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I DICO...SORTINESI...
a.merenda:
Io penso che:
-le unioni basate sui sentimenti abbiano pari dignità. Non disconosco la "cerimonia che unisce gli sposi" ,bensì il ruolo "notarile" dell'organizzazione cattolica.
-non credo ad una democrazia diretta globale. Penso solo che dobbiamo abituarci ad osservare la realtà per come si manifesta: gruppi che sulla base di idee,interessi,visioni condivise si confrontano-scontrano.
Quello che a me piacerebbe vedere è un mondo in cui venga data parola al "responsabile sanità", "responsabile innovazione"...terminologia ipoteticamente riferibile agli attuali ministeri. Questi "responsabili" dovrebbero essere le persone che possono garantire conoscenze e capacità politiche adeguate. Loro non sarebbero dei "rappresentanti" bensì dei "designati" dalle persone che, organizzatesi in gruppi (associazioni,organizzazioni,comitati etc.) si incontrano per scegliere chi sia in grado di portare avanti le istanze di un determinato settore della polis.
In questo modo intendo l'autogoverno.
Facciamo un esempio: gli assessori di Sortino.
Essi sono scelti dai partiti secondo una logica spartitoria-proporzionale basata sul numero di voti ricevuto. Il partito diventa, così, collettore di voti nel mercato elettorale: con tutti i mezzi di cui dispone.
Io credo che,invece, si debba procedere così: tutte le organizzazioni/associazioni che fanno riferimento al mondo dell'economia (ad esempio) si incontrano (attraversi delegati, nominati dalle stesse) e decidono chi sia il più degno a ricoprire un simile ruolo.Tali soggetti, è chiaro, devono avere il titolo per farlo. Come? Riconoscimento tra pari (una sorta di citazione reciproca tra soggetti che reputano altri soggetti degni di sedere al tavolo in cui si parla di....)
Mi si può chiedere: e il resto della gente che non è associata a nulla?
Risponderei: loro DESIGNANO il sindaco (una persona slegata da ricatti partitici) tra candidati che si sono fatti avanti liberamente. Il più abile-scaltro-dotato di intelligenza e buon senso vincerà.
E il consiglio? Non ce ne sarà uno. Saranno molteplici, una discussione perpetua al fine di tenere "sulle spine" i vari DESIGNATI-RESPONSABILI
Ovviamente non pretendo di essere esaustivo. Ecco perchè mi piace confrontarmi: per essere criticato, quindi per migliorare.
Per correttezza, inoltre, vi informo che questa non è la teoria demarchica. Diciamo che mi ispiro ad essa nella mia critica all'uso del termine democrazia.
Concludo sul concetto di legge. La intendo come "momento i cui si stabilisce che le cose, in un certo periodo storico, è bene che vadano in un certo modo". Questo termine, quindi include due dimensioni: quella consuetudinaria (gli usi e i costumi evolvono secondo modalità di interazionie tra esseri umani difficili da prevedere), quella dell'imperio (chi sta al potere decide dove far pendere l'ago della bilancia).
Concludo rispondendo al consigliere Bongiovanni. Mi dispiace se le mie parole sono state interpretate come arroganti. Mi spiace tediarla con questo "fiume di parole".
Vorrà dire che apprenderò l'arte dello slogan anch'io...ma anche no.
saluti
SC:
--- Citazione da: spaventa - 19:32:24 pm, 23 Settembre 2009 ---Io penso che:
-le unioni basate sui sentimenti abbiano pari dignità. Non disconosco la "cerimonia che unisce gli sposi" ,bensì il ruolo "notarile" dell'organizzazione cattolica.
--- Termina citazione ---
per te dunque tutto il problema è la chiesa cattolica, ti va bene il ruolo notarile dello stato per unioni basate sui sentimenti?
io non comprendo questa necessità di bollo di stato sui sentimenti
cosa sono queste unioni? una atto pubblico che costruisce una coppia per fare che? una dichiarazione pubblica di sentimenti?
solo questo?
la cerimonia che unisce gli spose non l'ha inventata la chiesa cattolica
il problema è se continuare a ricononescere al rapporto fra due individue di sesso differente un ruolo che si mettono assieme un ruolo sociale o ridurre tutto ad un fatto di pruriti alle palle
--- Citazione da: spaventa - 19:32:24 pm, 23 Settembre 2009 ----non credo ad una democrazia diretta globale. Penso solo che dobbiamo abituarci ad osservare la realtà per come si manifesta: gruppi che sulla base di idee,interessi,visioni condivise si confrontano-scontrano.
Quello che a me piacerebbe vedere è un mondo in cui venga data parola al "responsabile sanità", "responsabile innovazione"...terminologia ipoteticamente riferibile agli attuali ministeri. Questi "responsabili" dovrebbero essere le persone che possono garantire conoscenze e capacità politiche adeguate. Loro non sarebbero dei "rappresentanti" bensì dei "designati" dalle persone che, organizzatesi in gruppi (associazioni,organizzazioni,comitati etc.) si incontrano per scegliere chi sia in grado di portare avanti le istanze di un determinato settore della polis.
In questo modo intendo l'autogoverno.
--- Termina citazione ---
le parole devono avere un significato!
tu dici che dobbiamo abituarci a un situazione diverse di confronto scontro e poi dici che i gruppi portatori di differenti dovrebbero mettersi d'accordo per designare qualcuno? e e i portavoci di questo gruppi cosa sarebbero se non "rappresentanti"?
due o tre persone decidono di occuparsi di scuola e disignano il ministro della pubblica istruzione per portare avanti le istanze di quale idea di scuola la loro?
tu dirai che ci vorranno curricululm appositi magari dei concorsi ma allora trasformiamo la politica in un concorsificio in cui chi è già al potere decide i meriti di chi deve entrare??
e questa la tua idea di tuo autogoverno?
--- Citazione da: spaventa - 19:32:24 pm, 23 Settembre 2009 ---Facciamo un esempio: gli assessori di Sortino.
Essi sono scelti dai partiti secondo una logica spartitoria-proporzionale basata sul numero di voti ricevuto. Il partito diventa, così, collettore di voti nel mercato elettorale: con tutti i mezzi di cui dispone.
Io credo che,invece, si debba procedere così: tutte le organizzazioni/associazioni che fanno riferimento al mondo dell'economia (ad esempio) si incontrano (attraversi delegati, nominati dalle stesse) e decidono chi sia il più degno a ricoprire un simile ruolo.Tali soggetti, è chiaro, devono avere il titolo per farlo. Come? Riconoscimento tra pari (una sorta di citazione reciproca tra soggetti che reputano altri soggetti degni di sedere al tavolo in cui si parla di....)
--- Termina citazione ---
guarda ti informo di una cosa sta idea si chiama corporocrazia uno stato basato sulle corporazioni, in italia ci siamo affezionati perchè ci ricorda il medioevo (epoca dei liberi comuni) in cui l'italia era in qualche modo al centro della storia.
È talmente radicata quest'idea che mussolini tentò di riproporla, ma ci sono ancora parecchi che la sostengono nel 2009 specialmente in sicilia società primitiva che non ha mai passato lo sviluppo capitalistico industriale.
--- Citazione da: spaventa - 19:32:24 pm, 23 Settembre 2009 ---Mi si può chiedere: e il resto della gente che non è associata a nulla?
Risponderei: loro DESIGNANO il sindaco (una persona slegata da ricatti partitici) tra candidati che si sono fatti avanti liberamente. Il più abile-scaltro-dotato di intelligenza e buon senso vincerà.
--- Termina citazione ---
scusa come lo designano ? col voto? cioè come ora? quale funziona avrebbe se è "designato" ?
--- Citazione da: spaventa - 19:32:24 pm, 23 Settembre 2009 ---E il consiglio? Non ce ne sarà uno. Saranno molteplici, una discussione perpetua al fine di tenere "sulle spine" i vari DESIGNATI-RESPONSABILI
--- Termina citazione ---
wow siccome già parlano poco... tu proponi di farli parlare ancora di +? per giunta li metterebbero sulle spine illustri sconosciuti delle associazioni-corporazioni, meraviglioso
e quali sarebbero le spine ? già le immagino ci toccano 3000 euro per questa o quella manifestazione , oppure noi non vogliamo pagare ste tasse
--- Citazione da: spaventa - 19:32:24 pm, 23 Settembre 2009 ---Ovviamente non pretendo di essere esaustivo. Ecco perchè mi piace confrontarmi: per essere criticato, quindi per migliorare.
Per correttezza, inoltre, vi informo che questa non è la teoria demarchica. Diciamo che mi ispiro ad essa nella mia critica all'uso del termine democrazia.
--- Termina citazione ---
senti voglio essere chiaro ho cercato un po di documentazione e l'idea che mi sono fatto è questa non basta inventare un altro nome per creare un qualcosa di migliore bisogna metterci qualcosa dentro, tu hai messo dentro il corporativismo mussoliniano dentro alla "demarchia" , non si vince l'abuso di un termine con un altro abuso di terminologia.
mi spiace pervon Hajek ma le sue idee che ho letto su internet forse mediate sono assurde sono concorde solo su una cosa che non c'è bisogno di correggere tutto con una legge.
infatti io penso che la situazione attuale sul matrimonio può andare benissimo visto che nessuno viene arrestato per stare con un uomo senza essere sposato etc non vedo necessità di cambiamento
--- Citazione da: spaventa - 19:32:24 pm, 23 Settembre 2009 ---Concludo sul concetto di legge. La intendo come "momento i cui si stabilisce che le cose, in un certo periodo storico, è bene che vadano in un certo modo". Questo termine, quindi include due dimensioni: quella consuetudinaria (gli usi e i costumi evolvono secondo modalità di interazionie tra esseri umani difficili da prevedere), quella dell'imperio (chi sta al potere decide dove far pendere l'ago della bilancia).
--- Termina citazione ---
guarda è inutile discutere sulle definizioni di legge almeno qui ( e poi io sono un informatico)è interessante solo capire una cosa la legge deve essere solo una pura convenzione fra uomini che possono dar luogo a qualsiasi forma sociale oppure c'è un limite intrinseco che va cercato ,una corrispondenza con la realtà sociale naturale?
è qualcosa di simile al dilemma è pensiero che fa la realtà o la realtà che fa il pensiero?
saluti
a.merenda:
E dunque:
Per me il problema non sta tutto nella chiesa cattolica. Da laico, tuttavia, riconosco al "potere pubblico" il ruolo/compito di sancire diritti che talvolta non vengono automaticamente riconosciuti pur essendo inalienabili. Infatti non credo che ci debba essere "il matrimonio gay" bensì che si parli di "unioni tra sposi" basate, come dici tu, sui sentimenti. Poi sarà la pubblica opinione (attraverso le discussioni fra persone di generazioni diverse) ad accettare il fatto che una coppia gay possa adottare un giovane (magari 18enne) dando l'opportunità di andare a scuola qualora non l'avesse anziché chiuderlo in un orfanotrofio etc. etc.
Ma per questo, temo, siamo molto lontani.
Sul corporativismo forse mi sono espresso male. Dico soltanto che il pericolo corporativo lo viviamo già oggi. La mia idea intende sottolineare il merito e la professionalità (il saper fare insomma) piuttosto che le chiacchere basate sullo scambio di favori. Sulle modalità non mi sento di imporre la mia "visione" anche perchè sarebbe incompleta e connotata da lacune.
Tuttavia credo che se i medici (ad esempio) esprimessero una personalità la cui reputazione ed il valore fosse riconosciuta (attraverso consultazione di tutti i medici) con un giudizio TRA PARI ne gioverebbe la sanità.
Per quanto riguarda il consiglio e la sua "moltiplicazione" dico questo: con un simile sistema l'organo governante sarebbe l'ASSEMBLEA (ovviamente avente un numero adeguato). La stessa potrà eleggere un segretario etc...(figure utili al proprio funzionamento)
Infine, parlo di "designato" e non "rappresentante" poichè, a mio parere, soprattutto nella realtà odierna rappresentare un mondo di individui dalla personalità così sfaccettata e mutevole sarebbe impossibile. Una cosa su cui ci si può trovare d'accordo,pertanto, sarebbe la reputazione.
Su Von Hyek e la demarchia. E' una teoria molto complessa e, credo, poco compresa. Anch'io non condivido la sua fiducia smisurata nella "mano invisibile" del mercato. Anche se credo ancora meno alla capacità dell'ingerenza politica dei partiti di generare effetti virtuosi attraverso il suo intervento.
Diciamo che quest'ultimo (l'intervento), nell'eventualità in cui ci fosse, dovrebbe essere a breve termine, giusto per riaggiustare (Keynes, in realtà diceva questo, poi i socialdemocratici hanno "calcato un pò la mano!")..
Sulla Sicilia non la penso come te. Credo ci siano due componenti importanti da valutare.
La prima. Siamo stati (e lo siamo ancora) pedina di un sistema geopolitico che fin oggi ha imposto al mediterraneo il ruolo di "bacino degli schiavi". Mi riferisco alla politica sull'immigrazione ed al traffico petrolifero e della droga.
Da ciò ne è derivata una società "perpetuamente in guerra", con se stessa e con gli altri. E' difficile ma dobbiamo provare a "pacificarci" riscoprendo l'orgoglio di appartenere ad una terra dalla storia unica ed epica al contempo.
Secondo. Il rifiuto del sistema capitalistico industriale non credo sia solo figlio di un'arretratezza imposta (o auto imposta) di cui sopra. Mi pare che, tra i nostri connotati, vi sia, sempre e comunque, la ribellione a qualcosa che "non ci va di fare". Per questo ci siamo accontentati dei ritmi "più blandi ma remunerativi" di una schiavitù soft piuttosto che la spasmodica ricerca del profitto che per molti voleva dire libertà, per altri sofferenza (o schiavitù inconscia).
Siamo insomma nella via di mezzo, geograficamente e psicologicamente.
Forse (è una provocazione) ci farebbe bene pensare che siamo più nord Africa che sud Europa. Chissà, magari avremmo più fiducia in noi stessi.
saluti
SC:
scusa se non ti ho risposto prima
--- Citazione da: spaventa - 11:36:49 am, 25 Settembre 2009 ---E dunque:
Per me il problema non sta tutto nella chiesa cattolica. Da laico, tuttavia, riconosco al "potere pubblico" il ruolo/compito di sancire diritti che talvolta non vengono automaticamente riconosciuti pur essendo inalienabili. Infatti non credo che ci debba essere "il matrimonio gay" bensì che si parli di "unioni tra sposi" basate, come dici tu, sui sentimenti. Poi sarà la pubblica opinione (attraverso le discussioni fra persone di generazioni diverse) ad accettare il fatto che una coppia gay possa adottare un giovane (magari 18enne) dando l'opportunità di andare a scuola qualora non l'avesse anziché chiuderlo in un orfanotrofio etc. etc.
--- Termina citazione ---
i sentimenti non hanno bisogno del bollo di stato, se ci sono limiti nella legislazione che creano problemi seri ai "sentimenti" si possono aggiustare quelle leggi,
ma un unione sigillata dallo stato vuol dire che lo stato riconosce come fondamento sociale quell'unione fissando anche altre cose tipo reversibilità della pensione, eredità , divisione dei beni in caso di "divorzio"
insomma leggi per l'UNIONE vengono pensati sopratutto per la DIVISIONE
parli per situazioni ipotetiche infatti in pratica in italia non ci sono + orfanotrofi i bambini orfani hanno una lista immensa per essere adottata, con coppie costituite da uomo o donna e tu proponi di darli altri tipi di coppie
a parità di gente rispettabile tu ritiene che sia + giusto riconoscere l'adozione ad una coppia eterosessuale o ad una coppia gay?
perchè il punto del principio è li o c'è differenza o non c'è differenza, se è se c'è differenza perchè? perchè è una cosa + naturale
ora il passo successivo è domandarsi se la legge deve ordinare una realtà o deve crearla perchè è tutto una convenzione compresa la vita e i rapporti umani.
--- Citazione da: spaventa - 11:36:49 am, 25 Settembre 2009 ---Sul corporativismo forse mi sono espresso male. Dico soltanto che il pericolo corporativo lo viviamo già oggi.
--- Termina citazione ---
ti sei espresso bene invece ma ammesso e non concesso che viviamo in una società coroporativi tu proponi di renderla tale di diritto come appunto cerco di fare il fascismo
difatti tutte le società corporative di diritto nella storia sono degenerate in signorie e dittature.
--- Citazione da: spaventa - 11:36:49 am, 25 Settembre 2009 --- La mia idea intende sottolineare il merito e la professionalità (il saper fare insomma) piuttosto che le chiacchere basate sullo scambio di favori. Sulle modalità non mi sento di imporre la mia "visione" anche perchè sarebbe incompleta e connotata da lacune.
Tuttavia credo che se i medici (ad esempio) esprimessero una personalità la cui reputazione ed il valore fosse riconosciuta (attraverso consultazione di tutti i medici) con un giudizio TRA PARI ne gioverebbe la sanità.
--- Termina citazione ---
prorio da questo esempio dovresti capire che hai detto una cosa sballata, la sicilia è governata da MEDICI ma questo non significa che abbiamo la migliore sanità direi anzi il contrario.
inoltre come valuti le capacità e professionalità? le idee nuove verrebbero senz'altro escluse perchè qualsiasi sistema che si basi sulla professionalità pregeressa è tendenzialmente conservatore.
--- Citazione da: spaventa - 11:36:49 am, 25 Settembre 2009 ---Per quanto riguarda il consiglio e la sua "moltiplicazione" dico questo: con un simile sistema l'organo governante sarebbe l'ASSEMBLEA (ovviamente avente un numero adeguato). La stessa potrà eleggere un segretario etc...(figure utili al proprio funzionamento)
--- Termina citazione ---
con tale sistema nascerebbe una palude incapace di prendere decisioni come fu nella rivoluzione francese e in quella russa in cui il potere doveva essere dei soviet dei lavoratori ma poi alla fine decideva il capo partito con i risultati che abbiamo visto
--- Citazione da: spaventa - 11:36:49 am, 25 Settembre 2009 ---Infine, parlo di "designato" e non "rappresentante" poichè, a mio parere, soprattutto nella realtà odierna rappresentare un mondo di individui dalla personalità così sfaccettata e mutevole sarebbe impossibile. Una cosa su cui ci si può trovare d'accordo,pertanto, sarebbe la reputazione.
--- Termina citazione ---
hai un modo per giudicare in maniera univoca la reputazione?
se un "designato" si fa fare un pompino dalla segretaria durante uno stage nuocerebbe alla reputazione?
e se ne va puttane? oppure cerca informazioni ai trans?
se uno si chiama Roman Palansky grande regista e viene condannato per stupro di una bambina è buona o cattiva reputazione?
se uno viene condannato per 4 omicidi quando faceva parte delle brigate rosse ma è diventato uno scrittore di successo quale è la reputazione?
te l'ho già detto le parole devono avere un significato ci deve essere un attinenza alla realtà alla storia
--- Citazione da: spaventa - 11:36:49 am, 25 Settembre 2009 ---Su Von Hyek e la demarchia. E' una teoria molto complessa e, credo, poco compresa. Anch'io non condivido la sua fiducia smisurata nella "mano invisibile" del mercato. Anche se credo ancora meno alla capacità dell'ingerenza politica dei partiti di generare effetti virtuosi attraverso il suo intervento.
--- Termina citazione ---
ti rendi conto che stai strappando l'anima alla teoria del filosofo? non ti rendi conto che ha proposto qualcosa in cui lo stato in pratica non funziona per evitare che l'individuo fosse soffocato?
--- Citazione da: spaventa - 11:36:49 am, 25 Settembre 2009 ---Sulla Sicilia non la penso come te. Credo ci siano due componenti importanti da valutare.
La prima. Siamo stati (e lo siamo ancora) pedina di un sistema geopolitico che fin oggi ha imposto al mediterraneo il ruolo di "bacino degli schiavi". Mi riferisco alla politica sull'immigrazione ed al traffico petrolifero e della droga.
Da ciò ne è derivata una società "perpetuamente in guerra", con se stessa e con gli altri. E' difficile ma dobbiamo provare a "pacificarci" riscoprendo l'orgoglio di appartenere ad una terra dalla storia unica ed epica al contempo.
--- Termina citazione ---
storia unica ed epica? la sicilia? ma dove trovi questa epica ? la storia della sicilia è la + piatta di tutte le zone d'europa
non abbiamo vissuto manco la rivoluzione francesce napoleone si fermo a napoli.
ci vantiamo della discendenza greca ma cazzo sono certo che troviamo + dna greco in un australiano che in sicilia.
finiamola con queste balle
quando imparemo a vivere senza medaglie e nastrini insignificanti?
confronta la storia di due secoli qualsiasi del nostro passato con quelli del lombardo veneto del piemonte etc e vedrai quanti popoli hanno attraversato quel posto e quanti la nostra isola
noi siamo stati spagna per 500 anni , significa che non eravamo sotto occupazione ma eravamo parte integrante di quel regno, come lo siamo stati del regno arabo o di quello bizantino.
--- Citazione da: spaventa - 11:36:49 am, 25 Settembre 2009 ---Secondo. Il rifiuto del sistema capitalistico industriale non credo sia solo figlio di un'arretratezza imposta (o auto imposta) di cui sopra. Mi pare che, tra i nostri connotati, vi sia, sempre e comunque, la ribellione a qualcosa che "non ci va di fare".
--- Termina citazione ---
infatti un arretretazza culturale
--- Citazione da: spaventa - 11:36:49 am, 25 Settembre 2009 --- Per questo ci siamo accontentati dei ritmi "più blandi ma remunerativi" di una schiavitù soft piuttosto che la spasmodica ricerca del profitto che per molti voleva dire libertà, per altri sofferenza (o schiavitù inconscia).
--- Termina citazione ---
siamo solo un popolo di servi è questa la dura realtà
a.merenda:
E' vero che i sentimenti non hanno bisogno di un bollo di Stato ma è anche vero che storicamete la comunità ha optato per "sancire",attraverso norme, comportamenti e relazioni discendenti dal sentimento. Se vuoi criticare questo ti posso anche seguire ma scadremmo in una discussione che distoglierebbe la nostra attenzione dal problema.
Se punti tutto sul sentimento non puoi metterti a parlare di cosa sia più "naturale". La natura è molto compessa, come immagini, quindi mi pare che le tue osservazioni siano condizionate eccessivamente dalla tua educazione.
Contraddittorio.
Sul corporativismo ripeto per l'ennesima volta.
Il fatto che i "medici governino la Sicilia" non ha nulla a che fare con quello che ho detto. Io sostengo che un medico debba occuparsi di medicina. Se poi vuol fare il politico (come chiunque altro) dovrebbe avere l'opportunità ed il dovere di LICENZIARSI dalla sua professione per curarne gli aspetti politici (mediazione per il bene comune), appunto.
Il giudizio tra pari di cui parlavo nonchè la reputazione si riferiscono a tematiche che toccano la sfera professionale dell'individuo ancorchè quella etica. Essa, tuttavia, si relativizza con la morale del periodo storico.
Valutare una persona non vuol dire solamente guardare il c.v.
Faccio un esempio:
valuto Silvio Berlu$coni: ottimo imprenditore, scarsissimo politico (nel senso più nobile del termine Politica). Nel mio ragionamento si collocherebbe come buon ministro delle telecomunicazioni (badando a che, con una buona legislazione, i suoi interessi proprietari siano slegati dalla propria attività di politico durante il periodo in cui la esercita. Inoltre la valutazione incrociata TRA PARI lo sottoporrebbe ad un controllo costante da parte dei concorrenti)
Sulla degenerazione della rivoluzione francese o russa dico questo: non si può trattare la storia in maniera così superficiale. Le condizioni entro le quali si verificano i fatti vanno soppesate con attenzione.
Oggi, un assemblea governativa composta da individui competenti nei diversi settori della vita di una comunità con un "presidente" eletto dal popolo darebbe vita ad un organo teoricamente funzionale (è chiaro che non mi sbilancio su possibili degenerazioni semplicemente perchè sono un umano...credo di non disporre di capacità predittiva. Tu?)
La pratica è poi la prova del nove. Lì si tratterà di partecipazione, grado di civiltà, controllo reciproco tra poteri,qualità della demarchia/democrazia di un popolo....
Su Hyek.
lui non ha proposto AFFATTO "qualcosa in cui lo stato in pratica non funziona" (SC). Ha proposto di liberare l'individuo dall'oppressione dello Stato (libertà negativa, liberalismo..?!). Non credo che la mia idea di assemblea sia incompatibile con questo semplicemente perchè credo che ristabilirebbe un contatto tra volontà popolare e pratica istituzionale.
Il fatto che tu non sia d'accordo non ti autorizza a dire che l'idea degli altri sia "sballata".
Per concludere. Non sto quì a dire ne che Hyek è il mio idolo nè che voglio cambiaare il mondo, ne che sono chissà chi. Sto cercando solamente di ragionare.
Per me il vero autoritario/conservatore (o fascista come dici tu ?!) è chi parte dal presupposto di avere la verità assoluta tra le mani. Chi vuol far tacere l'altro a via di offese. Chi ti si pone di fronte dandoti una pacca sulla spalla, dicendoti "ma che ne sai tu? te lo dico io come vanno le cose.."
Credo tu abbia una visione della storia troppo "scolastica". A questo proposito non credo che la storia della Sicilia sia piatta. A me pare che tanto non sia stato ancora raccontato.
Infine si può senz'altro dire che in Sicilia siamo "arretrati" soprattutto economicamente ma non mi venire a dire che la mancata adesione (totale) allo stile di vita "capitalistico-industriale" connoti la nostra mancanza di libertà.
Credo che le cose non siano così semplici.
Ribadisco il centro del problema su cui ti invito a riflettere: posizione geografica - petrolio - droga - immigrazione.
saluti
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