Comuni Zona Montana Iblea > Sortino

ABOLIZIONE PROVINCE

<< < (4/5) > >>

carmelo spataro:
il motivo è semplice. L'abolizione delle province non è mai stata nel programma elettorale. Anzi il contrario ! il Presidente ha sempre parlato di " rivalutare" il ruolo delle province tanto che le elezioni , con proprio decreto, erano state anticipate ad Aprile ! In merito alla difesa di ufficio ! dico che oltre ad essere sempre stato un profondo sostenitore della riforma e non della abolizione ora non posso cambiare opinione semplicemente perchè Crocetta ha cambiato opinione ! Se fossi stato uno che pensava di potere , in ogni caso, lucrare sulla mia futura posizione, Le garantisco che avrei dovuto adeguarmi. Questo non l'ho fatto e riterrei addirittura strano che trovare un mio tornaconto o interesse ! considerato però che il mondo gira al conrario mi aspetto anche questo. Ho deciso semplicemente di rispondere alla mia coscienza !

SC:
dottor spataro non si può trincerare dietro al "non era in programma" , era tema nazionale e io gli specificatamente le avevo chiesto di illustrarci la posizione di crocetta dato i vostri rapporti
 
non si deve seccare  ma è vero che lei è sempre stato contrario all'abolizione delle province ma se si parla rivoluzione crocetta, lei sembra  volere un cambiamento gattopardiano

le ricordo le sue parole lei disse " sinceramente non abbiamo parlato ne è stato sollecitato da alcuno su questo tema" :



--- Citazione da: carmelo spataro - 15:37:05 pm, 04 Agosto  2012 ---Questione delle province : sinceramente non ne abbiamo parlato nè è stato sollecitato da alcuno su questo tema. Posso dirti come la penso io. Innanzitutto questo sarà un tema che dovrà affrontare il prossimo parlamento regionale. Infatti il provvedimento nazionale dovrà essere recepito dalla regione siciliana o modificato in quanto a regione a statuto speciale. Infatti la legge di riordino per esempio esclude le province di Trento e Bolzano. Io penso che la questione del risparmio della spesa pubblica sulla abolizione o riduzione delle province sia un grande messagio mediatico dato in pasto all'opinione pubblica che non sposta di una sola virgola la questione nelle suo origini fondative. Diversi studi indipendenti condotti dalla Bocconi e dalla Luiss hanno dimostrato che non si risparmierà un solo centesimo. Purtuttavia ritengo utile ridurre il numero delle province così come si dovrebbero ridurre il numero dei comuni ( ma nessuno ne parla ). I parametri stabiliti dalla legge nazionale dicono che potranno rimanere le province che avrano almeno 350 mila abitanti e 2500 chilometri quadrati. S e questo dovesse essere recepito dalla sicilia rimarrebbero solo Palermo, Messina, Catania ed Agrigento. Ragusa, enna e caltanissetta non avrebbero nessuno dei due requisiti. Siracusa avrebbe il requisito della popolazione ma non quello della estensione ( poco più di 2000 chilometri quadrati) Mentre Trapani non raggiungirebbe il criterio della estensione per pochissimo ( se non sbaglio 2459 chilometri quadrati ) Questa la questione. L'argomento sarebbe molto lungo e meritevole di approfondimento ma non voglio scrivere un trattato. Sono comunque sempre a disposizione di chi come Adele vuole un confronto serio e leale.

--- Termina citazione ---

perchè non sollecitò lei la domanda pubblica sulle provincie a crocetta? ora avrebbe + diritto di dire che crocetta ha cambiato idea, invece anche nel post c'era una prospettiva di rinvio della riforna

non l'ha sollecitato lei ed ecco che ci hanno pensato i grillini a sollecitarlo dalla sua difesa appare chiaro che manco chi sosteneva  crocetta capiva la sua idea di "rivoluzione"

cmq ripeto continuo a non capire la sua difesa delle provincie che non è nel merito ma solo di "posizioni politiche" ma perchè dovrebbero rimanere  che vantaggio offrono etc etc

dottor spataro glielo ho detto altre volte dovete cominciare a parlare con le persone spiegando le vostre posizioni usando questi nuovi mezzi come ha dimostrato di fare in qualche modo grillo (e lo dico da non grillino il successo di grillo è dovuta all'assolutà sordita della politica tradizionale rispetto al paese)

carmelo spataro:
Come vede sono sempre stato coerente con le cose che dicevo prima, esprimendo le mie opinioni in tutte le occasioni ( stampa, televisione, ed ogni mezzo di comunicazione ) ed anche nel corso di una partecipatissima conferenza stampa all'ARS. Successivamente alla data del post ed addirittura 10 giorni prima del suo annuncio, in una trasmissione televisiva, l'opinione del Presidente sulle Province era diversa. E poi, mi scusi, se le mie opinioni fossero state di mera posizione politica avrei dovuto adeguarmi alle posizioni del PD  e del Presidente. Le motivazioni sono coerenti con "le mie idee politiche" e con le ragioni molte delle quali sono contenute nel post precedente che contiene le considerazioni del Presidente dell'URPS e dell'UPI. Spero di essere stato chiaro con la speranza che questo dibattito non si trasformi in una piacevole discussione a due.

a.merenda:
pare che l'abolizione delle province scompagini assetti ed equilibri politici consolidati nel tempo

sentivo, ad esempio, a proposito dell' "unione" fra Caltagirone, Gela e Piazza Armerina....
Il blocco declasserebbe sia Enna che Caltanissetta, ad esempio


Ora, dando per assodato il timore di alcuni politici che vedono cadere tanti punti di riferimento su cui hanno basato la loro attività, direi che il nodo si può sciogliere solo su due dati:
1) miglioramento da un punto di vista organizzativo
2) risparmio in denari

in entrambi i casi si tratta di riduzione dei costi


Ed il punto sta proprio quà: non è tanto dare ragione ad una o l'altra delle fazioni pro e contro province, bensì individuare un'idea di Italia (e Sicilia) futura...


La mia: l'Italia dei Comuni - con relativa applicazione del principio dell'autonomia finanziaria sancito dal Titolo V Cost, art. 119.

Si badi bene: quest'articolo non è ancora stato applicato visto  il blocco del federalismo fiscale (sulla quale riforma avrei da ridire poichè in luogo della regione come cardine della trasformazione dovrebbe esserci il Comune.)
Dunque un'autonomia (dal basso) che contempli una forte responsabilità sia degli amministratori locali che sbagliano sia in termini di tetto massimo alla perequazione da parte dello stato centrale.



Tutti argomenti, questi che dovrebbero affrontarsi mettendo mano alla riforma delle istituzioni. Una sorta di costituente post II guerra mondiale.

Solo che la guerra non è ancora finita, temo


A tal proposito occhio a Massimo Fini di qualche tempo fa che parla con Grillo: http://www.beppegrillo.it/2011/05/la_democrazia_s_1.html

La cosa che mi fa più rabbia è che quando si parla di questi temi le c.d. eminenze grigie della fu sinistra derubricano il tutto come "fare filosofia" (nell'accezione negativa, ovviamente).

E quindi andiamo avanti così. Complimenti
mentre anche i muri stanno capendo quel che dice il buon Ascanio: http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03/22/ascanio-celestini-siamo-contro-a-prescindere-nessuno-ci-rappresenta/538430/

a.merenda:
quindi dopo il feudalesimo finanziario di cui sopra una nuova Italia dei Comuni, quindi il Risorgimento

http://bur.rcslibri.corriere.it/libro/4402_italia_dei_comuni_montanelli_gervaso.html

questa volta all'interno di una cornice europea, però

dunque fine dello stato nazione ed inizio della discussione sull'applicazione concreta della governance globale

ps: non credo nella visione fantasiosa di Casaleggio (vedasi filamato su "Gaia" quale sua visione del futuro) bensì al cosmopolitismo kantiano

(specifico per evitare appunti fuoriluogo)

Navigazione

[0] Indice dei post

[#] Pagina successiva

[*] Pagina precedente

Sitemap 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 
Vai alla versione completa