favore delle "promozioni sociali" passino unicamente attraverso  i finanziamenti dei piani pluriennali di sviluppo economico.
Eravamo partiti parlando di economia vera, non assistita, sbaglio?

luciano ferla:
Seppure  in ritardo voglio dare un mio ultimo contributo anche perché personalmente sono tentato di arrendermi e gettare la spugna.
Non voglio dire di avere cambiato idea. Tutt’altro. E’ solo che non ce la faccio a sostenere il ritmo delle risposte e contro risposte: purtroppo non ho molto tempo a disposizione. Pur reputando il forum un incredibile mezzo di comunicazione e conoscenza , questo rimane, per me, un mezzo virtuale e poco adatto al mio personale modello di scambio  delle opinioni che è, e rimane, quello “de visu”.

Invidio al dott. Guzzardi, e ad altri,  il tempo libero che hanno per mettersi a rovistare in mezzo alle pieghe di internet per scovare argomenti a sostegno delle loro tesi, e bisogna riconoscere, che mettono a disposizione quanto riescono  a trovare, per supportare ciò in cui credono: e questo va da sè che è un merito.
Purtroppo il lavoro di tutti è viziato da un problema di fondo: ci si  è apertamente schierati da una parte o dall’altra, e come un avvocato difensore, pur consapevole che l’imputato è colpevole, si espongono le proprie argomentazioni in modo da impressionare la corte a vantaggio esclusivo del proprio cliente. Ma del resto anche il pubblico ministero fa la stessa cosa: fa di tutto per far condannare l’imputato.
Ora, anche se qui, e mi si scusi la metafora, fortunatamente, non ci troviamo in un’aula di tribunale, ci ritroviamo due schieramenti opposti l’un contro l’altro armato e, forse, siamo caduti, tutti quanti, nel tranello psicologico che per difendere le nostre tesi, non ci importa più, o forse l’abbiamo dimenticato, di cosa stiamo parlando.
Io personalmente vorrei ricordarmelo di cosa stiamo parlando e l’argomento è il nostro territorio con il suo futuro, su cui pende, come una spada di Damocle, questo macigno chiamato parco. Non voglio tornare indietro a rovistare argomenti già trattati e ampiamente dibattuti. Voglio solo ribadire che il mio NO non è una presa di posizione ideologica o per partito preso, (anche perché spesso, io stesso, me la faccio la domanda: ma chi sa se il parco, alla fine, non sarebbe utile per il nostro territorio?) e la risposta sta sempre nella domanda stessa. Ma se fossimo così sicuri dei benefici che apporta il parco che bisogno ci sarebbe di discutere? Non sarebbe il caso di scendere in piazza e chiedere l’immediata istituzione e attuazione del parco stesso? E forse il dott. Guzzardi di botto dirà: facciamolo.
A questo punto credo che valga la pena anche per una maggiore consapevolezza, e persino come strumento di prevenzione contro i rischi oggettivi insiti nella realizzazione del parco, ampliare il raggio del confronto attraverso un qualche strumento in cui le opposte fazioni facciano sentire la loro voce.
Chi si oppone al parco è gente preoccupata. Preoccupata del cambiamento, delle incertezze legate alle zonizzazioni e al regolamento. Preoccupata della possibile perdita di consolidate pratiche economiche.  Preoccupata per la perdita di valore del proprio fondo o terreno. A poco valgono le rassicurazioni circa la bontà dei fini, le prospettive legate alle opportunità insite nel parco stesso. E non si tratta di preoccupazioni da ignoranti o da persone che si ostinano a volere pensare in maniera retrograda. Io, personalmente, e probabilmente sarà un limite, parto dal presupposto che se mi si propone una cosa che non ho chiesto la rifiuto, a maggior ragione se mi viene imposta e specialmente se non è del tutto chiaro lo sviluppo successivo all’accettazione.  E come me non ci sono solo agricoltori, ma ci sono artigiani, professionisti e cittadini che vedono nel parco qualcosa che non è perfettamente chiaro, dagli sviluppi imprevedibili in ogni caso lenti e lontani da venire, infine qualcosa che è stata imposta senza che nessuno ne abbia mai fatto richiesta. E mi sembra comprensibile per chiunque la riluttanza verso qualcosa che dovrà essere vissuta sulla propria pelle.
Perché veda dott. Guzzardi, un conto è fare da se stessi una qualunque cosa, sapendo cosa significa farla sotto tutti i punti di vista (economici, di impegno personale, dei rischi) un altro conto è dire a qualcuno di farla anche solo con dei semplici consigli. In questi giorni mi sono trovato in una azienda agricola che doveva fare il raccolto di quanto seminato l’autunno scorso e dove una certa partita di terreno era stata seminata con metodo biologico. L’agricoltore mi faceva vedere che non c’era quasi nulla da raccogliere: tutto il terreno invaso da piante infestanti che avevano rovinato quanto si sarebbe dovuto raccogliere, con l’ulteriore aggravio di dovere pulire adesso il terreno per prepararlo alla prossima annata. Ora, vero è, che tutte quelle porcherie che si buttano nel terreno fanno male alla salute di tutti (uomo e natura) ma è pur vero che se quell’agricoltore deve trarre qualche frutto dalla sua terra, biologicamente, raccoglie ben poco e a nulla potranno servire  le allettanti prospettive di vendere il prodotto in maniera più conveniente: i costi sono esagerati e la riuscita dell’impresa incerta (come in questo caso dove alla fine si sono solo buttati soldi).
Noto pure che gli appassionati del parco è tutta gente idealista che vive il territorio in maniera domenicale, per passatempo, da innamorati del territorio (e questa non è una pecca, anzi). Ma noto pure che gran parte di quelli che si oppongono, o che sono titubanti  è gente che vive nel territorio, da esso trae sostentamento e fa economia, insomma è gente sposata con il territorio. Tanto per essere più espliciti:  ma si vuole mettere sullo stesso livello l’ansia di un agricoltore di fronte a questi problemi con l’entusiasmo di chi il parco lo vuole?
Ecco perché l’argomento del parco è viziato alla base: perchè si pretende, che altri dovrebbero fare cose che chi li propone solitamente non fa. In tutte le discussioni, riunioni, conferenze, dibattiti cui ho partecipato, non ho mai visto agricoltori, o gente che vive anche indirettamente dell’economia del territorio,  schierati per il sì al parco, al massimo ho visto gente titubante e alquanto dubbiosa. Come mai? Incapacità di vedere oltre certi orizzonti? Semplice ignoranza? Non credo.   

pinoguzzardi:
Ma le azioni di un " piano pluriennale di sviluppo" Lei, sign. Tomasi, ritiene che trattasi di economia assistita e non invece di " iniziative per la promozione economica e sociale"?

Ed è sicuramente economia " reale" la realizzazione di " attrezzature, impianti di depurazione e per il risparmio energetico, servizi ed impianti di carattere naturalistico-naturalistico da gestire in proprio o da concedere in gestione a terzi, l'agevolazione o la promozione, anche in forma cooperativa, di attività tradizioni artigianali, agro-silvo-pastorali, il restauro di beni immobili oltre che ambientale, così come ogni altra niziativa atta a favorire lo sviluppo del turismo e delle attività connesse".

Sono, infatti, tutte attività che producono reddito reale grazie al turismo, all'attività artigianale ed agricola.

Sui finanziamenti statali e regionali, oltre che europei, al territorio di un parco nazionale è " attribuita priorità nella concessione dei relativi finanziamenti" finalizzati alla realizzazione di quelle attività.

A titolo esemplificativo:

Il Piano Strategico Nazionale per lo sviluppo rurale, elaborato dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, ha l'obiettivo di " sostenere la competività del settore, valorizzare l'ambiente, migliorare la qualità della vita delle zone rurali ed allargare le potenziali fonti di reddito delle relative aziende".         

E su tutto il territorio nazionale sono disponibili, fino al 2013, ben 17,6 miliardi di reddito cofinanziati dalla Unione Europea.

E su queste somme è sicuramente meglio averne " priorità".

L'obiettivo del citato Piano, a livello nazionale, è " allargare la base produttiva agricola dei prodotti di qualità, che hanno quel forte legame con il territorio di produzione che è una delle caratteristiche più apprezzate del  Made in Italy agroalimentare, per raggiungere la massa critica necessaria ad affrontare con adeguate politiche di marketing i mercati, con importanti ricadute sui prezzi e quindi sui redditi degli agricoltori".

E gli interventi programmati nel Piano, tra l'altro,  " puntano ad incentivare  gli agricoltori per una produzione di prodotti di qualità certificati e, nell'ambito, per i prodotti biologici, incentivi per i progetti integrati di filiera, dalla produzione biologica sia vegetale che dell'allevamento  realizzando, riconvertendo e potenziando gli impianti produttivi e di commercializzazione".   

Nell'ambito delle somme disponibili in quel Piano Strategico Nazionale è sempre meglio, ripeto, averne prelazione così come previsto 6 dicembre 1991, n. 394 che ha, quali finalità, sia la " conservazione" del patrimonio naturalistico che la correlata " promozione" economica per le popolazione dei relativi territori nell'ambito di uno " sviluppo sostenibile" .   


                                                                                                                                       pinoguzzardi 

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