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Video da diretta conferenza sostenitori parco iblei e scontro con i contrari
SC:
Dott. Cascone smorzare i toni non significa darle ragione, e le faccio notare che non mi è sembrato che lei fin'ora l'abbia fatto, nonostante anche un uomo intellettualmente onesto come il dr. Guzzardi (e distantissimo dalle mie posizioni) gliela abbia fatto notare pure lui
se permette "grande principio di identità" non significa nulla , non è una risposta
lei evidentemente si chiede come mai le faccio una domande personali visto che parliamo del parco
ma Dott. Cascone lei mi insegna che quelle di cui ha parlato si chiamano in italiano EMOZIONI e le emozioni sono fondamentalmente personali dunque
se lei usa le SUE EMOZIONI PERSONALI come argomento per il parco, deve essere capace di accettarne le domande sulla ragione.
Le porta fastidio la parola ipocrita? come definisce l'atteggiamento di chi parla di una cosa ma ne fa un altra?lo trova forse coerente? mi dia lei un termine.
io odiavo quella vita e infatti l'ho cambiata
e onestamente non penso che i cambiamenti siano provocati dall'amore per di quello che si lascia
tornando al parco, alla luce del'INCHIESTA dell'ESPRESSO perchè il Parco degli Iblei dovrebbe funzionare meglio degli altri? qual'è il quid che dovrebbe renderlo + efficiente e funzionale? forse il tradizionale e siciliano rispetto delle regole?
P.S.: mi scuserà se dopo quattro anni di esperienza di gestione di forum non prenderò in considerazione la sua ragguardevole opinione a riguardo, sono certo che lei conoscerà e parteciperà a tantissimi forum di successo su internet che si attengono ai suoi "consigli" , ma noi qui, con le nostre 300 visite giornaliere ,ci limitiamo ad educare le coscienze alla ricerca della verità, non a crearle.
enrico tomasi:
complimenti per il video vincenzo, ma per evitare che qualcuno scambiasse il tuo abile montaggio sulla "confusione" dei politici "contro" per
"pura propaganda", inserisco la definizione di wikipedia riguardo alle tecniche della stessa:
Tecniche di produzione della propaganda:
Numerose tecniche vengono usate per creare messaggi falsi ma persuasivi. In molte di queste tecniche si possono trovare anche falle logiche, in quanto i propagandisti usano argomenti che, anche se a volte convincenti, non sono necessariamente validi.
Del tempo è stato speso per analizzare i mezzi con cui vengono trasmessi i messaggi propagandistici, e questo lavoro è importante, ma è chiaro che le strategie di disseminazione dell'informazione diventano strategie di diffusione della propaganda solo quando sono accoppiate a
messaggi propagandistici. Identificare questi messaggi è un prerequisito necessario per studiare i metodi con cui questi vengono diffusi. Ecco perché è essenziale avere qualche conoscenza delle seguenti tecniche di produzione della propaganda:
Ricorso alla paura: Il ricorso alla paura cerca di costruire il supporto instillando paura nella popolazione. Per esempio Joseph Goebbels sfruttò la frase «I tedeschi devono morire!», di Theodore Kaufman, per sostenere che gli alleati cercavano la distruzione del popolo tedesco.
Ricorso all'autorità: Il ricorso all'autorità cita prominenti figure per supportare una posizione, idea, argomento o corso d'azione.
Effetto gregge: L'effetto gregge o l'appello alla "vittoria inevitabile" cercano di persuadere il pubblico a prendere una certa strada perché "tutti gli altri lo stanno facendo", "unisciti alla massa". Questa tecnica rafforza il naturale desiderio della gente di essere dalla parte dei vincitori. Viene usata per convincere il pubblico che un programma è espressione di un irresistibile movimento di massa e che è nel loro interesse unirsi. La "vittoria inevitabile" invita quelli non ancora nel gregge ad unirsi a quelli che sono già sulla strada di una vittoria certa. Coloro che sono già (o lo sono parzialmente) nel gregge sono rassicurati che restarci è la cosa migliore da farsi.
Ottenere disapprovazione: Questa tecnica viene usata per portare il pubblico a disapprovare un'azione o un'idea suggerendo che questa sia popolare in gruppi odiati, temuti o tenuti in scarsa considerazione dal pubblico di riferimento. Quindi, se un gruppo che sostiene una certa politica viene indotto a pensare che anche persone indesiderabili o sovversive lo appoggiano, i membri di tale gruppo possono decidere di cambiare la loro posizione.
Banalità scintillanti: Le "banalità scintillanti" sono parole con un'intensa carica emotiva, così strettamente associate a concetti o credenze di alto valore, che portano convinzione senza supportare informazione o ragionamento. Esse richiamano emozioni come l'amore per la patria, la casa, il desiderio di pace, la libertà, la gloria, l'onore, ecc. Chiedono approvazione senza esaminare la ragione. Anche se le parole o le frasi sono vaghe e suggeriscono cose differenti a persone differenti, la loro connotazione è sempre favorevole: "I concetti e i programmi dei propagandisti sono sempre, buoni, auspicabili e virtuosi".
Razionalizzazione: Individui o gruppi possono usare generalizzazioni favorevoli per razionalizzare atti o credenze. Frasi vaghe e piacevoli sono spesso usate per giustificare tali atti o credenze.
Vaghezza intenzionale: le generalizzazioni sono sempre vaghe, in modo che il pubblico possa fornire la propria interpretazione. L'intenzione è quella di muovere il pubblico tramite l'uso di frasi indefinite, senza analizzare la loro validità o tentare di determinare la loro ragionevolezza o applicabilità.
Transfer: Questa è una tecnica di proiezione di qualità positive o negative (lodare o condannare) di una persona, entità oggetto o valore (un individuo, gruppo, organizzazione, nazione, il patriottismo, ecc.) ad un altro soggetto per rendere quest'ultimo più accettabile o per screditarlo. Questa tecnica viene generalmente usata per trasferire il biasimo da un attore del conflitto all'altro. Evoca una risposta emozionale che stimola il pubblico ad identificarsi con l'autorità riconosciuta.
Ipersemplificazione: generalizzazioni favorevoli sono utilizzate per fornire risposte semplici a problemi sociali complessi, politici, economici o militari.
Uomo comune: L'approccio dell'"uomo comune" tenta di convincere il pubblico che le posizioni del propagandista riflettano il senso comune della gente. Viene designato per vincere la confidenza del pubblico comunicando nel suo stesso stile. I propagandisti usano un linguaggio e un modo di fare ordinari (e anche gli abiti nelle comunicazioni faccia a faccia o audiovisive) nel tentativo di identificare il loro punto di vista con quello della persona media.
La Testimonianza: Le testimonianze sono citazioni, dentro o fuori contesto, dette specificamente per supportare o rigettare una data politica, azione, programma o personalità. reputazione e il ruolo (esperto, figura pubblica rispettata, ecc.) dell'individuo che rilascia la dichiarazione vengono sfruttati. La testimonianza pone la sanzione ufficiale di una persona rispettata o di un'autorità sul messaggio propagandistico. Questo viene fatto in un tentativo di far sì che il pubblico si identifichi con l'autorità o che accetti le opinioni e le convinzioni dell'autorità come se fossero sue.
Stereotipizzazione o Etichettatura: Questa tecnica tenta di far sorgere pregiudizi nel pubblico etichettando l'oggetto della campagna propagandistica come qualcosa che la gente teme, odia, evita o trova indesiderabile.
Individuare il Capro espiatorio: Colpevolizzare un individuo o un gruppo che non è realmente responsabile, alleviando quindi i sentimenti di colpa delle parti responsabili o distraendo l'attenzione dal bisogno di risolvere il problema per il quale la colpa è stata assegnata.
Parole virtuose: Sono parole appartenenti al sistema di valori del pubblico, che tendono a produrre un'immagine positiva quando riferite ad una persona o ad un soggetto. Pace, felicità, sicurezza, guida saggia, libertà, ecc., sono parole virtuose.
Slogan: Uno slogan è una breve frase ad effetto che può includere la stereotipizzazione o l'etichettatura.
buon parco a tutti!
e.t.
pinoguzzardi:
Egregio ing. Luciano Ferla,
sottoscrivo anch'io la frase dell'Avv. Nuccio Nigro seppure riportandola nella sua interezza:
" Si può dire sì a qualcosa che si conosce, negli effetti e nelle conseguenze ed anche a qualcosa che non è conosciuta, ad una idea ad un progetto , purchè vi sia partecipazione e confronto"
E stiamo tutti constatando come, con il dialogo, con l'approfondimento conoscitivo della relativa normativa, con il superamento di incomprensioni interpretative (... sono vietate introduzioni, fuori dai recinti, di flora e fauna non autoctona) le posizioni si siano ravvicinate, fino al punto che il " Comitato", partito in quarta con un primo manifesto errato nei presupposti, seppure ponendosi ancora delle domande, nel secondo afferma " che il parco può essere una scelta opportuna, stante le nobili e degne finalità......" .
Personalmemente, da uomo motivato come Lei, ho iniziato questo dialogo sul tema esprimendomi in tale guisa, su un forum parallelo a questo in data 30 Aprile , in ordine alla tutela dei diritti e degli interessi legittimi dei cittadini:
" Il fulcro del problema, pertanto, sta proprio nel modo come sarà formulato il predetto piano e sono da comprendere le preoccupazioni dei cittadini.
Quando la norma programmatoria prevede che nella cosiddetta zona B ( riserva generale orientata) è vietato costruire nuove opere edilizie o ampliare l’esistente è corretto preoccuparsi.
Allo stato, in zona cosiddetta agricola, è possibile costruire seppure con una cubatura limitata rispetto alla estensione del terreno, anche se la zona è vincolata paesaggisticamente o soggetta a vincolo idrogeologico, come quasi tutto il territorio buscemese, e per edificare necessita solamente l’autorizzazione della Soprintendenza e dell’Ente forestale che esamina preventivamente il progetto presentato al Comune.
E ciò vale anche per quelle costruzioni di supporto all’attività agro-pastorale.
In caso invece di futura individuazione del medesimo del territorio quale zona B, il singolo cittadino ma anche le aziende agro-pastorali ne avrebbero sicuramente un danno.
E questo sarebbe sicuramente inaccettabile.
Fermo restando che tutti capiamo il concetto di riserva integrale ( zona A) che dovrebbe essere quella gestita dall’Ente forestale ( Monte Contessa e dintorni) è difficile invece capire quale sarà il territorio che sarà individuato quale zona B ( riserva orientata), gravata da quegli onerosi vincoli.
Ma la formulazione di un corretto ” piano del parco” che dovrà decidere anche su questa questione dipende esclusivamente di rappresentati locali della popolazione, Sindaci e Presidenti di Provincia e non da soggetti estranei al territorio, ed i primi dovranno avere la capacità di ben operare nell’interesse esclusivo dei cittadini
E dovrà essere questo lo sforzo dei nostri amministratori, proprio nella individuazione di una limitata area di territorio da interessare quale zona B, incidendo su quel “piano del parco” e sulla sua zonizzazione , stante che i Sindaci dei Comuni, i Presidenti delle Provincia ed il Presidente della Regione, e nessun altro, faranno parte della Comunità del parco, organo che dovrà rendere relativo parere obbligatorio su quello strumento programmatorio che sulla zonizzazione deve decidere.
Ed è qui che si misurerà il valore ” politico” dei nostri Sindaci".
Ma questo è un problema che sarà affrontato successivamente, in sede di " zonizzazione" di esclusiva competenza dell'Ente Parco al momento della formulazione del Piano, su parere della Comunità di Parco, mentre ora siamo alla prese di un DPR che dovrà definire i limiti territoriali e, se del caso, le norme di salvaguardia.
A titolo esemplificativo il DPR che isituì il Parco del Gargano, nell'ambito delle norme di salvaguardia, ha previsto due zone:
La n. 1 : riserva integrale;
La n. 2: riserva orientata ove è possibile edificare nuove costruzioni su autorizzazione dell'ente Parco così come succede ora per le zone SIC, ZTL e per quelle molto più vaste con vincoli paesaggistici ed idreologici.
Con la conseguenza che, se la Regione Siciliana, proporrà al Ministero un copia-incolla" garganico" nessun vincolo aggiuntivo sarà istituito nel nostro territorio.
E ciò in sintonia con la proposta del Comitato promotore che vuole la individuazione, in atto, di sole due zone: la n. 1 e la numero 2 , individuandole nel demanio forestale nelle zone SIC e ZTL, " sensa vincoli aggiuntivi alcuno rispetto a quelli già esistenti" e ferma restando l'attuale normativa.
pinoguzzardi
SC:
Dott. Guzzardi riporto alcune parole che lei stesso a ha portato in un precedente intervento.
--- Citazione ---L'errore nei presupposti sta nel fatto che qualcuno ha considerato tutto il territorio del parco gravato dai vincoli contenuti nelle limitate zone da individuare quali zone A e B, sottacendo l'esistenza delle zone C e D che mi permetto di ricordare citando la legge:
-aree di protezione( C) nelle quali, in armonia con le finalità istitutive ed in conformità ai criteri generali fissati dall'Ente parco, possono continuare, secondo gli usi tradizionali ovvero secondo metodi di agricoltura biologica, le attività agro-silvo-pastorali nonché di pesca e raccolta di prodotti naturali, ed è incoraggiata anche la produzione artigianale di qualità. Sono ammessi gli interventi autorizzati ai sensi delle lettere a), b) e c) del primo comma dell'articolo 31 della citata legge n.457 del 1978, salvo l'osservanza delle norme di piano sulle destinazioni d'uso;
--- Termina citazione ---
fin dall'inizio dr. guzzardi ho detto che personalmente ritenevo dannose + le aree C, perchè se A e le B possiamo ammettere che siano confinate in aree già vincolate, le zone C sono limiti e vincoli per altre aree che questi vincoli non hanno.
altrimenti mi spieghi che significa possono continuare secondo gli usi tradizionali ovvero secondo metodi di agricoltura biologica
cosa significa tradizionale e biologico?
io all'ing. Turibio e al suo vice del comitato pro parco, ho chiesto se si potessero fare delle serre nel nostro territorio, la risposta è stata NO a causa di queste parole succitate.
fin'ora il biologico era una scelta ora diventerà un obbligo, persone come me dunque hanno un motivo in + per stare lontane dalla campagna atteso che non si possono fare investimenti tecnologici perchè la si vuole "tradizionale"
qui non è il problema dei soli vincoli edilizi, ma anche dei vincoli di carattere economico che fin'ora non ci sono stati, chi decide se il tradizionale e perchè?
e soprattutto perchè mi dovete obbligare a pensare in maniera tradizionale sia pure nella conduzione di un'azienda agricola?
forse lei non avrebbe problemi per un allevamento di struzzi recintato ma Ducoli ha detto anche se in forma dubitativa "che avrebbe qualche problema".
ma qui il problema non sono gli struzzi ma la possibilità di innovazione tecnologica o di prodotto che con quella frase chiude.
l'italia è il primo produttore di kiwi che è un frutto non italiano
20 anni fa forse lei non immaginava che avrebbe potuto parlare a migliaia di persone con un computer da casa sua, eppure pure ora è possibile.
noi ,compreso io , non sappiamo che cosa porterà lo sviluppo tecnologico tra vent'anni per l'agricoltura per l'allevamento, o per il territorio legarci a metodi tradizionali significa autocastrarci in partenza.
pinoguzzardi:
Gentile salvo caligiore,
non ho riscontrato in alcun piano del parco consultato un obbligo tassativo di coltivazione con il metodo biologico, intendendo per tale la concimazione con stallatico ed escludendo l'utilizzo di prodotti di sintesi (salvo quelli specificatamente ammessi dal regolamento comunitario) ed organismi geneticamente modificati
Il biologico può essere una risorsa, seppura in forma facoltativa e previa incentivazione agli agricoltori, stante che i consumatori non fanno altro che richiedere questi prodotti.
Mia moglie, quando mi incarica di fare la spesa al supermercato, con riferimento alle uova da acquistare, mi ricorda, sull'uscio,: "mi raccomando che nelle uova ci sia scritto " metodo biologico", anche se costano di più".
Le riporto un articolo tratto da " Bioeccellenze", le filiere virtuose nei parchi nazionali:
"Le aziende agricole inserite all'interno dei parchi sono particolarmente vocate per l'agricoltura biologica ed ecosostenibile, giacchè non sono soggette ad inquinamento proveniente da fonti esterne e possono contare, tra l'altro, su habitat naturali che sono rifugio di uccelli e insetti predatori, fondamentali nella difesa delle piante.
Spesso all'interno delle aree protette esistono esperienze importanti di agricoltura biologica che, di fatto, danno un contributo concreto ed rilevante dal punto di vista della tutela e valorizzazione del territorio e della biodiversità, ma non sempre questo contributo è correttamente riconosciuto e valorizzato.
L'obiettivo generale del progetto "Bioeccellenze nei Parchi Nazionali Italiani" è di promuovere l'agricoltura biologica nelle aree protette, e qualificare la produzione di beni agro-alimentari utilizzando metodi compatibili con le esigenze delle Aree Naturali Protette di contribuire alla conservazione della biodiversità attraverso la commercializzazione e il consumo dei prodotti biologici locali.
In sintesi il progetto intende rilevare lo stato di fatto dell'agricoltura biologica nei parchi nazionali italiani, la presenza di filire biologiche virtuose (definite "Bioeccellenze") e di fornire delle linee guida, destinate agli Enti Parco, per promuovere lo sviluppo dell'agricoltura biologica nei propri territori."
E come vede il termine utilizzato è " promuovere", non già " obbligare".
Rispetto alle " serre", con buona pace dell'Ing. Turibio, non esiste una normativa che ne impedisce la installazione mei parchi.
Anche gli ingegneri si sbagliano, così come tutti noi.
pinoguzzardi
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