Comuni Zona Montana Iblea > Palazzolo Acreide
Video da diretta conferenza sostenitori parco iblei e scontro con i contrari
SC:
--- Citazione da: pinoguzzardi - 15:32:56 pm, 16 Giugno 2010 ---L'errore nei presupposti sta nel fatto che qualcuno ha considerato tutto il territorio del parco gravato dai vincoli contenuti nelle limitate zone da individuare quali zone A e B, sottacendo l'esistenza delle zone C e D che mi permetto di ricordare citando la legge:
-aree di protezione( C) nelle quali, in armonia con le finalità istitutive ed in conformità ai criteri generali fissati dall'Ente parco, possono continuare, secondo gli usi tradizionali ovvero secondo metodi di agricoltura biologica, le attività agro-silvo-pastorali nonché di pesca e raccolta di prodotti naturali, ed è incoraggiata anche la produzione artigianale di qualità. Sono ammessi gli interventi autorizzati ai sensi delle lettere a), b) e c) del primo comma dell'articolo 31 della citata legge n.457 del 1978, salvo l'osservanza delle norme di piano sulle destinazioni d'uso; i
pinoguzzardi
--- Termina citazione ---
dottor guzzardi guardi che io citato lei , che asserisce di aver citato la legge
e non c'è scritto promuovere c'è scritto:
possono continuare, secondo gli usi tradizionali ovvero secondo metodi di agricoltura biologica
e questo mi insegna è un obbligo
P.S. se a dirigere il parco viene messo uno che la pensa come l'ing. Turibio che facciamo?
pinoguzzardi:
Egregio sign. caligiore,
una norma programmatoria è, di norma, una norma astratta, che deve essere poi applicata nel caso concreto e se non fosse così, nella fattispecie in riferimento, non si capirebbe il sottostante protocollo d'intesa:
P R O T O C O L L O D’ I N T E S A
tra
Ministero delle Politiche Agricole e Forestali
e la
Federazione Italiana dei Parchi e delle Riserve Naturali
per
“LA TUTELA, LA VALORIZZAZIONE E LO SVILUPPO DELLE ATTIVITA’
AGRICOLE SOSTENIBILI NELLE AREE PROTETTE”
Premesso:
- che il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e la Federazione Italiana dei Parchi concordano
nel ritenere l’agricoltura, oltre che fattore essenziale dello sviluppo economico del Paese, elemento
di primaria importanza - se condotto in forme sostenibili - per la tutela ambientale, la conservazione
delle risorse naturali ed il mantenimento della ricchissima biodiversità italiana;
- che in tanti territori italiani, che sono oggi Parchi Nazionali, l’agricoltura ha contribuito in modo determinante a
modellare il territorio, conferendogli eccezionali qualità estetiche e culturali; ha consentito di
preservare la presenza dell’uomo e delle sue attività e produzioni tipiche, costituenti una ricchezza
nazionale ed una grande opportunità, anche occupazionale, per il futuro;
- che i Parchi sono luoghi d’eccellenza nei quali, oltre che vietare come i rispettivi regolamenti
degli Enti hanno iniziato a fare - l’introduzione di coltivazioni di specie vegetali geneticamente
modificate, occorre sperimentare e comunque sostenere interventi agro-ambientali che consentano
di salvaguardare, insieme alla coerenza con gli obiettivi generali di gestione ambientale delle aree
protette, il reddito delle aziende agricole e la possibilità del loro ammodernamento, la
qualità dei prodotti e con particolare riguardo per le aree svantaggiate e di montagna – il tessuto
sociale delle comunità insediate;
- che l’Italia è, per le ragioni sopra esposte, fortemente interessata allo sviluppo, da parte dell’Unione
Europea – dalla quale dipende grande parte della politica agricola – delle misure, già in parte
adottate, rivolte alla promozione di una nuova attività agricola, multifunzionale, ambientalmente
sostenibile e di qualità, specie nelle aree protette;
- che il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali ha avviato programmi che hanno lo scopo di
favorire l’estendersi di coltivazioni biologiche, o comunque rispettose dell’ambiente, di qualità, in
linea con le tradizioni tipiche delle diverse zone geografiche del Paese;
- che la Federazione Italiana dei Parchi ha sviluppato iniziative per la diffusione di una moderna
concezione dell’agricoltura, di coordinamento tra le aree protette in cui l’agricoltura costituisce
elemento fondamentale, di informazione sulle esperienze d’eccellenza condotte, di promozione e
sostegno delle attività agricole tipiche, di collegamento con le Associazioni del mondo agricolo;
il
MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE E FORESTALI
e la
FEDERAZIONE ITALIANA DEI PARCHI E DELLE RISERVE NATURALI
si impegnano
a collaborare nella ideazione, elaborazione e realizzazione di programmi e attività volte
- nei Parchi e nelle altre aree protette - della promozione e del sostegno
dell’agricoltura biologica e in generale di pratiche agricole ambientalmente corrette, che
costituiscano espressione della tradizione e della cultura delle comunità locali, elemento di tipicità e
di qualità a rischio di scomparsa in seguito alla omologazione e banalizzazione delle colture, fattore
di arricchimento della naturalità e di conservazione della biodiversità dei luoghi.
In particolare:
- il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, in accordo con il Ministero dell’Ambiente e le
Regioni, sosterrà programmi e progetti, destinati ai territori dei Parchi, che rispondano agli obiettivi
ed alle caratteristiche sopra enunciati e svolgerà in sede Comunitaria le azioni opportune per porre
all’attenzione dell’Unione lo sviluppo di una politica agricola che individui le aree protette come
luoghi di eccellenza e di sperimentazione;
-la Federazione dei Parchi svilupperà, nell’ambito dei programmi e progetti rispondenti agli obiettivi
ed alle caratteristiche sopra enunciati, azioni di sensibilizzazione e coordinamento nei confronti
delle aree protette, di collegamento con le comunità e i poteri locali, di coinvolgimento degli
operatori e dell’associazionismo;
Ulteriori successivi accordi, rispondenti a questo protocollo, definiranno gli impegni riguardanti
azioni ed attività concrete da svolgersi nei territori delle aree protette, fra le quali vengono fin da ora
individuate quelle relative:
- alla diffusione delle coltivazioni biologiche,
- al sostegno delle produzioni agroalimentari tipiche, così come riconosciute dall’Atlante dei
Prodotti Tipici delle Aree Protette in corso di redazione da parte di Slow Food,
- alla realizzazione di progetti attuativi di programmi o regolamenti comunitari e in
particolare di quello relativo all’informazione sulla politica agricola comune (1390/2000),
- all’organizzazione della Giornata Europea dei Parchi del 24 maggio 2001 da dedicarsi al
tema dell’agricoltura e del mondo rurale.
Il Ministro delle Politiche Agricole e Forestali
Il Presidente della Federazione Italiana
dei Parchi e delle Riserve Naturali
I
Come vede, sign. Caligiore, se quella della coltivazione biologica fosse un obbligo perentorio non vi sarebbe stata la necessità di stipulare una intesa tendente ad " incentivare" l'agricoltura biologica nei territoti dei Parchi Nazionali.
Il tutto impregato su concetti di " promozione" e " sostegno".
pinoguzzardi
pinoguzzardi:
Ulteriore contributo per " capire" il problema della agricoltura biologica nei Parchi Nazionali:
PROTOCOLLO DI INTESA
tra
•Federparchi, con sede in Roma, Via Cristoforo Colombo n. 149, nella persona del suo Presidente e legale rappresentante Sig. Matteo Fusilli, di seguito per brevità denominata Federparchi,
•Legambiente, con sede in Roma, Via Salaria n. 403, nella persona del suo Direttore Francesco Ferrante, di seguito per brevità denominata Legambiente,
•AIAB, Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica, con sede legale in Roma, Via Piave n°14 , nella persona del suo Presidente e legale rappresentante Sig. Vincenzo Vizioli, di seguito per brevità denominata AIAB,
SI CONVIENE QUANTO SEGUE
1.Le parti convengono sulla necessità di favorire lo sviluppo dell'agricoltura biologica e delle attività ecosostenibili all'interno delle aree nazionali protette con l'obiettivo di garantire 'sviluppo e conservazione', conformemente a quanto le positive esperienze in essere stanno dimostrando;
2.L'obiettivo che si assume è quello di favorire la conversione all'agricoltura biologica delle singole aziende agricole, o di trasformazione, all'interno di un processo più complessivo di conversione e gestione del territorio, creando sinergie tra le diverse attività produttive in una logica di filiera e facendo risaltare le potenzialità complessive dell'area;
3.Riscontrato che una delle difficoltà al raggiungimento degli obiettivi di cui ai punti precedenti è rappresentata dalla non conoscenza delle esperienze in essere, le parti ritengono utile procedere alla costituzione di un 'Osservatorio Nazionale Parchi d'Italia - per lo sviluppo dell'agricoltura biologica e delle attività ecosostenibili nelle aree protette', che effettui un monitoraggio costante delle esperienze in essere, si organizzi come Centro di Documentazione e sia momento propositivo anche con l'elaborazione e l'attivazione di progetti specifici, nonché di servizi per i vari Enti interessati;
4.L'Osservatorio avrà sede in …
5.L'Osservatorio verrà strutturato come evidenziato nell'allegato schema sub A al presente accordo e le varie funzioni verranno attivate progressivamente ed in maniera conseguenziale al reperimento delle risorse economiche necessarie;
6.L'Osservatorio definirà uno specifico progetto per favorire la scelta del metodo di produzione biologico da parte di quelle aziende che sono impegnate in produzioni comprese nelle DOP, IGP, DOC e DOCG ed effettuerà il censimento e la catalogazione delle stesse;
7.Tra i progetti che l'Osservatorio dovrà predisporre si indicano: 1) studio di iniziative per la valorizzazione e la riconoscibilità delle produzioni biologiche dei Parchi; 2) costituzione della Rete delle aziende biologiche dei Parchi (catalogo, pagine web, etc); 3) elaborazione di un progetto per la creazione di una rete di punti vendita da aprirsi nelle principali città del centro-nord del paese e dedicati alle produzioni dei parchi ('Emporio dei parchi');
8.Il coordinamento dell'Osservatorio viene demandato ad un Comitato composto da 6 persone: 2 in rappresentanza di Federparchi, 2 in rappresentanza di Legambiente, 2 in rappresentanza di AIAB.
Letto, confermato e sottoscritto
Torino, lì 25.02.03
Come vede, sign. Caligiore, i termini utilizzati sono quelli di " favorire" il biologico non già di " obbligarlo".
pinoguzzardi
SC:
dr. guzzardi cosa mi sta dicendo che un protocollo d'intesa ha + valore di una legge dello stato?
quel protocollo di intesa dimostra solo quello che stiamo dicendo che l'efficacia PRATICA dei parchi è tutta da dimostrare anche riguardo la norma che dovrebbero seguire e che li anima
del resto sono all'onore della cronaca anche casi di abusivismo edilizio all'interno dei parchi
altrimenti caro dottore posso immaginare che in questo parco si può fare tutto, che è solo una pioggia di soldi, che uno può costruire dove e quando vuole e fare quello che vuole,magari trivellare petrolio , coltivare ogm etc etc.
oppure lei mi vuole dire che il dirigente del parco non si può opporre in virtù della norma sulle aree C a un tipo di allevamento o agricoltura da lui ritenuti non tradizionale?
se uno si mette ad allevare struzzi e Ducoli glielo proibisce ci va lei difenderlo?
pinoguzzardi:
Egregio sign. Caligiore,
si è sbagliato.
Non ho mai detto che un protocolllo d'intesa ha più valore di una legge dello Stato e ciò non fosse altro per il mio mantenuto ricordo della " gerarchia" delle fonti legislative e regolamentari.
Ho cercato semplicemente di attenzionare il fatto di come la stipula di un protocolli d'intesa sulla problematica tendente ad incentivare l'agricoltura biologica ci deve fare capire che è un argomento non perentorio, dal punto di vista della " negazione".
Quello dell'agricoltura biologica, che esclude fitofarmaci e pesticidi, nelle aree protette è un problema che riguarda la salute dei cittadini, la tutela dell'ambiente con particolare riferimento alle falde acquifere, la produzione di prodotti agricoli d'eccellenza con conseguente incremento di reddito per i coltivatori grazie al valore di mercato dei prodotti superiore rispetto agli altri, in conseguenza di domanda sempre più crescente da parte dei consumatori, obiettivo che si raggiunge non certo con " dictat" impositivi ma con il ragionamento, mettendo sul tappeto tutte le variabili.
Nello schema informale di DPR consegnato dalla Regione Siciliana ai Sindaci del nostro territorio, schema peraltro incompleto e non " discusso" formalmente dalle nostre Amministrazioni, nella parte relativa alle "norma di salvaguardia" che divide il terriotorio in tre "zone", si legge:
"E' fatto divieto di utilizzare fitofarmaci e pesticidi", ma subito dopo si aggiunge " per le colture in atto la Regione autonoma della Sicilia, d'intesa con l'Ente Parco , entro due anni dall'istituzione dell'ente stesso, redigerà un programma di riconversione verso metodi di coltivazione biologica".
E ciò in linea con le indicazioni complessive della Comunità Europea tendenti a limitare al massimo l'uso di pesticidi e fitofarmaci.
Come vede è una materia da attenzionare e nel nostro caso limitata alla zona 2 ( con limitato grado di antropizzazione) e non già anche alla zona 3 ( con elevato grado di antropizzazione), zone peraltro ancora da " mappare", " sentite" le Amministrazioni locali del territorio.
Personalmente ritengo la limitazione dell'uso dei pesticidi e fitofarmaci un obiettivo "nobile" se realizzato" di concerto" con lo scopo ulteriore di qualificare la nostra produzione agricola con conseguenti benefici economici per i produttori.
pinoguzzardi
Navigazione
[0] Indice dei post
Vai alla versione completa